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Software Defined Vehicles: la rivoluzione digitale dell’Automotive

- di: Daniele Maver
 
Software Defined Vehicles: la rivoluzione digitale dell’Automotive

Il settore automobilistico sta vivendo una trasformazione epocale, guidata dall’avvento dei Software Defined Vehicles (SDV) che rappresentano un cambio di paradigma rispetto alle auto tradizionali, con implicazioni economiche e sociali significative.

Software Defined Vehicles: la rivoluzione digitale dell’Automotive

Gli SDV sono veicoli in cui le funzionalità, le prestazioni e le caratteristiche sono definite principalmente dal software. Questo approccio consente di aggiornare e migliorare le auto nel tempo, proprio come avviene con gli smartphone, attraverso aggiornamenti over-the-air (OTA). Uno dei vantaggi principali per i costruttori è dato dai tempi di sviluppo ridotti dei nuovi prodotti: la centralità del software permette di accelerare le varie fasi, offrendo la possibilità di introdurre nuove funzionalità e nuovi modelli con maggiore rapidità.

Uno studio di Porsche Consulting indica che il tempo per ideare, sviluppare e realizzare una nuova auto tradizionalmente intorno ai 4 anni con l’avvento degli SDV si sta dimezzando, con BYD che sembra in grado di svolgere tutto questo ciclo in soli 18 mesi.

Un altro vantaggio è la nascita di nuovi modelli di business, grazie agli aggiornamenti OTA che aprono la strada a formule di abbonamento e servizi on-demand, creando flussi di ricavo più stabili rispetto alla vendita tradizionale di auto. Questo potrà riguardare funzionalità aggiuntive, come sistemi di assistenza alla guida avanzati, personalizzazione dell’infotainment e servizi di connettività. La grande quantità di dati raccolti dalle auto SDV può consentire anche la commercializzazione di questi dati verso altre aziende, ovviamente col consenso del cliente.

I nuovi modelli di business riguarderanno anche la distribuzione che dovrà essere in grado di affrontare questo cambiamento sviluppando le competenze e l’approccio giusto; si tratta di uno spostamento ulteriore verso la servitization, il vendere cioè sempre più servizi con flussi di ricavo distribuiti nel tempo.

È di fatto un ulteriore passo in avanti sulla linea dei modelli di sharing e di noleggio che stanno penetrando il mondo dell’automobile. Anche per i concessionari ci sono dei vantaggi in termini di maggiore fidelizzazione dei clienti e possibilità di creare una differenziazione competitiva, sviluppando e primeggiando sull’offerta di servizi particolari.

I clienti potranno avere la propria auto sempre aggiornata con le ultime funzionalità, senza la necessità di sostituire il veicolo, con un miglioramento della fruibilità e della sicurezza. Il software consente di monitorare lo stato del veicolo, diagnosticare problemi e prevedere la manutenzione, riducendo i tempi di inattività e i costi di riparazione e migliorando la sicurezza.

In passato il navigatore anche di vetture Premium rischiava di diventare obsoleto dopo pochi anni; ora potrà evolversi e seguire gli sviluppi tecnologici, anche se poi un processo di obsolescenza tecnologica potrà comunque esserci, come vediamo nel settore degli smartphones.

I clienti potranno anche personalizzare la propria auto con una serie di servizi tra cui scegliere solo quelli che ritengono utili. Già oggi alcune Case, come ad esempio Tesla, offrono in abbonamento alcune funzionalità avanzate di navigazione (traffico in tempo reale) di connettività (video e audio streaming) e di assistenza alla guida (riconoscimento dei segnali e dei semafori, guida semi-autonoma).

La crescente dipendenza dei veicoli dal software aumenta però il rischio di attacchi informatici, richiedendo solide misure di sicurezza e crea anche problemi di privacy, vista la grande quantità di dati che questi veicoli possono raccogliere.

Con l’avvento degli SDV la filiera produttiva si sposta verso aziende specializzate in software, intelligenza artificiale, cloud computing e sicurezza informatica, con una riduzione della domanda di componenti meccanici tradizionali. Questi veicoli richiedono anche investimenti significativi in infrastrutture digitali, come reti 5G, data center e piattaforme cloud, per supportare la connettività, l’elaborazione dei dati e gli aggiornamenti OTA. Prova di questo spostamento verso il digitale è la nascita di molte vetture proposte da produttori di origine informatica quale ad esempio la Xiaomi SU7.

La crescita degli SDV rappresenta il presupposto per lo sviluppo delle auto a guida autonoma di cui si parla da tempo ma che tra alti e bassi, non è ancora uscita da una fase sperimentale; ci sono alcune positive esperienze in città degli Usa e della Cina ma abbiamo anche assistito al ritiro dal mercato della flotta di robotaxi della GM a causa degli elevati costi e di un incidente significativo avvenuto a San Francisco, dove un veicolo autonomo Cruise ha investito un pedone.

Gli SDV rappresentano la rivoluzione digitale nel settore automobilistico, con implicazioni economiche e sociali di vasta portata. Le aziende che sapranno cogliere le opportunità offerte da questa trasformazione potranno ottenere un vantaggio competitivo significativo, mentre quelle che non si adatteranno rischiano di essere escluse dal mercato.

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