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Trump impone la linea, Seoul firma altri 150 miliardi e 11 intese

- di: Bruno Legni
 
Trump impone la linea, Seoul firma altri 150 miliardi e 11 intese
Trump impone la linea: Seoul investe 150 miliardi e firma 11 intese
(Foto: Trump con il presidente della Corea).
 
Una resa mascherata da cooperazione

Gli Stati Uniti hanno ottenuto un nuovo successo nella strategia dei ricatti economici lanciata da Donald Trump. Dopo aver imposto all’Unione europea di investire 500 miliardi di dollari in progetti sul suolo americano, di rinunciare a qualsiasi forma di tassazione sulle Big Tech statunitensi e di accettare dazi al 15% senza controrisposte, ora è la volta della Corea del Sud.

A Washington, Seoul ha promesso 150 miliardi di dollari di investimenti aggiuntivi negli Stati Uniti, che si sommano ai 350 miliardi già annunciati poche settimane fa nell’ambito dell’accordo commerciale voluto dalla Casa Bianca.

Dietro le parole di “sinergia” e “cooperazione” pronunciate da Ryu Jin, presidente della Federation of Korean Industries (FKI), si nasconde la dinamica di fondo: Washington riduce i dazi solo a chi accetta di riversare capitali e tecnologia negli Usa.

Undici memorandum che coprono tutti i settori strategici

Non bastavano i miliardi: per sancire la “resa” coreana sono stati firmati 11 memorandum d’intesa, che coinvolgono i colossi industriali dei due Paesi. Alla tavola rotonda hanno partecipato 16 top manager sudcoreani, tra cui Lee Jae-yong (Samsung Electronics), Chey Tae-won (SK Group) ed Euisun Chung (Hyundai Motor), insieme a 21 dirigenti americani, tra cui Jensen Huang (Nvidia) e David Rubenstein (Carlyle Group).

Gli accordi spaziano in modo impressionante:

Cantieristica navale

HD Hyundai e Korea Development Bank hanno siglato un piano con Cerberus Capital; Samsung Heavy Industries ha stretto un protocollo con Vigor Marine per lavorare alla manutenzione e revisione della Marina statunitense.

Energia nucleare

Korea Hydro & Nuclear Power e Doosan Enerbility hanno firmato un’intesa con X-energy e Amazon Web Services per lo sviluppo di piccoli reattori modulari. Doosan ha inoltre raggiunto un accordo con Fermi America per materiali destinati a una nuova centrale nucleare legata a un futuro campus di intelligenza artificiale in Texas.

Aviazione

Korean Air acquisterà 103 velivoli Boeing di nuova generazione per 36,2 miliardi di dollari e ha firmato un contratto da 13,7 miliardi con GE Aerospace per motori e manutenzione.

Gas naturale liquefatto

Korea Gas Corp. e Trafigura hanno siglato un accordo per l’acquisto annuale di 3,3 milioni di tonnellate di GNL statunitense per 10 anni, a partire dal 2028.

Minerali critici

Korea Zinc collaborerà con Lockheed Martin per garantire la filiera dei materiali strategici.

MASGA, il nuovo slogan trumpiano

Il pacchetto viene raccontato da Trump come un successo della sua nuova campagna: “Make America Shipbuilding Great Again” (MASGA). Lo scopo è rilanciare un’industria navale americana in declino, ma sfruttando il know-how coreano. In realtà, più che un rilancio autonomo, si tratta di un’iniezione forzata di capitali stranieri in un settore che Washington non riesce più a sostenere da solo.

Hyundai e l’industria dei robot

Hyundai Motor, intanto, ha ampliato da 21 a 26 miliardi di dollari i propri investimenti negli Usa, includendo la costruzione di un impianto robotico capace di produrre 30.000 unità l’anno. È un altro tassello che rafforza la dipendenza americana da tecnologie estere.

Una strategia globale di ricatti

La logica è sempre la stessa: “o investite in America, o pagate dazi salati”. La Casa Bianca non nasconde il gioco, e anzi lo rivendica come prova della nuova forza dell’industria Usa. Ma a guardare meglio, si tratta di una strategia di divide et impera, che lascia agli alleati solo due scelte: obbedire o pagare.

L’Unione europea lo ha già sperimentato, Seoul è la conferma. Il rischio è che questa spirale generi instabilità nelle catene di fornitura globali e inasprisca la competizione tra partner per accattivarsi il favore di Washington.

La resa dell’Europa e della Corea

In meno di due mesi Trump è riuscito a ottenere dall’Europa e dalla Corea del Sud oltre 650 miliardi di dollari di impegni industriali negli Stati Uniti, il congelamento di politiche fiscali autonome e la rinuncia a qualsiasi reazione sui dazi. L’America si rafforza, gli alleati si indeboliscono.

Trump non costruisce alleanze, ma rapporti di forza sbilanciati: un’America che incassa dividendi immediati e partner costretti a finanziare la sua “rinascita industriale” a scapito della propria autonomia. 

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