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Ucraina, i missili e l'ombra della centrale

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, i missili e l'ombra della centrale

Un boato nel buio. A Poltava, città dell’Ucraina centrale, la notte è stata di nuovo scandita dalle sirene e dalle esplosioni. Le autorità locali parlano di almeno dieci missili e droni abbattuti, ma diversi quartieri sono rimasti senza elettricità e acqua. I soccorritori hanno tirato fuori dalle macerie decine di feriti. Per gli abitanti è una routine di allarmi, rifugi e ritorno a casa per constatare i danni.

Ucraina, i missili e l'ombra della centrale

A Washington il presidente ha dichiarato di aver preso una decisione sui missili da crociera Tomahawk destinati a Kiev, ma ha precisato: “Voglio sapere come intendono usarli”. È una frenata che segnala timori sull’escalation: i Tomahawk, con una gittata fino a 1.500 chilometri, potrebbero colpire in profondità il territorio russo. La Casa Bianca vuole evitare che l’arma diventi un pretesto per un salto di qualità nella guerra.

Kiev preme, l’Europa osserva
Il governo ucraino insiste che i Tomahawk servono per difendere infrastrutture e città, non per attaccare oltre confine. La linea di Kiev è sostenuta da Polonia e Paesi baltici, che chiedono di non limitare le forniture militari. Più prudente Berlino, mentre a Parigi la crisi politica interna distoglie l’attenzione dal fronte ucraino.

L’allarme nucleare
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha segnalato “esplosioni preoccupanti” nei pressi della centrale di Zaporizhzhia, già sotto controllo russo. Il direttore Rafael Grossi ha avvertito che “non si può contare solo sulla fortuna per evitare un incidente”. Tecnici ucraini denunciano che alcuni sistemi di sicurezza lavorano al minimo e che un proiettile caduto nel posto sbagliato potrebbe innescare un’emergenza regionale.

La guerra che non si ferma
A due anni dall’invasione russa, il fronte resta instabile. L’esercito di Mosca continua a colpire infrastrutture energetiche ucraine, mentre Kiev alterna offensive locali a operazioni di difesa. Nei villaggi vicini alla linea del fronte la popolazione vive tra black-out, freddo e la paura di nuovi attacchi.

Il rischio di una nuova soglia
Le parole del presidente riflettono un equilibrio difficile: continuare a sostenere Kiev senza offrire a Mosca un pretesto per un’ulteriore escalation. Gli strateghi americani sanno che l’ingresso dei Tomahawk potrebbe cambiare la percezione della guerra, facendo pensare a un conflitto più diretto tra Russia e Stati Uniti.

Per ora la decisione è rinviata, ma la notte di Poltava e le esplosioni vicino a Zaporizhzhia ricordano che il tempo gioca contro chi spera in una tregua.

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