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Poste italiane, conti in rally: utile netto +19%

- di: Giuseppe Castellini
 
Poste italiane, conti in rally: utile netto +19%
Ricavi in crescita, utile netto in volo, maxi-dividendo e scommessa su TIM: così il gruppo guidato da Del Fante rafforza il suo ruolo strategico per l’Italia.
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Poste Italiane ingrana la marcia nel 2025 e archivia un primo trimestre da manuale.
Con ricavi record a 3,2 miliardi di euro (+5% su base annua), un utile netto in rialzo del 19% a 597 milioni e un EBIT adjusted a 796 milioni (+13%), il gruppo conferma la traiettoria tracciata nel piano strategico aggiornato a febbraio. Un risultato che Matteo Del Fante, amministratore delegato, definisce senza esitazioni “molto soddisfacente” e “coerente con l’impegno a generare crescita profittevole e valore per gli azionisti”.

Una macchina che macina ricavi su tutti i fronti
A trainare i conti è la performance positiva di tutte le business unit. I servizi finanziari si confermano la colonna portante del gruppo con ricavi a 1,4 miliardi (+5,5%) grazie al miglior margine d’interesse trimestrale mai registrato (€ 666 milioni). Nei servizi assicurativi la raccolta vola: +11,3% a 442 milioni, con premi lordi in crescita del 26%. Bene anche PostePay (+5%) e la logistica, dove i pacchi tengono alto il ritmo nonostante il calo fisiologico della corrispondenza.

La svolta industriale: Poste entra in TIM

Oltre ai conti, è l’operazione Telecom Italia a segnare una svolta strategica. Poste ha annunciato di aver acquistato il 24,8% del capitale ordinario di TIM – di cui il 15% rilevato da Vivendi e soggetto a notifica antitrust – con l’obiettivo dichiarato di “sostenere il consolidamento del mercato TLC in Italia” e creare sinergie industriali. In quest’ottica, Poste ha siglato anche un Memorandum of Understanding con TIM per un contratto MVNO che permetterà a PostePay di utilizzare la rete mobile dell’ex monopolista a partire da gennaio 2026.

Dividendi generosi e bilancio solido
Il gruppo conferma la politica di remunerazione generosa, con un saldo dividendo di 0,75 euro per azione (970 milioni totali) in pagamento il 25 giugno. Sommando l’acconto già distribuito, la cedola complessiva per l’esercizio 2024 arriva a 1,08 euro per azione, per un monte dividendi di circa 1,4 miliardi. Una scelta resa possibile da fondamenta patrimoniali robuste: Solvency II al 305% per il comparto assicurativo e CET1 ratio al 19,9% per BancoPosta.

Pacchi su, lettere giù: il peso della trasformazione

Nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione – che vale 949 milioni di ricavi (+1,6%) – si conferma la transizione in atto: i pacchi volano a 77 milioni di unità (+8,7%), mentre il volume della posta tradizionale arretra dell’8,6%. A compensare è l’aumento delle tariffe (+6,3%). Tuttavia, la marginalità resta compressa: EBIT in calo del 39% a 25 milioni. “La logistica resta cruciale, ma va ripensata in chiave integrata”, osserva Alessandro Perego, esperto di digital supply chain del Politecnico di Milano.

Le parole di Del Fante
“Con l’ultimo aggiornamento del nostro piano strategico avevamo fissato obiettivi ambiziosi per il 2025. I risultati del primo trimestre confermano che siamo pienamente sulla traiettoria giusta” – ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane.
“Tutte le aree di business hanno contribuito alla crescita dei ricavi, con performance eccellenti sia nei servizi finanziari sia nei pacchi e nella raccolta degli investimenti assicurativi” – ha sottolineato.
Del Fante ha anche evidenziato l’importanza dell’operazione TIM: “Abbiamo compiuto un investimento industriale di lungo periodo per rafforzare il mercato italiano delle telecomunicazioni, con l’obiettivo di creare sinergie concrete e valore sostenibile”.
Infine, un tributo al capitale umano del gruppo: “Desidero ringraziare tutti i nostri dipendenti per l’impegno straordinario che rende possibili questi risultati. La loro dedizione è la vera forza di Poste Italiane”.

PostePay e l’energia: l’altra scommessa
L’ecosistema PostePay si rafforza come piattaforma per i servizi digitali quotidiani. Cresce il transato (+6,1%) e si allarga la clientela: oltre 13,8 milioni di e-wallet attivi e quasi 5 milioni di linee telefoniche. Ma è l’energia la sorpresa: con 800 mila contratti attivi, il segmento raddoppia i ricavi in un anno, sfiorando quota 32 milioni. “Poste si sta posizionando come utility digitale e integrata”, nota il sociologo dei consumi Marco Pedroni.

Una visione d’insieme per il Paese
Nel frattempo, Poste non trascura la sua missione sociale. Il Progetto Polis ha già trasformato oltre 3.350 uffici in hub digitali, erogando decine di migliaia di servizi pubblici nei piccoli comuni. Si intensificano anche le iniziative ESG: dall’accordo con Scalapay per dilazioni green, fino alla vittoria del “Premio Bilancio di Sostenibilità” promosso dal Corriere della Sera. E per il sesto anno consecutivo, Poste figura tra i “Top Employer” in Italia.

Più che un’azienda, una piattaforma nazionale

Poste Italiane si conferma sempre più come la “piattaforma connettiva del Paese”: un attore ibrido tra pubblico e privato, in grado di fondere profitto, capillarità territoriale e innovazione. La scommessa su TIM, la spinta sul digitale e la resilienza finanziaria rafforzano la centralità strategica del gruppo. Con buona pace di chi ancora lo considerava un pachiderma postale.

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