BCE, decisione sui tassi del 12 settembre cruciale per le imprese italiane

- di: Barbara Bizzarri
 

L'attesa per la decisione del Consiglio direttivo della BCE del 12 settembre 2024 è altissima, soprattutto tra le imprese italiane, che hanno subito gravi conseguenze dall'aumento del costo del denaro. Dopo la “navigazione a vista” annunciata a luglio, una riduzione dei tassi è vista come sempre più urgente, in un contesto economico che evidenzia segnali di rallentamento. Ad agosto, infatti, l'inflazione nell'Eurozona è scesa al 2,2% (dal 2,6% di luglio), confermando una diminuzione delle pressioni inflazionistiche. Tuttavia, il mantenimento della stretta monetaria rischierebbe di compromettere la crescita economica, soprattutto per paesi più fragili come l'Italia.

BCE, decisione sui tassi del 12 settembre cruciale per le imprese italiane

Le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) indicano una crescita contenuta per l'Eurozona, con il PIL stimato in aumento solo dello 0,9% nel 2024, zavorrato dalla stagnazione della Germania, con un +0,2%. Questo scenario pesa anche sull'economia italiana, dove la stretta sui tassi ha aggravato il costo del credito e ridotto gli investimenti, come sottolineato dall'Ufficio Studi di Confartigianato.

L'impatto del caro-tassi sulle imprese italiane

Per le imprese italiane, il caro-tassi ha avuto effetti devastanti. A luglio 2024, il costo del credito per le imprese ha raggiunto il 5,34%, un valore superiore di 28 punti base rispetto alla media dell'Eurozona (5,06%). Dal 2022, quando è iniziata la stretta monetaria, i tassi sui prestiti sono aumentati di 371 punti base per le aziende italiane, contro i 323 punti registrati in media nell'Eurozona, dimostrando un impatto più pesante sul sistema produttivo italiano.

Questo aumento dei tassi ha ridotto sensibilmente la domanda di prestiti da parte delle imprese. A luglio, la richiesta di prestiti in Italia ha registrato un calo del 4,1% su base annua, mentre nell'Eurozona si è osservata una crescita dello 0,6%. La contrazione della domanda è il riflesso di un contesto finanziario sempre più oneroso per le imprese, che scelgono di rinviare o ridurre le loro esigenze di finanziamento.

Investimenti in calo: a rischio la twin transition

La stretta monetaria ha avuto effetti diretti anche sugli investimenti delle imprese italiane. Nel primo trimestre del 2024, gli investimenti sono calati del 2,7% su base annua, con una flessione del 2,8% nel secondo trimestre per quanto riguarda le spese in impianti e macchinari. Questa riduzione mette a rischio i progetti legati alla transizione digitale e green, obiettivi fondamentali per la crescita futura delle imprese e per la loro competitività sui mercati internazionali.

Secondo l'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato, la contrazione degli investimenti rappresenta una minaccia significativa per la twin transition, ovvero il doppio processo di digitalizzazione e transizione ecologica. Senza nuovi investimenti in tecnologie innovative e sostenibili, le imprese rischiano di perdere terreno rispetto ai competitor internazionali.

Micro e piccole imprese: le più colpite dalla stretta monetaria

Le micro e piccole imprese (MPI), che costituiscono l'ossatura dell'economia italiana, sono state particolarmente penalizzate dalla riduzione dell'accesso al credito. I dati di marzo 2024 mostrano che i prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti sono diminuiti dell'8,1% su base annua, in peggioramento rispetto al -7,6% di dicembre 2023. Le MPI, che spesso dipendono dal credito bancario per finanziare la loro operatività quotidiana e gli investimenti, sono state le prime a subire l'impatto della politica monetaria restrittiva.

Analisi regionale: le differenze territoriali

A livello territoriale, l'analisi condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato evidenzia un calo generalizzato dei prestiti alle MPI, con alcune regioni che hanno registrato flessioni più marcate rispetto ad altre. Tra le regioni con almeno 3 miliardi di euro di prestiti alle piccole imprese, i cali più contenuti si osservano in:

  • Provincia Autonoma di Bolzano (-4,9%)
  • Sicilia (-6,0%)
  • Lazio (-6,0%)
  • Campania (-6,7%)
  • Puglia (-6,9%)

Le regioni più colpite dal calo dei prestiti alle piccole imprese sono invece:

  • Lombardia (-9,3%)
  • Marche (-9,7%)
  • Veneto (-9,9%)

Questi dati sottolineano la maggiore difficoltà di accesso al credito nelle regioni economicamente più dinamiche, dove la domanda di finanziamenti è spesso più elevata, ma anche più vulnerabile alle variazioni nei tassi di interesse.

La BCE e le prospettive per la ripresa

La decisione della BCE sui tassi del 12 settembre sarà cruciale per le prospettive di crescita delle imprese italiane. Un allentamento della politica monetaria potrebbe favorire un accesso più agevole al credito, incoraggiando nuovi investimenti e alleviando i costi finanziari per le PMI. Tuttavia, il mantenimento di tassi elevati rischia di prolungare le difficoltà, con effetti negativi sulla capacità delle imprese di sostenere la ripresa.

L'Ufficio Studi di Confartigianato sottolinea come un allentamento della politica monetaria potrebbe essere decisivo per invertire la tendenza negativa sugli investimenti, particolarmente critici per il successo della twin transition, e per alleggerire il carico di oneri finanziari che grava sulle PMI italiane.

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