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Auto elettriche, boom nei mercati emergenti: dal Nepal alla Thailandia. E la Cina entra in una nuova fase

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Auto elettriche, boom nei mercati emergenti: dal Nepal alla Thailandia. E la Cina entra in una nuova fase

Se fino a pochi anni fa la transizione alla mobilità elettrica era vista come un fenomeno limitato a Europa, Stati Uniti e Cina, oggi lo scenario si sta ribaltando. Secondo un’analisi di BloombergNEF, nei mercati emergenti le auto elettriche stanno conoscendo un’accelerazione senza precedenti: in Paesi come Nepal, Thailandia, Bangladesh e Vietnam le vetture a batteria rappresentano ormai fino al 60% delle nuove immatricolazioni. Un trend che sorprende e che dimostra come le dinamiche della mobilità sostenibile stiano cambiando geografia e velocità.

Auto elettriche, boom nei mercati emergenti: dal Nepal alla Thailandia

La chiave di questa espansione è il crollo dei prezzi dei veicoli elettrici, trainato soprattutto dalla produzione cinese. In molti mercati emergenti i modelli a batteria sono oggi più economici o equivalenti nel costo ai veicoli a combustione interna, anche grazie a sussidi governativi, agevolazioni fiscali e minori dazi d’importazione. La semplicità costruttiva dei modelli elettrici e l’ingresso di nuovi player asiatici, con un’offerta di citycar e minicar a prezzi competitivi, hanno reso l’acquisto più accessibile alle fasce di reddito medio-basse.

Allo stesso tempo, la crescente disponibilità di reti di ricarica nelle principali aree urbane e i programmi di supporto al trasporto pubblico elettrico – dagli autobus ai risciò a batteria – hanno contribuito a far crescere la fiducia dei consumatori. Nei Paesi del Sud-Est asiatico, il decollo delle due e tre ruote elettriche ha rappresentato il primo passo per familiarizzare con la tecnologia, aprendo la strada all’acquisto di vetture private.

La Cina al punto di svolta
Secondo BloombergNEF, la Cina resta il mercato leader con oltre il 50% delle vendite globali di veicoli elettrici, ma si avvia a entrare in una fase di maturità: i tassi di crescita non sono più esponenziali, mentre i produttori puntano a consolidare le quote di mercato e a esportare la propria capacità industriale nei Paesi emergenti.
Per Pechino la sfida ora è duplice: continuare a sostenere la domanda interna senza generare eccessi di capacità e contemporaneamente favorire la penetrazione all’estero dei grandi marchi nazionali, come BYD, SAIC e Geely. Questa strategia sta già rimodellando la catena globale del valore dell’auto, accelerando la transizione nei mercati in via di sviluppo.

L’effetto domino sulle catene produttive
L’ondata di elettrificazione nei Paesi emergenti ha anche un impatto sulla domanda di materie prime critiche come litio, nichel e cobalto. Mentre le case automobilistiche cinesi e indiane si muovono per garantirsi forniture sicure in Africa e in America Latina, molti governi emergenti stanno avviando programmi di sviluppo locale delle filiere delle batterie, con l’obiettivo di attrarre investimenti e creare occupazione.
Questa tendenza rischia di ridefinire gli equilibri geopolitici della transizione green, spostando il baricentro industriale verso regioni che fino a pochi anni fa erano solo mercati di sbocco.

Sfide infrastrutturali e sostenibilità del sistema

Il boom delle immatricolazioni nei Paesi emergenti pone però nuove sfide: reti elettriche spesso fragili, necessità di accelerare gli investimenti nella generazione rinnovabile, e la costruzione di stazioni di ricarica capillari. La sostenibilità economica dei programmi di incentivazione rimane un punto critico, in quanto molti governi hanno margini di bilancio limitati.
La domanda crescente di energia elettrica per il trasporto potrebbe inoltre aumentare la dipendenza da fonti fossili se non accompagnata da un forte sviluppo delle rinnovabili, rischiando di vanificare parte dei benefici ambientali.

Una transizione più inclusiva e globale
Per BloombergNEF, l’esplosione della domanda di veicoli elettrici nei mercati emergenti segna un punto di svolta storico: la mobilità a zero emissioni non è più solo un fenomeno dei Paesi avanzati, ma diventa una strategia condivisa, con caratteristiche e traiettorie proprie.
Il successo dei modelli low-cost e l’ingresso di milioni di nuovi automobilisti nei mercati asiatici e africani potrebbero accelerare il superamento del motore termico su scala globale, con effetti rilevanti per l’industria automobilistica europea e americana, chiamata a ridefinire strategie e supply chain.

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