Michelangelo Pistoletto, uno dei maestri dell’arte contemporanea italiana, è candidato al Premio Nobel per la Pace 2025. La proposta arriva dalla Fondazione Gorbachev ed è stata accolta dal Comitato norvegese per i Nobel. Un riconoscimento che premia non solo la sua carriera artistica, ma soprattutto il suo impegno nel promuovere la pace attraverso l’arte.
Michelangelo Pistoletto candidato al Nobel: l’arte può salvare il mondo?
Pistoletto, 91 anni il prossimo giugno, è da decenni un punto di riferimento per chi crede che l’arte possa essere uno strumento di cambiamento sociale. Negli anni ha trasformato il concetto di opera d’arte, superando il quadro e la scultura per entrare direttamente nel tessuto della società. Il suo Terzo Paradiso, simbolo che unisce il concetto di infinito con l’idea di equilibrio tra natura, società e innovazione, è diventato un manifesto per una nuova visione del mondo.
La sua candidatura, che verrà ufficialmente presentata il 21 febbraio alla Galleria Alberoni di Piacenza, arriva in un momento storico particolarmente complesso. Guerre, crisi ambientali, tensioni sociali: il messaggio dell’artista biellese sembra più che mai attuale. Ma può davvero l’arte portare la pace?
Dall’arte alla responsabilità sociale
Pistoletto non è nuovo a iniziative che vanno oltre il mondo artistico. La sua Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, fondata nel 1998 a Biella, è un laboratorio permanente di arte e cambiamento sociale. Un luogo in cui creatività, economia e sostenibilità si intrecciano per proporre soluzioni concrete ai problemi globali.
“La pace non è un concetto astratto – ha dichiarato Pistoletto – ma un’azione concreta. Non basta avere un ideale, serve metterlo in pratica”. Un messaggio chiaro, che si collega alle tante iniziative che negli anni ha promosso per costruire ponti tra culture diverse.
L’arte può davvero fermare i conflitti?
La storia dimostra che spesso gli artisti sono stati in prima linea nei momenti di crisi. Da Picasso con Guernica a Banksy nei territori di guerra, il linguaggio visivo ha sempre avuto la forza di scuotere le coscienze. Ma il Nobel per la Pace, solitamente destinato a leader politici, attivisti e scienziati, potrebbe davvero finire nelle mani di un artista?
Il dibattito è aperto. C’è chi sostiene che la sua candidatura sia una scelta simbolica, utile a dare visibilità a un nuovo approccio alla diplomazia culturale. Altri vedono in Pistoletto un vero e proprio innovatore, capace di proporre un’alternativa alla narrazione dominante del conflitto.
Verso Oslo 2025
Il 10 dicembre 2025, giorno della consegna del Nobel, si scoprirà se il messaggio dell’artista avrà convinto la giuria. Nel frattempo, la sua candidatura è già una vittoria per chi crede che l’arte non sia solo estetica, ma anche azione politica e sociale.
Forse il mondo non verrà salvato da un quadro o da un’installazione. Ma se un’opera può cambiare il modo di vedere le cose, allora forse può anche cambiare il mondo.