TLC, presentazione del rapporto Asstel. Sarmi: "Dinamiche economiche minano la sostenibilità del settore"

- di: Barbara Bizzarri
 

“La Filiera delle TLC è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati”: queste le parole con cui Massimo Sarmi, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, ha presentato oggi alla Luiss il Rapporto 2023 sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia con le Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.

TLC, presentazione del rapporto Asstel. Sarmi: "Dinamiche economiche minano la sostenibilità del settore"

Il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in Italia Edizione 2023 “Connessi per l’Italia Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” è stato patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e  si è tenuto alla presenza del Presidente del BEREC, Konstantinos Masselos, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessio Butti e del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon.

Sarmi ha quindi sottolineato che le “imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico”, evidenziando che “le TLC vedono nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali. Tuttavia, le dinamiche economiche stanno minando la sostenibilità del Settore”.

Il Rapporto, elaborato con la collaborazione con gli ‘Osservatori Digital Innovation’ della School of Management del Politecnico di Milano, rileva che nel mondo, gli operatori Telco asiatici sono risultati quelli maggiormente dinamici anche nel 2022 con un +7% di crescita media annua nel primo semestre, contro un +1% del mercato americano e +0,5% di quello europeo. Inoltre, nel 2022 i ricavi degli Operatori TLC in Italia sono stati pari a 27,1 miliardi di euro con un calo di 0,8 miliardi rispetto al 2021. Prosegue, dunque, il calo dei ricavi, a differenza di quanto registrato in Francia (+2%) e Germania (+1%). E nei primi sei mesi del 2023, secondo gli ultimi dati Agcom, si evidenzia una ripresa dei ricavi del mercato fisso (+3,4%), mentre per il mercato mobile continua il segno negativo (-3,5%): “Anche quest’anno la fotografia dello stato del settore non si discosta dal trend negativo che perdura da almeno un decennio. L’anomalia continua ad essere costituita da una domanda che cresce, sia in quantità che in qualità, mentre i ricavi arrancano. Il minimo è ribadire che gli attuali assetti di mercato sono gravemente squilibrati sul lato dell’ossessiva attenzione al consumatore e perdono di vista gli interessi generali del Paese.

“Un prolungato contesto di questo tipo frena gli investimenti, l’industria delle TLC, e rischia di trasformarsi da fattore abilitante dell’innovazione a freno dello sviluppo. Permane l’assenza di una politica industriale di raccordo delle diverse azioni in campo, si fa quel che si può, comprando tempo senza però avere una reale prospettiva di rilancio duraturo. Penso che la novità più significativa del tempo presente non sta nei numeri del Rapporto, ma in quello che quei numeri stanno provocando. In effetti è in corso un profondo riassetto delle principali aziende del settore. Purtroppo, il tratto distintivo di queste iniziative non ci fa ben sperare, lo stato di necessità sembra farla da padrone e il modello prevalente dell’Europa che conta si sta sempre più allontanando da noi. Tutto questo peggiora la condizione del lavoro di oggi e pregiudica il lavoro di domani, con buona pace dei propositi di innovazione e di crescita economica e sociale”, ha commentato Fabrizio Solari, Segretario Generale SLC-CGIL.

Dai dati, si desume che i costi operativi sono in aumento dell’1% nel 2022, malgrado i programmi di contenimento attivati, a causa principalmente dell’andamento dell’inflazione in Italia e dell’imprevedibile aumento dei costi energetici. In questo quadro, inoltre, tra il 2021 e il 2022 in Italia i prezzi relativi a terminali e servizi di comunicazione sono scesi del -1,4%, contro una media europea del -0.4%. Da dicembre 2012 a dicembre 2022 l’Italia mostra un calo del -34%, il maggiore tra i principali Paesi europei. Nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Agcom, si assiste ad una leggera ripresa dei prezzi con un +0,4%.

Gli investimenti sono stati pari a 7 miliardi di euro, con un’incidenza del 26% sui ricavi totali degli Operatori TLC. Riguardo il saldo di cassa degli Operatori TLC (differenza tra EBITDA e CAPEX) per la prima volta è negativo e pari a -3,8 miliardi di euro (nel 2010 era 10,5 miliardi di euro), segno che, evidenziano gli analisti, la marginalità del settore, in continuo calo da diversi anni, è sempre più assorbita dagli investimenti sostenuti.

Il valore negativo registrato nel 2022 risente soprattutto della maxi-rata di 4,5 miliardi di euro pagati per le frequenze 5G e della riduzione dell’EBITDA, frutto di un aumento dei costi e di una continua contrazione dei ricavi. Al netto delle licenze, il valore sarebbe comunque in diminuzione e pari a €0,7 miliardi. Il Rapporto di Asstel e Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil mostra come nel 2022 continuano a crescere i volumi di traffico dati da rete fissa (+10%) e da rete mobile (+31%). Considerando solo gli ultimi tre anni, il valore del traffico dati mobili è quasi triplicato (+184%) mentre quello fisso è aumentato del 93%.

Dalla ricerca emerge anche che la formazione continua dei dipendenti con programmi strutturali di upskilling e reskilling, e lo sviluppo di cultura e competenze digitali sono le principali sfide per le direzioni Risorse Umane delle imprese della Filiera TLC. In particolare, le competenze più critiche da sviluppare internamente e acquisire sul mercato sono Cybersecurity e Data Protection, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, e Big Data Analytics.

Il presidente Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Fabrizio Solari (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL), hanno quindi concluso: “Abbiamo il compito di accompagnare il processo di evoluzione del lavoro e riteniamo che il futuro della Filiera passi anche per la creazione di percorsi formativi “permanenti”, in chiave di upskilling e di reskilling. Resta fondamentale un pieno sostegno da parte delle Istituzioni agli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, agli investimenti in formazione delle competenze e al rafforzamento dell’istruzione professionale e STEM. Sono queste le sfide che ci vedono impegnati, e per affrontarle è necessario poter disporre anche di strumenti come il Contratto di Espansione che in questi anni ha dimostrato la sua capacità di accompagnare l’evoluzione del lavoro in linea con le trasformazioni in corso. Sarebbe, quindi, determinante che il Governo rifinanzi questo strumento in ragione della sua capacità di favorire il cambio generazionale e i necessari percorsi di aggiornamento delle competenze dei lavoratori in coerenza con la trasformazione digitale delle imprese. Inoltre, crediamo che il Fondo di Solidarietà TLC, istituito con il Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 4 agosto 2023 sia un ulteriore strumento essenziale per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi di innovazione tecnologica. Il Fondo sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e per consentirne fin da subito, per il primo triennio di attività, il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno economico pubblico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori. Per questo è determinante un dialogo costante con le Istituzioni per dare forma a strumenti che rispondano concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle imprese”.

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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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