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Gli italiani credono nella transizione verde: il 79% la ritiene vantaggiosa per il Paese

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gli italiani credono nella transizione verde: il 79% la ritiene vantaggiosa per il Paese
Un’Italia che crede nella transizione ecologica, nonostante le incertezze della politica e i segnali contraddittori delle istituzioni europee. Secondo l’indagine presentata oggi da Legambiente, il 79% degli italiani è convinto che la transizione ecologica faccia bene non solo all’ambiente ma anche all’economia e al benessere collettivo. Un dato che riflette una crescente consapevolezza pubblica sul legame tra sviluppo sostenibile e futuro del Paese. L’analisi, inserita nel contesto del Forum nazionale sull’economia circolare, si accompagna alle parole di Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club (nella foto), che traccia un quadro lucido dello stato dell’economia verde italiana.

Gli italiani credono nella transizione verde: il 79% la ritiene vantaggiosa per il Paese

Nonostante il sostegno dell’opinione pubblica e i successi concreti delle imprese italiane nel settore, la green economy si trova oggi a fronteggiare un clima istituzionale incerto. Ferrante denuncia infatti un arretramento nella fiducia delle istituzioni, a partire dalla Commissione Europea, che dopo l’enfasi iniziale sul Green Deal ora rallenta, mettendo in discussione persino la Direttiva Green Claims. Quest’ultima, pensata per combattere il fenomeno del greenwashing, rischia di arenarsi proprio nel momento in cui maggiore sarebbe il bisogno di trasparenza e standard comuni. A ciò si aggiungono le dichiarazioni di esponenti politici italiani che mettono in dubbio l’utilità della transizione, alimentando un dibattito ideologico che indebolisce l’azione concreta.

La realtà delle imprese virtuose

A fronte di questo scenario incerto, è proprio il mondo imprenditoriale a fornire una risposta concreta e dinamica. Le aziende protagoniste del Forum promosso da Legambiente e Kyoto Club sono la dimostrazione che l’economia circolare non solo è possibile, ma rappresenta già una parte viva e solida del sistema produttivo nazionale. Secondo Ferrante, si tratta di realtà che “continuano a essere in piena salute, a crescere negli investimenti e nella realizzazione degli impianti necessari, a offrire occupazione e attenzione ai territori in cui sono insediate”. Dunque non solo sostenibilità ambientale, ma anche tenuta economica e ricadute sociali positive, che smentiscono le narrazioni pessimistiche.

Una scommessa che conviene

Ferrante ribadisce che la transizione non è solo un imperativo etico, ma una scelta strategica vantaggiosa: “La migliore dimostrazione che il ‘green’ non solo fa bene ma conviene anche”. Il successo di molte imprese italiane, leader in Europa per performance ambientali, è la prova tangibile che una via alternativa alla crescita tradizionale non solo esiste, ma può essere competitiva e inclusiva. L’auspicio è che la politica torni ad accompagnare questo cammino, fornendo regole stabili, incentivi coerenti e una narrazione costruttiva. In un contesto segnato dalle crisi climatiche e sociali, l’energia dell’Italia verde rischia di essere l’ultimo treno per un futuro credibile.
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