Una boccata d’ossigeno per le Partite Iva. Il tanto atteso rinvio dei versamenti fiscali di giugno è ufficiale: anche i contribuenti in regime forfettario potranno beneficiare dello slittamento della scadenza, che passa dal 30 giugno al 21 luglio 2025.
Slitta il Tax Day, sospiro di sollievo per i forfettari: versamenti prorogati al 21 luglio
La proroga, sancita con un emendamento approvato in commissione Bilancio alla Camera, si applicherà a coloro che esercitano attività economiche per cui sono stati approvati gli Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale. Ma, come già avvenuto in passato, la disposizione viene estesa anche a chi, pur non applicando gli Isa, è tenuto comunque a rispettare le stesse scadenze, come appunto i forfettari.
Il calendario fiscale cambia ancora
Il nuovo calendario fiscale prevede dunque che il versamento delle imposte sui redditi, dell’Iva e dei contributi previdenziali per l’anno 2024 potrà avvenire entro il 21 luglio senza maggiorazioni. Resta comunque possibile effettuare il versamento anche successivamente, entro il 20 agosto, ma in tal caso con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse per il differimento. Il nuovo termine riguarda dunque l’intero pacchetto dei versamenti relativi al modello Redditi 2025, a partire da Irpef e Ires, fino all’Irap, laddove dovuta, e ai contributi Inps.
Un emendamento bipartisan nel segno della semplificazione
L’emendamento che dispone la proroga è stato approvato all’unanimità e sostenuto trasversalmente, con il relatore del ddl di conversione del decreto legge 39/2024, Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che ha dichiarato la volontà di razionalizzare il calendario fiscale, da tempo oggetto di critiche da parte delle associazioni di categoria. Lo stesso Leo ha sottolineato che l’obiettivo è andare verso una vera “pace fiscale”, non in senso condonistico, ma con misure che consentano a professionisti e imprese di operare con maggiore certezza e meno affanno. Il nuovo termine mira proprio a evitare l’ingorgo di fine giugno, che da anni si ripete con puntualità e genera tensioni negli studi professionali.
Accolta la richiesta dei commercialisti
La proroga rappresenta una risposta concreta alle istanze avanzate dai commercialisti e dalle principali associazioni di categoria, che da settimane sollecitavano lo slittamento per consentire una gestione ordinata delle scadenze. Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili aveva più volte evidenziato le difficoltà organizzative legate alla mole di adempimenti concentrati tra giugno e luglio, e aveva chiesto un rinvio almeno al 31 luglio. Il compromesso raggiunto con il termine del 21 luglio, pur non coincidente con le aspettative massime della categoria, è stato accolto con favore.
Verso una riforma strutturale del sistema tributario
Il governo ha ribadito l’intenzione di riformare il sistema di versamenti, rendendolo più semplice e prevedibile. La prossima delega fiscale conterrà una revisione complessiva del calendario tributario, che dovrebbe portare alla riduzione delle scadenze annuali e alla loro migliore distribuzione nel corso dell’anno. In quest’ottica, la proroga al 21 luglio viene letta come un primo segnale di apertura, in attesa di interventi più organici. La novità, seppur tecnica, riguarda milioni di contribuenti e segna un passo nella direzione auspicata da tempo: quella di un fisco meno vessatorio e più compatibile con le esigenze operative dei lavoratori autonomi e delle microimprese.