Macron, guardando alle presidenziali, vuole reindustrializzare la Francia

- di: Jean Aroche
 
La pandemia ha lasciato, dietro di sé, delle macerie nelle economie di quasi tutti i Paesi, uno scenario spesso disastroso da cui si cerca di uscire, sia pure con una velocità che varia a seconda della capacità di reazione che si è saputa mettere in campo.
Nel caso della Francia la ripresa economica si intreccia con la scadenza elettorale per eleggere, nel 2022, il prossimo presidente della repubblica. Davanti a questo appuntamento, Emmanuel Macron ha già scritto una agenda che prevede di attuare, appena possibile, la reindustrializzazione della Francia.

Subito dopo l'estate, infatti, il governo dovrà presentare un piano di investimenti, in grado di fare ripartire il Paese dopo l'emergenza sanitaria e che dovrà riguardare alcuni specifici settori industriali. Quindi, un grande piano di investimenti che, a rigore di logica, Macron cercherà di capitalizzare per averne un rientro in termini di consensi e, quindi, di voti.

Il suo programma Macron lo ha già sostanzialmente definito il 12 luglio quando ha detto che "all'inizio dell'anno scolastico, dopo i lavori e le consultazioni in corso, decideremo un piano di investimenti che avrà un obiettivo: costruire la Francia del 2030 e far emergere nel nostro Paese e in Europa i campioni del domani, che nei campi della tecnologia digitale, dell'industria verde, delle biotecnologie e persino dell'agricoltura plasmeranno il nostro futuro".
Uno dei punti sarà quello di tornare alla ''sovranità industriale'' dopo che le problematiche della pandemia hanno messo a nudo la dipendenza del Paese dall'estero in alcuni settori strategici, come i semiconduttori (la cui carenza continua da tempo) e la sanità.

Dall'Eliseo, in effetti, trapela la volontà di rafforzare "la nostra autonomia, la nostra indipendenza e di proiettarci nei settori del futuro", magari guardando con attenzione a quanto, dall'altro lato dell'oceano, sta facendo Joe Biden, con il varo di costosissimi piani a sostegno non solo dell'economia americana, ma anche a sostengo della famiglia, del sistema sanitario e di quello delle infrastrutture.

D'altra parte, come ha commentato il politologo Jérôme Fourquet, citato da Le Monde, "questo è uno degli elementi che gli consente di massimizzare il suo vantaggio come presidente uscente'', a fronte di un Paese che corre il rischio della deindustrializzazione, anche perfetto delle inquietudini sociali di cui si sono fatti portavoce i ''gilet gialli''.

Nelle ultime settimane il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, sta avendo una serie di incontri che gli consentiranno di elaborare delle proposte da presentare a Macron. Riguardano, secondo quanto si è appreso, i settori industriali dei semiconduttori, delle biotecnologie, delle batterie, dell'idrogeno, della salute, dell'energia nucleare. Tra gli argomenti su cui Le Maire sta ragionando c'è anche il processo di decarbonizzazione dell'industria. La spesa da impegnare oscilla tra i 25 ed i 30 milioni di euro, parte dei quali verrebbero dai programmi comuni con la Germania.
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