Ambiente, K.EY Energy Summit, Viceministro Gava: "Non sarete lasciati soli"

- di: Barbara Leone
 
E’ una sorta di patto per le rinnovabili tra le principali associazioni del settore e il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava quello che si è celebrato al K.EY Energy Summit - Stati generali delle Fonti Rinnovabili tenutosi ieri, per la prima volta, alla Fiera di Rimini. Da un lato le richieste provenienti dal mondo dell’eolico, del fotovoltaico, del biogas, dell’idroelettrico, dall’altro la conferma di sostegno al settore proveniente dal Governo: “Non sarete lasciati soli – ha detto Gava – vogliamo aiutare chi vuole investire e noi vogliamo accompagnarvi lungo la strada della transizione ecologica”.

Ambiente, K.EY Energy Summit, Viceministro Gava: "Non sarete lasciati soli"

Nel mirino degli operatori, è stato detto nel corso dei lavori, continua a esserci il tema della burocrazia, semplificazioni e permitting, sollevato dai presidenti di ANEV, Simone Togni e di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, secondo i quali serve rimuovere gli ostacoli ancora oggi presenti sia nei confronti delle sovraintendenze e sia per quanto riguarda la normativa sui luoghi dove è consentito installare gli impianti. “Già molto lavoro è stato fatto – aggiunge il Viceministro – con il primo decreto semplificazioni. Stiamo dialogando con i colleghi del Ministero della Cultura per giungere a una sintesi che possa salvaguardare il paesaggio e la transizione energetica”. “È già un grande risultato – ha detto in apertura dei lavori Gianni Silvestrini, presidente del CTS di K.EY – avere messo assieme tutte queste associazioni nello sforzo comune di arrivare a produrre il 70% di elettricità verde al 2030. Ora è necessario fare il salto di qualità: da una parte le aziende che sono già pronte da tempo in questo compito, dall’altra le istituzioni alle quali chiediamo un impegno ulteriore”.

All’incontro sono intervenuti tra gli altri, Alberto Pinori (Anie Rinnovabili) che ha parlato della necessità di fare sistema per fare incontrare domande e offerta, Piero Gattoni (Consorzio Italiano Biogas) che ha sottolineato quanto sia importante portare avanti strategie di sviluppo, ma altrettanto necessario conservare e non disperdere ciò che si è raggiunto. Il mondo dell’idroelettrico era rappresentato da Paolo Picco (Federidroelettrica), che ha ricordato come oltre il 40% della produzione delle rinnovabili arrivi dall’acqua e che la filiera industriale è interamente italiana. Ha quindi aggiunto che i problemi sono legati oggi al revamping e al repowering degli impianti. D’accordo anche Stefano Luciani di Assoidroelettrica, che riunisce i piccoli produttori idroelettrici, il quale ha fatto sapere che, vista la mancata proroga delle concessioni, non ci sono progetti bancabili. Infine il mondo del fotovoltaico, con Paolo Rocco Viscontini (Italia Solare), ha ricordato che al 2050 dovremmo produrre il 65% dal fotovoltaico in Italia pari a 210 GW, “oggi siamo a 25 GW, c’è ancora molta strada da fare”.

Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati della prima ricerca sullo storage finanziata dal Memorial Pigni, un premio in memoria di uno dei maggiori esperti italiani del settore, scomparso qualche anno fa, che prevede una borsa di studio. A tracciare le prime evidenze è stato il ricercatore Giuliano Rancilio del Politecnico di Milano che si è soffermato sulle questioni tecniche legate all’introduzione dei sistemi di accumulo. Dall’incontro è emerso che il tema dello storage nell’ambito dell’ambito della transizione energetica è sicuramente cruciale, ma è anche il più complesso da affrontare.

