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Borse: i mercati asiatici soffrono dell'andamento negativo dell'interscambio cinese

 
Borse: i mercati asiatici soffrono dell'andamento negativo dell'interscambio cinese
Le notizie relative all'andamento negativo nel mese di agosto dell'export e dell'import cinesi, conseguenza della contrazione della domanda globale, hanno depresso oggi le borse dell'area Asia-Pacifico.
Come conferma soprattutto l'arretramento del benchmark di Hong Kong, l'Hang Seng, che ha perso l'1,2% a 18.235,40. 
Secondo i dati delle dogane cinesi (migliori comunque di quelli di luglio, così come delle previsioni), le esportazioni sono diminuite dell’8,8% in agosto rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono calate del 7,3%.

Borse: i mercati asiatici soffrono dell'andamento negativo dell'interscambio cinese

L'indice Shanghai Composite ha ceduto lo 0,9% a 3.130,70, mentre il Nikkei 225 di Tokyo ha lasciato lo 0,8% a 32.991,08. In arretramento anche il Kospi sudcoreano, che ha chiuso a - 0,7% a 2.544,40. In calo anche L'indice S & P/ASX 200 australiano, sceso dell'1,2% a 7.174,00.
Ieri, a Wall Street, l'indice S & P 500 è sceso dello 0,7%, chiudendo a 4.465,48. Il Dow Jones Industrial Average ha ceduto lo 0,6% a 34.443,19, e il Nasdaq ha ceduto l'1,1% a 13.872,47.
A condizionare l'andamento del mercato americano i dati dei grandi titoli tecnologici, con Apple scesa del 3,6% e Nvidia del 3,1%.
Il rendimento del Tesoro a 10 anni, che influenza i tassi di interesse su mutui e altri prestiti, è salito al 4,30% dal 4,25% circa poco prima della pubblicazione dell'indagine.
Il rendimento dei titoli del Tesoro a 2 anni, che rispecchia le aspettative per la Federal Reserve, è salito al 5,04% dal 4,96% appena prima della pubblicazione dei risultati dell'indagine.
Quando i rendimenti obbligazionari salgono, gli investitori tendono a riconsiderare se le azioni sono troppo costose.
Wall Street si aspetta che la Fed mantenga invariato il tasso di interesse di riferimento nella prossima riunione di settembre. 
I prezzi del petrolio sono aumentati questa settimana alla notizia che i tagli alla produzione di greggio saranno estesi fino alla fine dell’anno.
All'inizio di giovedì, il petrolio greggio di riferimento statunitense è sceso di 34 centesimi a 87,20 dollari al barile nelle negoziazioni elettroniche sul New York Mercantile Exchange. Mercoledì ha guadagnato 85 centesimi.
Il greggio Brent, la base del prezzo per il commercio internazionale, è sceso di 30 centesimi a 90,30 dollari al barile.
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