Inflazione, Codacons: con tasso al 9,1% stangata da +2.662 euro a famiglia sul carrello della spesa, Genova la città più cara (+11%)

- di: Barbara Leone
 
Il calo dell’inflazione a febbraio è un dato atteso e ampiamente previsto, ma frutto unicamente della rapida discesa dei beni energetici, mentre i prezzi del carrello della spesa, alimentari e generi ad alta frequenza di acquisto continuano a salire, svuotando le tasche delle famiglie. Ad affermarlo è il Codacons, commentando i dati definitivi diffusi oggi dall’Istat.

Inflazione, Codacons: con tasso al 9,1% stangata da +2.662 euro a famiglia 

“E’ evidente che il calo dell’inflazione è un dato del tutto illusorio, con la discesa delle tariffe energetiche regolamentate e non che altera il dato generale dell’Istat – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Per questo il Governo deve accelerare sul taglio dell’Iva per quei generi più acquistati dalle famiglie, come alimentari e beni di prima necessità, allo scopo di calmierare i listini e difendere il potere d’acquisto dei cittadini”. Dati alla mano, l’inflazione al 9,1% equivale ad un maggiore esborso pari a +2.662 euro annui per la famiglia “tipo”.

Spesa che, sottolinea il Codacons, sale a +3.447 euro per un nucleo con due figli. Nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini rimangono a livelli elevatissimi, con il carrello della spesa che addirittura sale al +12,7% dal +12,0% del mese precedente, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto passano da +8,9% a +9,0%. Gli alimentari addirittura salgono del +13,2% su base annua e del +1,5% rispetto al mese precedente. A livello geografico, la città italiana che a febbraio registra il tasso di inflazione più elevato è Genova. Provincia dove i prezzi, secondo i dati definitivi diffusi oggi dall’Istat e rielaborati dal Codacons, salgono del +11% su base annua, rispetto a una media nazionale del +9,1%. Al secondo posto della classifica si piazza Catania, con un tasso del +10,9% seguita da Palermo (+10,8%), Ravenna e Messina (+10,3%).

La città dove i prezzi crescono di meno a febbraio è Potenza, che segna una media tendenziale del +6,5%; al penultimo posto della classifica sull’inflazione c’è Aosta (+7,4%), al terzultimo Parma (+7,6%). Considerata la spesa annua per consumi delle famiglie residenti, diversa da provincia a provincia, è Milano la città dove l’inflazione incide di più sui consumatori, con una inflazione al 9,9% che determina un maggior esborso su base annua pari a +2.687 euro a famiglia, seguita da Ravenna (+2.489 euro a nucleo) e Bolzano (+2.472 euro). Al contrario a Potenza una inflazione al 6,5% determina l’esborso più basso d’Italia, pari a +1.284 euro annui a nucleo, seguita da Reggio Calabria (+1.475 euro a famiglia) e Catanzaro (+1.494 euro).

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