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Gran Bretagna, via libera al voto ai sedicenni: svolta nel sistema democratico britannico

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gran Bretagna, via libera al voto ai sedicenni: svolta nel sistema democratico britannico

Nel Regno Unito si apre un nuovo capitolo della partecipazione democratica con la proposta, già avviata in diverse aree del Paese, di estendere il diritto di voto ai giovani a partire dai sedici anni. Dopo le esperienze già consolidate in Scozia e Galles, dove i sedicenni hanno avuto accesso alle urne per le elezioni locali e dell’Assemblea, il dibattito si sta ora spostando sulla possibilità di applicare la misura a livello nazionale. La questione investe direttamente il modello di rappresentanza britannico, da sempre fondato su un rigido sistema maggioritario, ma ora pronto a interrogarsi sul ruolo delle nuove generazioni nel processo politico.

Gran Bretagna, via libera al voto ai sedicenni: svolta nel sistema democratico britannico

Il voto ai sedicenni è stato introdotto in Scozia nel 2014, in occasione del referendum sull’indipendenza, e poi stabilmente inserito nelle elezioni locali e parlamentari regionali. In Galles, un provvedimento simile è stato approvato nel 2020. In entrambi i casi, l’ampliamento della base elettorale ha ricevuto un’accoglienza positiva, sia in termini di partecipazione che di maturità dell’elettorato più giovane. Il governo britannico guarda con crescente interesse a questi modelli, ritenendo che possano offrire una risposta concreta al problema della disaffezione politica e al calo costante dell’affluenza tra i giovani adulti.

Lavoro politico e consenso sociale

La proposta è sostenuta da una parte significativa dell’opinione pubblica e da diversi settori della politica britannica, in particolare dai laburisti e dai liberal-democratici, ma incontra ancora la resistenza dei conservatori. Gli oppositori ritengono che a sedici anni non si disponga di sufficiente consapevolezza civica per esercitare il diritto di voto, mentre i sostenitori sottolineano che a quell’età i giovani possono già lavorare, pagare tasse e assumere responsabilità legali. L’argomentazione centrale è che, dando voce ai sedicenni, si rafforza il legame tra cittadinanza e democrazia, preparando nuove generazioni più consapevoli e impegnate.

Prospettive europee e confronto internazionale
Il Regno Unito non è isolato nel considerare un abbassamento dell’età elettorale. Diversi Paesi europei hanno già introdotto forme di voto anticipato o stanno valutando la possibilità. L’Austria consente il voto dai sedici anni già dal 2007, seguita da Malta, Grecia e alcune regioni della Germania. La discussione britannica si colloca quindi in un trend più ampio, che vede nel coinvolgimento precoce uno strumento per arginare il distacco dalle istituzioni e dare nuova linfa alla rappresentanza. Se il Regno Unito decidesse di procedere con una riforma a livello nazionale, si tratterebbe di una delle trasformazioni più significative del suo sistema politico dai tempi della riforma elettorale del 1969.

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