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Un generale contro gay, ambientalisti e neri: il diritto alle idee non cancella il rispetto verso gli altri

- di: Bianca Balvani
 
Un generale contro gay, ambientalisti e neri: il diritto alle idee non cancella il rispetto verso gli altri
Ah, la maledetta voglia di apparire, sempre e comunque, anche se, per incarichi ed eccellenze mostrate, non ce n'è proprio bisogno. Eppure il generale Roberto Vannacci - 54 anni, portati ottimamente, onusto di riconoscimenti, medaglie e un ruolino di marcia encomiabile, tra missioni più o meno segrete e comandi di unità di eccellenza delle nostre Forze Armate - proprio non ce l'ha fatta a osservare il riserbo che grado e responsabilità gli avrebbero imposto. Ma il punto non è che abbia espresso le sue idee, é che lo ha fatto esprimendo concetti che, se si devono accettare da una persona che non ha incarichi di responsabilità, non possono essere concessi a chi rappresenta lo Stato, a qualsiasi livello.

Un generale contro gay, ambientalisti e neri: il diritto alle idee non cancella il rispetto verso gli altri

Quello che il generale Vannacci ha espresso in un libro che ha autoprodotto (''Il mondo al contrario'', che pare stia andando bene a livello di vendite per corrispondenza) è un coacervo della peggiore intolleranza verso il diverso, sia esso omosessuale, ambientalista, immigrato, di colore e, ciliegina sulla torna, anche donna, intesa solo ed esclusivamente come angelo del focolare, alla quale deve essere preclusa qualsiasi ''esposizione'' esterna che non sia quella che le veniva concessa cento e più anni fa. Per uno che, parlando di  omosessuali, ne sottolinea la non ''normalità'', l'autodefinirsi  ''speciale'' appare il manifesto fondante del suo pensiero. Che, lo ripetiamo, può esprimere, ma nella consapevolezza di essere un uomo dello Stato, con il quale ha stipulato un patto di lealtà, a cominciare dalla Costituzione, che certo non ha dentro di sé i temi del razzismo e dell'odio verso categorie per le quali si nutre qualcosa di molto vicino all'odio. 
Come definire altrimenti il concetto che la normalità di sostanzia solo nell'eterosessualità?
E cosa pensare di chi dice, parlando della campionessa di volley Paola Egonu (ma avrebbe potuto accomunare anche la capitana della nazionale Myriam Sylla e le sue compagne Sylvia Nwakalor, Loveth Omoruyi, Linda Nwakalor e Adhuoljok Malual), che , sebbene ''italiana di cittadinanza'', ''i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità''?
Il catalogo delle certezze sbandierate dall'alto ufficiale comprende altri capisaldi di una cultura che, anche se non lo si ammette o si concepisce, ha una certa presa in Italia. Come il giudizio negativo contro l'omosessualità e le ''pretese'' dei gay in termini di genitorialità.
''Se non è nella natura dell’uomo essere cannibale, perché dovrebbe esserlo per il diritto alla genitorialità? Le coppie arcobaleno non sono normali. La normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale''. E, per evitare di essere frainteso, il generale si scaglia contro ''chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende''.
Parole e concetti, con condimento del rammarico di non potere chiamare i gay con  le definizioni peggiori con cui sono stati etichettati per secoli, che hanno scatenato una valanga di reazioni negative, a cominciare da quelle del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha definito quelle di Vannacci come ''farneticazioni personali'', ammonendo a non omologare il pensiero del generale a quello delle Forze armate. 
Molti esponenti delle opposizioni hanno criticato Vannacci, oltre che per i concetti che ha espresso, anche perché ancora oggi indossa una divisa, in virtù della quale ha ricoperto molti incarichi, come quello attuale di capo dell’Istituto Geografico Militare, del quale già in tanti chiedono implicitamente la revoca. Ma lui va avanti per a sua strada, parlando, come ormai prassi, di strumentalizzazione e decontestualizzazione, dicendosi amareggiato per quello che per lui è un processo a normali opinioni.
Poi la stoccata finale, attingendo all'iconografia di un personaggio evidentemente tornato in auge in questi mesi e tirato in ballo da chi si erge a difensore del libero pensiero. Solo che Giordano Bruno parlava d'altro che non di ''pederasti, invertiti, froci'', e ci fermiamo qui perché a tutto c'è un limite.
Accostando sé stesso al filosofo arso vivo a Campo dei Fiori, il generale Vannacci dice: ''Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male che abbiamo superato quei momenti''
Già, meno male, per lui.
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