Da Van Dyck alla nascita del Made in Italy, le mostre del weekend

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Gio Ponti, Anguria, 1956, esecuzione Paolo De Poli-Padova, smalto su rame, Brescia, collezione privata © Brescia, Fotostudio Rapuzzi

C’è Carla Accardi, esponente del neo-femminismo italiano, che con la sua pittura ha contribuito dal 1947 all'affermazione dell'astrattismo in Italia. E c’è Van Dyck, punto di partenza per una riflessione sulla pittura del Realismo, nata nel Seicento con la stagione barocca e approdata alle porte del Novecento quando la realtà sondata da Giorgio de Chirico viene filtrata attraverso l'introspezione dell'inconscio.

Sono solo alcuni degli appuntamenti estivi con la grande arte. Dalle arti applicate alla fotografia ecco qualche idea per un fine settimana all’insegna della bellezza.

Venezia ricorda Carla Accardi

Fino al 29 ottobre Venezia e il Museo Correr ricordano Carla Accardi. A quasi cento anni dalla nascita della pittrice esponente del neo-femminismo italiano, che con la sua pittura ha contribuito dal 1947 all'affermazione dell'astrattismo in Italia, un’installazione riunisce il suo ciclo dei Lenzuoli, avviato negli anni Settanta e raramente visibile nel suo insieme.

All’interno del progetto, a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, una selezione di lavori dell’artista dialogherà con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte collocata lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa.

A Desenzano con Van Dyck e de Chirico

La Città di Desenzano del Garda (Brescia) invita, fino al prossimo 8 ottobre, alla doppia esposizione dal titolo “1600: l'epoca di Van Dyck / 1900: il viaggio da de Chirico”, a cura di Pietro Quattriglia Venneri e Matteo Vanzan.

Al Castello i visitatori sono invitati ad addentrarsi in due sezioni distinte, ma collegate tra loro: la prima sarà dedicata alle opere del Seicento nazionale ed internazionale, mentre la seconda accoglierà le ricerche pittoriche relative ai primi quarant'anni del Novecento italiano in un excursus complessivo di 50 lavori.

Il percorso dal titolo “1600: l'epoca di Van Dyck / 1900: il viaggio da de Chirico” avrà come filo conduttore la riflessione sulla pittura del Realismo. Nata nel Seicento con la stagione barocca, avrà conseguenze dirette sulla pittura dell'epoca per arrivare alle porte del Novecento quando la realtà, indagata da Giorgio de Chirico, sarà filtrata con l'introspezione dell'inconscio. È proprio de Chirico, grazie alla sua pittura di matrice classicista, a porsi come punto di congiunzione tra le due epoche teorizzando una Metafisica che influenzerà la nascita del Surrealismo e, assieme a Francis Bacon, del Realismo esistenziale. Lo stesso artista sarà una figura chiave per un Ritorno all'ordine che darà vita al Realismo Magico e alla Nuova Oggettività tedesca.

Aosta capitale della fotografia con Robert Capa

Ci sarà tempo fino al 24 settembre per un tuffo nella grande fotografia internazionale protagonista al Centro Saint-Bénin di Aosta. Oltre 300 opere, selezionate dagli archivi dell’agenzia Magnum Photos, ripercorreranno la produzione del celebre fotografo Robert Capa, dagli esordi, nel 1931, alla morte avvenuta in Indocina nel 1954 a causa dello scoppio di una mina.

Il percorso, a cura di Gabriel Bauret, in collaborazione con Daria Jorioz, suddiviso in nove sezioni tematiche, mette in luce la complicità e l’empatia del fotografo rispetto ai soggetti ritratti, soldati ma anche civili, sui terreni di scontro che lo hanno visto all’opera.

A rendere la rassegna ancora più intrigante è la possibilità di sfogliare le pubblicazioni dei suoi reportage sulla stampa francese e americana dell’epoca e gli estratti di suoi testi sulla fotografia, dedicati ad argomenti come la sfocatura, la distanza, il mestiere, l’impegno politico, la guerra.

Il pubblico potrà, infine, seguire gli estratti di un film di Patrick Jeudy, nel quale John G. Morris commenta documenti che ritraggono Capa sul campo.

L’Italia degli anni Cinquanta protagonista a Gorizia

Quando, negli anni Cinquanta, l’Italia, fresca delle ferite della Guerra, scelse di aggredire il futuro, la moda e il design, divennero il punto di forza della produzione del belpaese. Anche il cinema, che di quell’Italian Style fu un potentissimo mezzo di amplificazione planetaria, ebbe un ruolo predominante.

Fino al 27 agosto Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, una mostra dal titolo Italia Cinquanta. Moda e design. Nascita di uno stile rilegge quel momento storico alla luce della moda ed il design.

Promossa e organizzata da ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, attraverso il suo Museo della Moda e delle Arti applicate di Gorizia, a cura di Carla Cerutti, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin, l’esposizione abbraccia un arco temporale che intercorre tra le elezioni del 18 aprile 1948 e le Olimpiadi di Roma del 1960. Questo periodo di rinascita economica e culturale darà avvio al design italiano divenuto celebre come “Made in Italy”.

Se la sezione dedicata al design e alle arti applicate spazierà dai mobili disegnati da Franco Albini, Gio Ponti, Osvaldo Borsani, Gastone Rinaldi, alle lampade all’avanguardia di Gino Sarfatti, Angelo Lelii, e dei fratelli Castiglioni, la sezione Design e Arti Applicate ospiterà circa 150 pezzi provenienti da collezioni pubbliche e private. La sezione Moda, sviluppata in collaborazione con l’Archivio della Moda italiana di Giovan Battista Giorgini e con CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma, esporrà i capi dalla Collezione Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, dalla Fondazione Roberto Capucci e dagli archivi delle maison.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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