Quattroruote Next riaccende il dibattito sulla mobilità del futuro

- di: Redazione
 

L'evento Quattroruote Next è stato l'occasione per riunire istituzioni, industria, filiera, analisti, esperti e comunicatori del comparto dell’auto e della mobilità: l'iniziativa tenutasi agli IBS Studios di Milano ha visto 300 partecipanti, accolti dal Cav. Lav. Giovanna Mazzocchi e Sofia Bordone, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato della media company di Rozzano, insieme a Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote.

Quattroruote Next riaccende il dibattito sulla mobilità del futuro

A confermare lo standing dell’evento - impreziosito da una bellissima serie di animazioni realizzate ad hoc dall’artista Giuseppe Ragazzini - sono stati gli interventi, tutti di altissimo rilievo, che si sono alternati sul palco. A partire dalle due interviste al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini (in collegamento) e al Cav. Lav. Luca De Meo, Ceo del Gruppo Renault e Presidente Acea. Ai talk tematici d’approfondimento dedicati rispettivamente al tema del lusso, della supply chain e delle conquiste tecnologiche, che hanno visto dialogare con Quattroruote Andrea Bonomi (Ceo Investindustrial), Davide Grasso (Ceo Maserati), il Cav. Lav. Reza Arabnia (Presidente Gecofin), il Cav. Lav. Marco Tronchetti Provera (Executive Vicepresident Pirelli), Edoardo Merli (Executive Vicepresident, ST Microelectronics) e Christian Richter (Director, Global Automotive Google). Una riflessione che come sempre si è sviluppata anche attraverso una serie di studi e report: il primo, curato da Bain & Company (sul palco Gianluca Di Loreto), ha disegnato il futuro industriale delle case auto; il secondo proposto da Generali Jeniot e Politecnico di Milano ha affrontato il binomio sicurezza stradale e sostenibilità (sul palco Alberto Busetto) mentre il terzo, a opera del Sistema Consorzi SAFE, ha spostato la prospettiva “oltre il green” (sul palco Giuliano Maddalena).

Gian Luca Pellegrini ha dichiarato: "Con questo appuntamento abbiamo voluto riportare al centro del dibattito pubblico i principi di concretezza, neutralità tecnologica e realismo, ricordando che la sostenibilità è un valore democratico, e non un privilegio e che il progresso o è di tutti o non è progresso. Come sempre nel farlo abbiamo coinvolto i principali stakeholder della mobilitàBisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che le cose non stanno andando come qualcuno s’illudeva andassero. Quattroruote non ha mai nascosto le sue perplessità sull’approccio ideologico che ha indotto un comparto trainante dell’industria e fondamentale per la società a rimettere in discussione premesse che sembravano intoccabili. Ma soprattutto abbiamo sottolineato sin dall’inizio come si stessero sottovalutando le implicazioni energetiche, occupazionali, geopolitiche, infrastrutturali di un cambio di paradigma assolutamente straordinario. Sotto il profilo tecnico, l’elettrico è la più grande novità dell’auto da decenni, rappresenta una delle più efficaci soluzioni per ridurre le emissioni locali e ne stiamo testimoniando la velocissima crescita in termini di efficienza e prestazioni. Però tali aspetti diventano paradossalmente marginali, a nostro avviso, di fronte alle considerazioni sistemiche che tale cambio di paradigma introduce, a partire dall’assenza di un’adeguata politica energetica volta a far crescere le fonti rinnovabili fino alla cessione di sovranità tecnologica a un regime – quello cinese – abituato a giocare secondo regole che non prevedono reciprocità fra economie concorrenti. Più volte abbiamo ripetuto che prima o poi i nodi di una rivoluzione dalle condivisibili motivazioni ma dall’applicazione approssimativa sarebbero venuti al pettine. Ecco, quel momento è arrivato. E ci si inizia a chiedere a voce sempre più alta se la transizione, per come è stata progettata da Bruxelles, sia davvero sostenibile, e non nel senso ambientale del termine”.

Il processo di decarbonizzazione è irreversibile" - ha proseguito il direttore - "Quindi è essenziale creare le condizioni perché questa trasformazione funzioni, per la filiera come per i consumatori” ha proseguito Pellegrini che, in apertura dei lavori, ha anche ribadito la necessità, nonché urgenza, di creare le condizioni affinché il tessuto industriale italiano trasformi la sfida in opportunità. “Lo Stato deve avere un ruolo più incisivo nel sostenere le aziende della componentistica, nel dire la sua nelle decisioni che possono avere un impatto sull’occupazione, nel promuovere un processo di aggregazione delle imprese, nel costruire le competenze che necessariamente dovranno nascere, nel difendere il patrimonio industriale dagli appetiti stranieri. La filiera italiana, se ben sostenuta, può esprimere eccellenze anche in questo campo”.

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