“Finalmente è stato sdoganato il nostro futuro energetico – ha detto Fabio Zanellini, coordinatore dei gruppi di lavoro dei Sistemi di accumulo di Italia Solare – a colpi di energie rinnovabili e dei necessari accumuli. Si stanno rinforzando le modalità di intervento regolatorio con il nuovo testo e che testimoniano la nuova centralità di questi impianti”. Lo storage nel mondo ha registrato una crescita del 53% e anche in Italia sulla scia dei provvedimenti sull’edilizia efficiente che fanno capo al Superbonus, si è avuto un forte aumento delle installazioni: ad oggi sono oltre 220mila gli impianti presenti, specie di taglia residenziale. Del resto la decarbonizzazione del parco immobiliare europeo rappresenta uno degli elementi centrali nel processo di transizione energetica. Va considerato in relazione all’intero ciclo di vita degli edifici, di cui l’efficienza energetica in fase di utilizzo è uno dei passi di un percorso più ampio. Percorso che è principalmente guidato dalle direttive europee, fra le quali figura la EPBD (Energy Performance Building Directive). La recente proposta di aggiornamento di questa direttiva ha come obiettivo un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Introduce nuovi limiti di efficienza energetica, ma anche altri aspetti innovativi quali il calcolo del GWP (global warming potential), un maggiore stimolo all’utilizzo delle tecnologie intelligenti, il “passaporto di ristrutturazione”.

L’EPBD intende quindi incoraggiare una maggiore visione olistica dell’efficienza energetica e della decarbonizzazione degli edifici e aiutare i proprietari a pianificare e realizzare interventi graduali fino ad azzerare le emissioni del proprio edificio. Tutti temi che sono stati affrontati a K.EY di IEG all’interno del panel “La nuova EBD un passo nel percorso di decarbonizzazione dell’ambiente costruito” organizzato dal Comitato Scientifico di K.EY in collaborazione con Green Building Council Italia. Oltre all’importanza di un approccio integrato per rispondere ai requisiti della direttiva, è stata rimarcata la necessità di mantenere stabili le normative nel tempo per rendere efficace la trasformazione degli immobili.

“L’EPBD rappresenta una preziosa opportunità per contribuire all’efficientamento energetico del parco immobiliare italiano ed europeo. Servono una visione di lungo periodo e un impianto legislativo solido per pianificare strategia, investimenti e interventi con cui metterla in pratica, ma anche coordinare tutti gli attori della filiera dell’edilizia per far evolvere il settore, puntando soprattutto su innovazione e digitalizzazione” ha dichiarato Marco Caffi, Direttore GBC Italia.
Sullo stesso tema, nel pomeriggio si sono svolti il seminario Efficienza e sicurezza, sinergie per una maggiore sostenibilità e resilienza degli edifici, occasione per condividere il legame fra efficienza e sicurezza antincendio e delle strategie e soluzioni integrate che concorrono a incrementare la resilienza dell’edificio, e EPBD: la riqualificazione su larga scala Energiesprong come via per una giusta transizione energetica. Un altro grande tema affrontato è stato quello della mobilità sostenibile nelle aziende che, come sottolineato nel corso del convegno dal titolo “Dal fotovoltaico all’auto elettrica: l’energia intelligente in azienda” (a cura di Vaielettrico) parte dall'elettrificazione delle flotte, ma comprende anche altri elementi importanti: produzione di energia pulita con tecnologie come il fotovoltaico, efficientamento dei processi produttivi, fino l'ingresso dell'impresa in una comunità energetica rinnovabile.

Anche se la transizione energetica è già iniziata e procede rapidamente a livello mondiale, l'Italia rimane indietro rispetto agli altri Paesi europei. Tuttavia, qualche segnale in controtendenza viene dalle flotte aziendali che registrano un aumento della quota di vetture elettriche. In questo scenario, le aziende possono svolgere un ruolo chiave per rilanciare la transizione. La tavola rotonda ha visto come relatori Chiara Cerizza (Plenitude+Evolvere), Daniel Cascone (Plenitude+BeCharge), Marco Di Gregorio (BMW), Marco Costa (AESS) e Franco Viganò (GeoTab) moderati dai fondatori di Vaielettrico Mauro Tedeschini e Massimo Degli Esposti.
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