Il settore europeo dell’auto elettrica e ibrida registra una battuta d’arresto nel 2024. Secondo i dati pubblicati da Eurostat, le esportazioni di veicoli elettrici e ibridi verso Paesi extra-Ue sono scese a 57,3 miliardi di euro, con un calo dell’8% rispetto ai 62,5 miliardi del 2023.
Auto elettriche, Eurostat: export Ue in calo dell’8%, valore totale a 322 miliardi nel 2024
Anche le importazioni da Paesi extra-Ue hanno registrato una flessione, pari al 12%, passando da 48,3 miliardi a 42,4 miliardi di euro.
La contrazione delle esportazioni rappresenta un campanello d’allarme per un comparto che negli ultimi anni era cresciuto rapidamente grazie alla spinta della transizione ecologica e agli incentivi pubblici.
La produzione europea: 322 miliardi, in calo rispetto al 2023
Il valore complessivo della produzione di automobili nell’Unione europea è sceso a 322 miliardi di euro nel 2024, in diminuzione rispetto ai 337 miliardi di euro del 2023.
Una flessione che riflette non solo la frenata della domanda estera, ma anche la maggiore competizione sui mercati globali e il ridimensionamento degli incentivi governativi in molti Paesi.
All’interno del comparto, le auto elettriche pure hanno mantenuto la quota più elevata, con un valore della produzione di 57 miliardi di euro, in calo rispetto ai 66 miliardi del 2023.
In controtendenza le auto ibride non plug-in, che hanno raggiunto i 36 miliardi di euro, in crescita dai 34 miliardi del 2023, e le ibride plug-in, salite a 29 miliardi di euro rispetto ai 24 miliardi dell’anno precedente.
Nel complesso, la quota delle auto elettriche sul totale della produzione automobilistica Ue nel 2024 è pari al 18%, mentre le ibride non plug-in rappresentano l’11% e le ibride plug-in il 9%.
Competizione globale e fattori di rallentamento
Prezzi, materie prime e incentivi
Secondo gli analisti, il calo delle esportazioni è dovuto a diversi fattori: la riduzione degli incentivi all’acquisto in mercati chiave come Germania e Francia, il rialzo dei costi delle materie prime necessarie per le batterie, e la forte concorrenza dei produttori cinesi, che offrono modelli elettrici a prezzi più bassi.
Sul fronte delle importazioni, il calo del 12% può riflettere sia una contrazione della domanda interna sia le prime misure di difesa commerciale adottate dalla Commissione europea, che ha avviato indagini anti-dumping sulle vetture elettriche provenienti dalla Cina.
Un settore in transizione complessa
Spinta verde sotto pressione
L’auto elettrica, fino a poco tempo fa considerata il motore della transizione green europea, sta attraversando una fase di assestamento.
Molti costruttori hanno rallentato gli investimenti in nuovi modelli, preferendo concentrarsi su una strategia di equilibrio tra veicoli elettrici, ibridi e tradizionali per rispondere alle incertezze della domanda.
La contrazione del valore delle esportazioni e della produzione complessiva mette in luce la fragilità di una filiera che deve fare i conti con politiche industriali frammentate tra i Paesi membri e con mercati globali sempre più competitivi.
Implicazioni per l’economia Ue
Sfida per industria e politica commerciale
Il settore automobilistico è uno dei pilastri dell’economia europea e un calo della sua competitività rischia di avere effetti sull’occupazione e sulla bilancia commerciale.
La necessità di investire in infrastrutture di ricarica, ridurre i costi delle batterie e garantire forniture di materie prime sostenibili resta al centro del dibattito politico e industriale.
Gli esperti sottolineano che la crescita delle esportazioni di auto ibride, seppur parziale, indica che il mercato globale non è ancora pronto per un passaggio esclusivo all’elettrico e che la domanda resta legata a soluzioni intermedie, considerate più accessibili e pratiche in molte aree del mondo.
Un futuro tra innovazione e protezionismo
Strategie da ridefinire
L’Europa, che aveva puntato a diventare leader della mobilità elettrica, deve ora confrontarsi con un contesto diverso, fatto di concorrenza asiatica, di riduzione degli incentivi e di crescente protezionismo commerciale.
Le decisioni dei prossimi anni – in termini di politiche industriali, tariffe e accordi commerciali – saranno cruciali per determinare se l’industria automobilistica europea potrà recuperare slancio o perderà ulteriori quote di mercato a vantaggio di competitor esterni.