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Autunno: chi l’ha visto? E l’Onu lancia l’allarme: "Così si va incontro al collasso climatico"

- di: Barbara Leone
 
Autunno: chi l’ha visto? E l’Onu lancia l’allarme: 'Così si va incontro al collasso climatico'
A memoria, non ce lo ricordiamo proprio un ottobre così. Giornate coperte e a tratti afose, notti umide, finestre spalancate e onnipresenti zanzare. Un leggerissimo golfino, ma giusto mattina e sera tardi. Ed il piumone è un miraggio. Vero è che dobbiamo risparmiare sui riscaldamenti, ma non così. Le temperature non hanno nulla di autunnale, con le massime fisse a Colpa dell’anticiclone di origine nordafricana che gli esperti hanno simpaticamente ribattezzato “monster”, ovvero mostro. Termine sicuramente consono all’imminente festa di Halloween. Un caldo anomalo, eccezionale, e che a quanto pare non ci abbandonerà nemmeno a novembre.

Autunno caldo, l’Onu lancia l’allarme: "Così si va incontro al collasso climatico"

Ragion per cui dopo la cosiddetta “ottobrata” si parla già di “novembrata”: una novità assoluta, mai vista alle nostre latitudini. Per trovare l’autunno toccherà andare dalla Sciarelli, e non è manco detto che le riesca la mission che pare sempre più impossible. Perfino il caratteristico e suggestivo foliage autunnale tarda a far capolino, per non parlare delle testuggini che ad andare in letargo non ci pensano proprio. E i ricci? In questa stagione non ci dovrebbero proprio essere, ed invece per colpa del caldo continuano a riprodursi. Come ricci, appunto. Insomma, non ci si capisce più nulla. Confusi e felici? Non proprio. Chi gioisce per questo caldo anomalo perché “che bello se ne annamo ar mare” non ci ha davvero capito una benamata mazza. La situazione è tragica, per noi e soprattutto per le generazioni future. L’ultimo rapporto dell’agenzia per il clima delle Nazioni unite del resto parla chiaro: il pianeta sta andando incontro ad una vera e propria catastrofe climatica. L’ultimo rapporto dell’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha infatti valutato gli impatti sul riscaldamento globale delle promesse avanzate dagli stati di tutto il mondo in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Ed ha concluso che, anche se tutto ciò che è stato proposto fosse rispettato al 100%, la temperatura media globale di qui a fine secolo aumenterà di 2,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.

Numeri che ci inchiodano ad una realtà che è molto più drammatica di quanto si pensi. Perché, come sottolinea ancora l’Unfccc, questo scenario porterebbe gli esseri umani al collasso climatico. Gli impegni dei governi per salvare il clima sono quindi ancora troppo blandi e parziali. In una parola: insufficienti. Sempre ammesso che poi le promesse vengano mantenute. Dettaglio non esattamente trascurabile, dal momento che nel tempo cambiano governi, visioni e ricette. E non è detto che vadano tutte nella medesima direzione. Per non parlare delle crisi economiche, geopolitiche ed energetiche che, lo stiamo vivendo, rischiano di cambiare narrazione e priorità. Col risultato che messo e tolto il cambiamento climatico non è poi così importante. E invece lo è. Anzi, è l’unica reale emergenza certa. E la certezza ce la danno i dati scientifici, che peraltro sono perfettamente in linea con ciò che, anche in questo caso, stiamo vivendo sulla nostra pelle (e sudore). E i dati dicono che per contenere entro limiti accettabili gli impatti dei cambiamenti climatici il mondo dovrebbe avere un unico faro: la soglia degli 1,5 gradi. Perché già raggiungere i 2 gradi, come spiegato nel dettaglio da un rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) pubblicato nell’ottobre del 2018, cambierebbe drammaticamente la storia della vita sulla Terra. Come se non bastasse, secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) i livelli in atmosfera dei tre principali gas serra (anidride carbonica, metano e diossido di azoto) hanno raggiunto un nuovo record.

Nel 2021, infatti, la CO2 è arrivata a 415,7 parti per milione, il metano a 1.908 parti per miliardo (ppb) e il diossido di azoto a 334,5 parti per miliardo. Con un aumento rispettivamente del 49%, del 162% e del 24% rispetto ai livelli pre-industriali. Inoltre l’aumento registrato nella percentuale di CO2 tra il 2020 e il 2021 è il più alto degli ultimi dieci anni, mentre la concentrazione di metano nell’atmosfera ha segnato addirittura l’aumento più significativo degli ultimi quattro decenni. Altri numeri che ci inchiodano alle nostre (ir)responsabilità, o che perlomeno dovrebbero farci riflettere sul dove stiamo andando. Io una mezza idea ce l’avrei, e si chiama baratro. Scusate, quindi, se non gioisco affatto di queste temperature che proprio nulla hanno di autunnale. Ignorare il problema è davvero folle, oltre che da ignoranti e stupidi. Ma, a pensarci bene, è proprio per colpa della stupidità e dell’ignoranza che siamo giunti a questo punto. Buon mare a tutti.
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