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Banco BPM: nozze, fichi secchi e profitti

- di: Francesco Di Stefano
 
Banco BPM: nozze, fichi secchi e profitti
Puoi anche fare un pranzo nunziale a base di fichi secchi, sapendo che, alla fine, i commensali resteranno a pancia vuota o avranno problemi gastrici. In ogni caso tutti si lamenteranno, anche se chi ha messo mano al portafoglio per pagare il ricevimento avrà risparmiato. Parlando di banche, nel caso specifico del Banco BPM, una simile premessa potrebbe apparire incomprensibile. Per questo la spiegazione arriva subito perché la banca, guidata dall'AD Giuseppe Castagna, sta facendo proprio questo, come il padre che per la figlia vorrebbe il meglio, ma con un menu da fast food.

Banco BPM: nozze, fichi secchi e profitti

I tanti programmi di espansione delle attività che il Banco sta portando avanti mancano, lo dicono compatti i sindacati, di un elemento fondamentale: il rispetto per il lavoro dei dipendenti, ai quali si chiede di lavorare e produrre, senza gratificazioni personali - al di là di qualche cadeau distribuito con criteri che sono contestati - che siano di reale soddisfazione.

Insomma, come detto sopra, fare le nozze con i fichi secchi.

La policy del Bpm, senza volere entrare nei risultati, non è accettata dai sindacati interni. I quali, con una nota congiunta, dicono di tutto e di più, parlando di una cosa scontata, per una società a fini di lucro, ovvero la finalità commerciale, ma dicendo che questo determina ''una pressione commerciale costante, che si scontra duramente con la realtà vissuta da chi lavora ogni giorno''. Per chi si volesse chiedere cosa c'è alla base delle rimostranze di Fabi-First, Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, i sindacati sintetizzano la vertenza con un concetto, la mancanza di personale, che colpisce le realtà di BPM sul territorio.

''Nonostante gli studi sul calo delle operazioni di cassa e le iniziative legate a chiusure e ristrutturazioni della rete commerciale, riscontriamo" - dicono le rappresentanze dei dipendenti del Banco - "difficoltà nell’organizzazione delle agenzie e crediamo che molto sia dovuto a questo''.

I vuoti in organico hanno, come conseguenza scontata, il fatto che i dipendenti devono fronteggiare quotidianamente una massa di incombenze insostenibile: ''Vendere nei tempi e modi corretti avendo il tempo necessario per leggere le circolari, seguire i corsi nelle giuste condizioni, programmare riposi e ferie, rispondere alle mille richieste 'per oggi' che piombano dall’alto: è ormai estremamente difficoltoso riorganizzarsi dopo gli interventi sulla portafogliazione e sulla consulenza alla clientela''.

Ma, sul fronte dell'organizzazione del lavoro (diretta conseguenza della carenza di personale), l'appello al confronto e, magari, alla collaborazione che i sindacati hanno lanciato non ha sortito alcun effetto. Al contrario, dicono i rappresentanti dei lavoratori, ''anziché affrontare questo problema, ci ritroviamo a dover gestire una pressione commerciale senza precedenti. Gli obiettivi raggiunti non sono mai sufficienti, e le richieste perentorie di risultati violano le regole stabilite dagli Accordi in materia recentemente inseriti nel CCNL. La Commissione che si occupa di questo tema gestisce quotidianamente le segnalazioni ricevute, ma è fondamentale che continuino ad arrivare per poter restituire la fotografia reale di questa situazione assurda e insostenibile''.

Quindi, non solo la massa critica delle attività quotidiane aumenta di volume, ma, dicono i sindacati, è anche accompagnata da richieste che sembrano avere solo un mantra: produrre, produrre, produrre.

''Le pressioni - è la denuncia dei sindacati - stanno minando, se non distruggendo, la salute psicofisica di molte nostre colleghe e di molti nostri colleghi, lavoratrici e tanti lavoratori che non riescono più a sopportare questo modo di lavorare. E sappiamo bene per esperienza che questo modo di lavorare danneggia non solo i bancari e la loro salute ma anche la clientela''.
Le scelte del management, incentrate sulla ''ormai sistematica richiesta di budget ed over budget'', non è certo ''addolcita'' da premi ed incentivi, che ''spesso lasciano molti più scontenti che motivati e 'brillano' per dubbia trasparenza ed enormi diversità di trattamento''.
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