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Il personaggio: Vito Cozzoli

- di: Andrea Colucci
 
Il personaggio: Vito Cozzoli
Sviluppo e Innovazione. Idee esperienze e policy per la competitività del Paese. E’ il titolo di un libro che torna di attualità in questi giorni, non soltanto perché l’autore è Vito Cozzoli, professore di diritto industriale e neo Capo di Gabinetto del nuovo “superministero” dello sviluppo economico e del lavoro, ma soprattutto perché Industria 4.0, il programma che fa da filo conduttore di questo interessante manuale, entrerà in questi mesi in una fase di grande spinta realizzativa. Infatti, da poco sdoganati gli incentivi per l’automazione industriale, i sindacati premono perché Industria 4.0 entri nella fase evoluta: quella della formazione e della condivisione delle cosiddette “good practices”. Le organizzazioni del lavoro si riferiscono soprattutto ai competence center, centri di formazione trasversali a imprese, università, scuole, ma anche pubblica amministrazione.
Il tema è di fondamentale importanza, tanto che volendo citare alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, si può notare come aumenta il livello di conoscenza su Industria 4.0: solo il 2,5% delle imprese dichiara di non conoscere il tema (due anni fa era quasi il 40%); il 15% è in fase esplorativa, mentre il 55% dichiara di aver già implementato soluzioni 4.0. Numeri che testimoniano il fermento dello scenario italiano di Industria 4.0, in cui si può dare ormai per assodato un buon livello di “alfabetizzazione” sulle tecnologie di base (in media il 90% delle imprese conosce le singole Smart Technologies).
Sempre scorrendo i dati della ricerca molto positivo appare l’impatto del Piano Nazionale Industria 4.0. Su un campione di 236 imprese, il 92% ne conosce le misure (l’84% un anno fa), la metà dichiara di aver già usufruito di forme di iper e superammortamento per il rinnovo dei propri asset e una su quattro ha intenzione di farlo a breve. La distribuzione degli investimenti che sfruttano queste forme di incentivo è variegata, con il 25% delle imprese che ha investito più di tre milioni di euro e il 20% che ha destinato meno di 200mila euro. Con riferimento al credito d’imposta previsto per la formazione 4.0, sei aziende su dieci dichiarano che ne vorranno usufruire.
Facendo un passo indietro e tornando al libro, ecco dimostrata la sua attualità. Il volume raccoglie gli interventi svolti da Vito Cozzoli nel periodo 2014-2016 in qualità di Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico durante la passata legislatura. I temi fondamentali del manuale riguardano, le Smart Cities, l’innovazione e la digitalizzazione, l’energia, il Made in Italy con le politiche di attrazione degli investimenti esteri. Sicuramente una parte decisiva riguarda le telecomunicazioni, il 5 G e le scelte di politica industriale con la definizione del set di incentivi alle imprese.
Il punto di vista di Vito Cozzoli è interessante soprattutto perche costruito su differenti punti di osservazione. Da un lato l’uomo di stato: avvocato cassazionista, già capo dell’avvocatura della Camera dei Deputati, Capo di Gabinetto del MISE, Responsabile del Servizio di Sicurezza della Camera dei Deputati. Dall’altro il docente di diritto industriale e fine conoscitore delle realtà aziendali, con le quali tante volte si è trovato a definire strategie e risolvere crisi complicate. Infine, un “affaccio” privilegiato agli Stati Uniti come presidente dell’ associazione “Amerigo”, organizzazione che riunisce gli alumni italiani dei programmi di scambi culturali internazionali promossi, nelle loro varie articolazioni, dal Dipartimento di Stato USA (Bureau of Educational and Cultural Affairs).

A tutto ciò si unisce una spiccata curiosità verso i temi dell’integrazione digitale dei processi produttivi, maturato attraverso un percorso di approfondimento che lo ha portato a intraprendere una serie di viaggi-studio all’estero, con una particolare predilezione per il Nord America. Sarà anche, …. o forse soprattutto per questa preziosa esperienza, che il Ministro Luigi Di Maio appena insediato lo ha voluto al suo fianco nel ruolo, già ricoperto, di Capo di Gabinetto.
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