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Crisi pandemica: se Roma piange, Parigi di certo non ride

- di: Jean Aroche
 
Crisi pandemica: se Roma piange, Parigi di certo non ride
Guardando ai dati economici che mostrano una ripresa generalizzata nei Paesi sviluppati che sono stati colpiti dal Covid-19, si dovrebbe essere indotti a pensare che il peggio è ormai alle spalle e che, d'ora in avanti, guarderemo tutto con un sano ottimismo. E invece non è così perché la ripresa non è omogenea e marcia con velocità diverse. Lo stiamo vedendo, come italiani, sulla nostra pelle. Lo stesso accade in Francia dove la pandemia ha creato inattese sacche di debolezza economica e sociale, che il gigantesco piano di sovvenzioni erogate dallo Stato ha evidentemente solo sfiorato.

Pandemica: la Francia continua a subire le conseguenze della crisi

A fronte di una evidente e vigorosa ripresa dell'attività, mentre disoccupazione e la povertà sono in calo e il potere d'acquisto sta migliorando, quattro milioni di francesi fanno parte di una fascia di debolezza economica creata dai lunghi mesi della pandemia. A certificarlo è stata una indagine, condotta nell'arco di due settimane, dal Centro di ricerca per lo studio e l'osservazione delle condizioni di vita (Crédoc), su un campione rappresentativo di 3.202 persone e che sarà ufficializzata nelle prossime ore.
Il Crédoc - con il sostegno finanziario della Fondazione Sanofi Espoir e in collaborazione con diverse associazioni, tra cui Emmaüs Convergence - ha redatto una indagine sulla situazione generale della popolazione, come fa tre volte all'anno, dal 1978.

Secondo lo studio, il 31% degli intervistati in Francia oggi si sente in una situazione vulnerabile. Rispetto al 2018 la percentuale è cresciuta di dieci punti e gli intervistati addebitano questa condizione alla crisi pandemica.
Le elaborazioni quindi determinano in quattro milioni il numero dei francesi, con più di 15 anni (pari all'8 per cento della popolazione), che negli ultimi due anni sono caduti in una situazione preoccupante sotto diversi aspetti (occupazione, finanza, salute, alloggio).

Il primo ostacolo è legato all'occupazione, con il 42% di questi "nuovi vulnerabili" - come li designa il Crédoc - per i quali l'accesso al lavoro è difficile: il 34% ha un contratto a tempo determinato, contro il 16% dei non vulnerabili , e il 14% è disoccupato, rispetto al 6% degli altri.
Nello studio si specifica che ''si tratta di giovani, che lavorano di più nel settore privato (74%), in particolare nel commercio, alloggio e ristorazione, attività culturali e servizi alla casa, con pochi titoli poiché uno su due non ha il diploma di maturità e, molto spesso, è responsabile della famiglia''. L'indagine colloca geograficamente questi soggetti principalmente nell'Ile-de-France -la regione di Parigi - (21%) e nelle città con più di 100.000 abitanti (34%).

Il 61% degli intervistati ritiene che la propria situazione finanziaria sia peggiorata a causa della crisi, contro il 24% della popolazione in generale, e questo nonostante il sostegno statale, ad esempio per la disoccupazione parziale. Ciò si manifesta nella difficoltà di pagare bollette, elettricità (22% contro 7% per gli altri), abbonamenti telefonici e Internet (20% contro 5%), per onorare l'affitto o per rimborsare un mutuo (18% contro 4%). ), per pagare le tasse (18%), l'assicurazione della casa o del veicolo (17%), per pagare le tasse universitarie (17%).
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