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Spagna: governo spinge per l'aumento del salario minimo, no dei datori di lavoro

- di: Redazione
 
Spagna: governo spinge per l'aumento del salario minimo, no dei datori di lavoro
La decisione del governo spagnolo di aprire un confronto per giungere in temi brevissimi ad un aumento del salario minimo - convocando una specifica riunione per il primo settembre - ha avuto effetti scontati: soddisfazione, con riserva, dei sindacati; preoccupazione e netta opposizione per i datori di lavoro.
In ogni caso il dialogo è partito, lasciando comunque intuire molte difficoltà, anche perché gli stessi sindacati, al tavolo delle trattative, siederanno con loro proposte. A partire da quella che chiede che l'aumento del salario minimo non sia simbolico, sollecitando una retribuzione da almeno 950 euro al mese per quattordici mensilità.

Richieste sulle quali i datori di lavoro, attraverso le loro rappresentanze, hanno fatto sentire il loro netto dissenso, considerando oggi un aumento del salario minimo quanto meno avventato, in un contesto in cui l'economia spagnola, pur mostrando segnali confortanti, non è certo uscita dalla crisi determinata dalla pandemia. Mentre in sindacati denunciano che l'aumento doveva essere deciso già all'inizio dell'anno, le Confederazioni imprenditoriali (comprese quelle delle piccole e medie imprese) sono compatte nel sostenere che un nuovo aumento potrebbe danneggiare il mercato del lavoro. Nelle circostanze attuali, dicono i datori di lavoro, "non è il momento di parlare di salario minimo quando siamo nella fase di ripresa".

A dare forza alle argomentazioni sindacali sono gli evidenti progressi che si stanno registrando nel recupero dell'economia rispetto ai numeri che aveva prima della crisi da coronavirus. Lo stesso governo prevede che agosto si chiuderà con lo stesso livello di occupazione che c'era prima della pandemia.
I sindacati chiedono un aumento significativo - tra 19 e 20 euro mensili - sia per quest'anno che per il prossimo. Il governo vuole raggiungere un accordo condiviso con le parti sociali, pur non essendo questo un requisito essenziale, poiché è in suo potere decretare unilateralmente l'aumento del salario minimo. Una posizione di forza che ha spinto qualcuno a definire, quello avviato dall'esecutivo, come un "dialogo sociale tra virgolette", poiché, in fondo, "è il Governo che decide".
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