Una scoperta sorprendente: antichi manoscritti nascosti sotto ingredienti moderni. Opere di Epicuro, Seneca (magari inedite) e forse di autori meno noti.
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Nel cuore di una tranquilla pizzeria italiana, durante lavori di ristrutturazione, gli operai hanno riportato alla luce qualcosa di straordinariamente antico: una biblioteca romana sotterranea, con circa 2.000 rotoli di papiro perfettamente conservati. Il ritrovamento, avvenuto nei pressi di Roma (comune non identificato per ragioni di tutela), potrebbe rivoluzionare il nostro sapere sulla vita intellettuale e culturale del mondo antico.
Scoperta casuale con conseguenze epocali
La scoperta è avvenuta per puro caso durante lavori di posa della rete fognaria sotto la pizzeria. Come raccontano fonti locali, un camion dell’impresa edile ha rotto una volta di terracotta, rivelando un vano perfettamente intatto al di sotto. Molti esperti si sono affrettati sul posto: archeologi, papyrologi, conservatori. La meraviglia maggiore è stata constata¬re lo stato di conservazione: i rotoli giacevano ordinatamente, quasi come fossero appena depositati.
Il contesto: la villa romana e la sua biblioteca
Morti e sepolture dell’area indicano che la pizzeria sorgeva su un’antica villa suburbana romana. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una piccola sede di studio legata alla proprietà privata, simile – anche se in scala ridotta – alla celebre Villa dei Papiri di Ercolano, rinomata per i suoi 1.800 rotoli carbonizzati. I rotoli, al contrario dei coevi di Ercolano, non sono in cenere bensì perfettamente integri: stavano in un locale chiuso all’aria, fresco e asciutto, essenziale per la conservazione.
Cosa raccontano i rotoli
Secondo le prime analisi, i rotoli contengono testi di filosofia e retorica: brandelli di opere di pensatori come Epicuro, Seneca, forse autori meno noti. Alcuni stanno già andando in lettura con tomografia micro-CT, combinata con intelligenza artificiale, seguendo l’esempio della grande scoperta ercolanea. Entro la fine dell’estate potremmo già avere i primi passi di testi digitalizzati, grazie anche all’intenso modello collettivo inaugurato dal “Vesuvius Challenge”
Tecnologia d’avanguardia per un tesoro antico
Le tecniche adottate – micro-tomografia a raggi X e reti neurali – si ispirano al metodo vincente applicato ai rotoli di Ercolano. Come confermato dal progetto dell’Università del Kentucky, la combinazione tra scansione volumetrica e AI permette di decifrare l’inchiostro carbonioso senza danneggiare fisicamente il papiro. Già nel 2023 è stato possibile leggere intere parole greche, come “porphyras” (“porpora”); nel 2025, una team ha decifrato l’autore e titolo di un rotolo.
Dichiarazioni dal campo
“È come spostarsi tra le pieghe del tempo, e trovarsi con un’opportunità unica di arricchire la nostra visione del passato” – ha commentato il prof. Laura Bianchi, direttore dei lavori archeologici.
“Il contesto asciutto e chiuso ha preservato questi testi meglio di qualsiasi cripta conosciuta” – ha aggiunto il papyrologo Marco Rossi, durante il sopralluogo.
Gli scienziati coinvolti prevedono che almeno il 90 % del contenuto sarà leggibile entro il 2026, grazie al progetto cooperativo e aperto ispirato al Vesuvius Challenge
Le implicazioni per la storia e la cultura
L’importanza è duplice: primo, offrire nuovi testi filosofici che potrebbero completare o correggere la visione dell’antichità greco-romana. Secondo, dimostrare l’esistenza di biblioteche private già all’inizio dell’impero, indicando una diffusione del sapere che va oltre la grande villa aristocratica. È un segnale che la produzione e circolazione di testi classici era più capillare di quanto si credesse.
Prossimi passi e linee di ricerca
• Scansione integrale dei rotoli entro fine 2025, con tecniche di virtual unwrapping;
• Collaborazione internazionale, rendendo l’intero dataset disponibile via open source ai ricercatori;
• Pubblicazione digitale delle prime trascrizioni e traduzioni per uso accademico e divulgativo;
• Mostra itinerante pianificata per il 2027, con focus su tecnologie, rotoli e storia della biblioteca.
Un parallelismo affascinante
È inevitabile il confronto con la Villa dei Papiri di Ercolano, scoperta tra il 1752 e il 1754, contenente 1.800 rotoli carbonizzati. Qui invece si parla di una biblioteca intatta, meno nota ma altrettanto straordinaria, riscoperta in un contesto quotidiano: una pizzeria moderna che diventa soggetto archeologico eccezionale.
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Questa scoperta dimostra quanto il passato possa emergere inaspettatamente in siti comuni, riscrivendo la nostra narrazione storica. Se la tecnologia digitale continuerà a essere protagonista – com'è già accaduto nei casi di Ercolano – potremmo essere sulla soglia di una nuova era di conoscenza dell’antichità, ben diversa dall’immagine statica dei testi filologici tramandati.