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Medio Oriente: Onu, a Gaza ''uno scenario ancora più infernale''

- di: Redazione
 
Medio Oriente: Onu, a Gaza ''uno scenario ancora più infernale''
Le Nazioni Unite hanno lanciato l'allarme su quel che potrebbe avvenire nella Striscia di Gaza, dive ''sta per manifestarsi uno scenario ancora più infernale'', che renderebbero quasi impossibili le operazioni di soccorso. L’esercito israeliano ha aumentato la portata delle sue operazioni a Khan Younis, considerata una roccaforte di Hamas e altri gruppi armati. Nella notte la città è stata oggetto di nuovi pesanti bombardamenti.
Intanto, in Cisgiordania, la scorsa notte le forze israeliane hanno ucciso un palestinese e ne hanno feriti altri quattro in un raid. Mentre circa 100 camion carichi di aiuti sono entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah in ciascuno degli ultimi due giorni, le consegne in tutto il territorio sono ostacolate dai combattimenti in corso.

Medio Oriente: Onu, a Gaza ''uno scenario ancora più infernale''

Intanto, ieri sera, ieri sera, la principale azienda di telecomunicazioni palestinese ha dichiarato che tutti i servizi telefonici e internet sono stati nuovamente interrotti.
Le Nazioni Unite hanno avvertito che migliaia di persone a Gaza potrebbero essere nuovamente trasferite, nonostante gli Stati Uniti abbiano esortato Israele a evitare ulteriori sfollamenti di massa. In precedenza, l’esercito israeliano aveva pubblicato una mappa sui social media invitando i civili a lasciare le aree a nord-est di Khan Younis.

Il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha affermato che gli ordini israeliani di evacuazione per il sud di Gaza hanno creato "panico, paura e ansia",
Israele ha aggiornato i suoi avvisi sui viaggi, aumentando il livello di minaccia per consigliare "maggiore precauzione" in molte nazioni in Europa e Sud America, incluso il Regno Unito, e ha chiesto che i viaggi siano riconsiderati in diverse nazioni in Africa e Asia centrale
Dagli Stati Uniti arriva intanto una spiegazione alla fine della tregua, durata una settimana, tra Israele e Hamas. La motivazione, secondo il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, della ripresa dei combattimenti è che Hamas ha rifiutato di liberare tutte le donne tenute in ostaggio.

"Sembra - ha detto Miller - che uno dei motivi per cui non vogliono consegnare le donne che tengono in ostaggio e che è la causa della fine della tregua è che non vogliono che quelle donne siano in grado di parlare di quello che è successo loro durante il loro tempo in custodia."
Miller ha detto ai giornalisti che il gruppo non voleva che le donne parlassero pubblicamente di violenza sessuale e che il governo degli Stati Uniti "non aveva motivo di dubitare" delle denunce di stupro.
Ma Miller non ha fornito prove a sostegno della sua affermazione e ha anche affermato di non poter affermare "con una valutazione definitiva che sia così".

Le osservazioni arrivano dopo che centinaia di persone hanno protestato lunedì fuori dalla sede delle Nazioni Unite criticando l'organizzazione per l'inazione riguardo al maltrattamento, al rapimento e allo stupro delle donne israeliane.
Un'attivista e avvocatessa israeliana per i diritti delle donne ha recentemente affermato che Hamas aveva un piano premeditato per utilizzare la violenza sessuale come arma di guerra . Il gruppo ha respinto tali accuse, definendole bugie.
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