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Ddl concorrenza, Confcommercio: “bene il testo ma servono correttivi”

- di: Barbara Leone
 
Ddl concorrenza, Confcommercio: “bene il testo ma servono correttivi”
Confcommercio apprezza il ddl annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e ha fornito alla Commissione elementi utili per valutare le critiche alla presunta scarsa concorrenzialità della regolamentazione del commercio al dettaglio in Italia”. Così Carlo Massoletti, componente di Giunta Confcommercio responsabile del coordinamento delle Politiche europee, nel corso dell’audizione sul ddl concorrenza 2022 tenutasi lo scorso 19 settembre alla Commissione Industria del Senato.

Ddl concorrenza, Confcommercio: “bene il testo ma servono correttivi”

Confcommercio ha evidenziato come “le critiche della Commissione Ue sono condizionate dall’utilizzo dall’indicatore di restrittività (RRI), in uso dal 2018, che restituisce una fotografia distorta del commercio in Italia essendo principalmente basata sull’analisi delle regolamentazioni regionali più restrittive”. È quindi necessario “modificare la struttura dell’indicatore raccogliendo, oltre ai dati su procedimenti e operatività delle imprese, anche le evidenze sullo stato effettivo del funzionamento del mercato nei diversi Stati membri". Nello specifico, il terzo pilastro dovrebbe essere costituito dalla media aritmetica di tre indicatori: rapporto tra numero di negozi al dettaglio e popolazione residente; rapporto di concentrazione delle vendite; turn-over delle imprese del commercio al dettaglio. Confcommercio ha accolto con favore anche la disposizione di cui all’articolo 5 del disegno di legge, in materia di assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, che va a chiudere una lunga vicenda che si trascina – fra proroghe e rinvii, interventi normativi parziali e sentenze amministrative – dal 2010 condividendo, in particolare, l’enunciazione dei principi di professionalità ed esperienza nonché la valorizzazione delle caratteristiche della microimpresa, criteri basilari per l’assegnazione delle concessioni.

In tema di politiche energetiche, “bene - ha proseguito Confcommercio - la semplificazione dell’iter procedimentale per facilitare e rendere più tempestiva l’adozione del Piano di sviluppo della rete elettrica” e “bene, soprattutto, le disposizioni che favoriscono la diffusione dei contatori intelligenti di seconda generazione, strumenti indispensabili per consentire a imprese e consumatori di adottare comportamenti virtuosi grazie ad un controllo più puntuale e consapevole dei propri consumi. Il coinvolgimento di imprese e consumatori necessita, tuttavia, di essere ulteriormente valorizzato e potenziato ma, soprattutto, occorre fare di più per garantire alle imprese maggior concorrenza nell’offerta di energia elettrica e gas naturale”. Serve quindi “una riforma strutturale del sistema energetico, da realizzare innanzitutto attraverso la revisione del funzionamento del mercato elettrico europeo”. Secondo la Confederazione questa riforma “potrà favorire una maggior penetrazione delle rinnovabili e aumentare la concorrenza nella fase di generazione dell’energia, riducendo, di conseguenza, il costo delle forniture al dettaglio”. Sul fronte interno - ha concluso Confcommercio - “occorre incentivare l'autoconsumo, sia in forma individuale che aggregata, e avviare una politica energetica lungimirante, che investa nella diversificazione delle fonti energetiche, nel potenziamento delle infrastrutture, nella costruzione di nuova capacità di rigassificazione e nel rafforzamento di quella esistente”.
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