Le castagne tornano sulle tavole degli italiani e, grazie alle ultime ricerche, conquistano anche lo status di superfood. Ricche di fibre, sali minerali e potassio, prive di glutine e adatte anche ai bambini, rappresentano un alimento completo e naturale che unisce tradizione e benessere. Secondo Coldiretti, ne arriveranno oltre 55 milioni di chili durante la stagione autunnale, frutto dei 43mila ettari coltivati lungo la penisola.
Clima, Coldiretti: le castagne diventano superfood. In arrivo oltre 55 milioni di chili sulle tavole italiane
Le loro proprietà nutrizionali sono numerose: contengono una quota di amido resistente che favorisce l’equilibrio del microbiota intestinale, sono ricche di polisaccaridi benefici per la fertilità maschile e di polifenoli antiossidanti che contrastano lo stress ossidativo. Inoltre, la loro alta presenza di potassio le rende un alimento ideale per chi pratica sport o segue una dieta equilibrata.
“L’albero del pane”, come lo definiva la tradizione contadina, si conferma così un pilastro della dieta mediterranea, oggi riscoperto come alimento funzionale e sostenibile.
Produzione disomogenea da Nord a Sud
Il 2025 mostra un quadro produttivo differenziato lungo lo Stivale. In Campania, che da sola copre circa la metà della produzione nazionale, la raccolta è in leggero calo rispetto allo scorso anno, in particolare in Irpinia, complice il clima irregolare e gli attacchi parassitari. Peggio va in Puglia, dove il raccolto scende del 20% a causa della diffusione del cinipide, un insetto che indebolisce le piante e riduce la produttività.
Decisamente migliore la situazione nel Centro-Nord. In Piemonte e Toscana la produzione cresce, con calibri più grandi e una qualità elevata dei frutti, mentre in Emilia-Romagna gli agricoltori segnalano un’annata positiva. Un andamento, sottolinea Coldiretti, che conferma la forte variabilità del settore e la necessità di strategie più mirate per sostenere i produttori.
Prezzi in calo e domanda altalenante
Nonostante la buona qualità, i prezzi riconosciuti ai produttori si aggirano intorno ai 2 euro al chilo, con un calo medio del 10% rispetto al 2024. Il motivo è duplice: da un lato le temperature elevate di inizio autunno che hanno frenato i consumi, dall’altro la riduzione degli ordini dagli Stati Uniti, uno dei principali mercati di destinazione delle castagne fresche italiane.
Sui banchi dei mercati e nei punti vendita, i prezzi al consumo oscillano tra i 4 e i 7 euro al chilo, arrivando fino a 10 euro per i marroni di alta qualità. Tuttavia, il valore di mercato dipende anche dalla pezzatura e dalla provenienza, con le castagne italiane che restano le più richieste per gusto e consistenza.
La sfida dell’origine: come riconoscere il prodotto italiano
Coldiretti invita i consumatori a controllare sempre l’etichetta d’origine, per evitare di acquistare inconsapevolmente castagne importate, soprattutto da Turchia, Grecia, Portogallo e Spagna. Nel 2024 le importazioni hanno superato gli 11 milioni di chili, una quantità significativa che spesso finisce sul mercato come prodotto italiano, con effetti distorsivi sui prezzi riconosciuti ai produttori nazionali.
I mercati di Campagna Amica e le sagre locali restano le occasioni migliori per acquistare castagne italiane di qualità certificata, sostenendo al contempo le aziende agricole del territorio. Chi vuole può anche partecipare alla raccolta nei boschi, un’esperienza che unisce turismo rurale e tradizione contadina.
Ancora più complesso è il quadro dei prodotti trasformati, come la farina di castagne, per i quali non è previsto l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. In mancanza di un codice doganale specifico, spiegano da Coldiretti, è impossibile conoscere con precisione il volume delle importazioni, rendendo difficile distinguere il prodotto italiano da quello estero.
L’Italia leader per biodiversità e qualità
L’Italia si conferma un’eccellenza anche per la diversità varietale e la qualità certificata. Il nostro Paese vanta ben sedici prodotti a denominazione d’origine riconosciuti a livello europeo, dai marroni del Veneto e della Toscana alle castagne del Piemonte, dell’Emilia-Romagna e della Campania.
Un patrimonio che testimonia la ricchezza del territorio e la varietà dei gusti locali, con prodotti come la Castagna di Montella Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop, il Marrone del Mugello Igp o la Castagna di Roccamonfina Igp, simboli di un legame profondo tra agricoltura, cultura e territorio.
Innovazione e manodopera: le nuove sfide della castanicoltura
Nonostante il buon andamento del settore, la raccolta manuale, che interessa oltre il 60% della produzione, sta diventando sempre più difficile a causa della carenza di manodopera nelle zone montane. Un problema che rischia di compromettere la sostenibilità economica di molte aziende, già alle prese con l’aumento dei costi e la concorrenza estera.
Per Coldiretti è necessario investire in innovazione tecnologica, favorendo l’introduzione di strumenti meccanici per la raccolta, sistemi di conservazione più efficienti e processi di trattamento del prodotto fresco in grado di prolungarne la durata e migliorare la competitività sui mercati internazionali.
Allo stesso tempo, l’apertura verso nuovi mercati e la valorizzazione delle produzioni certificate potrebbero garantire redditività più stabile ai castanicoltori, preservando al contempo una tradizione agricola che da secoli caratterizza le aree interne italiane.
Una risorsa per l’ambiente e per i territori
Oltre al valore economico, i castagneti svolgono un ruolo decisivo nella tutela ambientale e idrogeologica. Preservano il paesaggio, contrastano l’abbandono delle aree montane e contribuiscono a prevenire il dissesto del territorio. “La castanicoltura – conclude Coldiretti – è una risorsa essenziale per l’economia agricola e per l’equilibrio ecologico delle zone interne, simbolo di una filiera che unisce natura, tradizione e innovazione.”