Istat: "Povertà assoluta in aumento, oltre 2 milioni di famiglie coinvolte"

- di: Barbara Bizzarri
 

L’Istat lancia l’allarme sulla condizione della povertà assoluta che coinvolge, in Italia, anche 1,27 milioni di minori. Lo straordinario aumento dei prezzi registrato a partire dai primi mesi del 2022 ha avuto un ruolo cruciale nel precipitare altre 357mila persone nella condizione di chi non è in grado acquistare un paniere di beni e servizi necessario per un tenore di vita minimamente accettabile. Le nuove stime messe a punto dall’Istat con una metodologia aggiornata e differente rispetto a quella utilizzata fino al 2021, evidenziano che lo scorso anno erano poveri in senso assoluto 5,6 milioni di individui, ovvero il 9,7% del totale, contro il 9,1% del 2021, che vivono in 2,18 milioni di famiglie, in salita all’8,3% dal 7,7% del 2021. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta è più alta al Sud (11,2%), seguito da Isole (9,8%), Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%).

Istat: "Povertà assoluta in aumento, oltre 2 milioni di famiglie coinvolte"

Ma l’aumento anno su anno è stato maggiore nel Nord: 78mila famiglie povere in più, contro le 69mila in più al Sud. Le famiglie in povertà assoluta sono nel 70% dei casi famiglie di soli italiani e per il 30% nuclei con stranieri, nonostante questi ultimi siano solo l’8,7% del totale delle famiglie. Un peggioramento che, come conferma l’Istituto, “è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione”, pari all’8,7% nell’anno. Una situazione critica che ha colpito soprattutto le famiglie meno abbienti, le cui spese, secondo Monica Pratesi, capo del Dipartimento di produzione statistica, non hanno tenuto il passo dell’aumento dei prezzi, calando in termini reali del 2,5%. Per il primo quintile di famiglie (quelle a reddito più basso) la variazione su base annua dei prezzi è stimata nel 12,1%, ben oltre l’indice Ipca generale, contro il 7,2% dell’ultimo quintile. I bonus sociali per l’energia e il gas, potenziati nel 2022, hanno contribuito a contenere la crescita della povertà riducendo l’incidenza di sette decimi di punto. Nel frattempo, come è noto, il governo Meloni ha abolito il reddito di cittadinanza, che nel 2021 aveva contenuto la caduta dei redditi delle fasce più deboli.

Inoltre, al giorno d’oggi, avere un’occupazione non protegge dalla povertà: le famiglie in cui la persona di riferimento è operaio o altre professioni assimilate sono povere nel 14,7% dei casi, contro il 13,8% del 2021. L’incidenza rispetto al 2021 è aumentata anche per i pensionati, salendo dal 4,6 al 5,9%. I valori più alti si registrano però per le famiglie in cui la persona di riferimento è disoccupata (22,4%), dato in linea con l’anno precedente. L’incidenza della povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: arriva al 12,5% se ha al massimo la licenza media, un dato peggiore rispetto al 2021.

Per quanto riguarda i dati drammatici della povertà minorile, l’incidenza tra i minori varia dall’11,5% del Centro al 15,9% del Mezzogiorno. Rispetto al 2021 la condizione dei minori è stabile a livello nazionale, ma con segnali di peggioramento per i bambini da 4 a 6 anni del Centro (l’incidenza arriva al 14,2% dal 9,3%) e per quelli dai 7 ai 13 anni del Mezzogiorno, per i quali si arriva al 16,8% dal 13,8% osservato nell’anno precedente. Questa condizione è più frequente al crescere del numero di figli minori in famiglia: l’incidenza arriva al 21% per le coppie con tre o più figli sotto i 18 anni.

Situazione critica anche per gli stranieri: quelli in povertà assoluta sono oltre 1,7 milioni, con un’incidenza del 34%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani. Tuttavia, per questi ultimi si registra un incremento della povertà assoluta a livello nazionale (7,4% dal 6,9% del 2021), ma anche nel Nord e nel Mezzogiorno (rispettivamente 5,4% e 11,4%, da 4,9% e 10,6% dell’anno precedente). Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è del 28,9% (28,1% nel 2021) e sale al 33,2% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (stabile rispetto al 32,8% del 2021) mentre si ferma al 6,4% per le famiglie di soli italiani (5,8%, in crescita rispetto al 2021). Quando la persona di riferimento è disoccupata, nelle famiglie con stranieri l’incidenza della povertà assoluta è del 40,5%, in quelle di soli italiani dell’8,1%.

L’unica notizia positiva, in uno scenario decisamente preoccupante, è che l’intensità della povertà, quindi la distanza tra spesa mensile delle famiglie povere e linea di povertà, si è lievemente ridotta, al 18,2% dal 18,9% del 2021, per effetto di un calo al Centro (17,1% dal 18,2% del 2021) e Sud (19,3% dal 20,7% del 2021) e di una sostanziale stabilità al Nord. L’intensità della povertà delle famiglie con minori, pari al 20,6% è superiore a quella del complesso delle famiglie povere (18,2%).

L’incidenza della povertà relativa familiare, la cui soglia nel 2022 è di 1.150 euro per una famiglia di due componenti dai circa 1.054 euro del 2021, nel 2022 è stata del 10,9, stabile rispetto all’11% del 2021: le famiglie coinvolte sono 2,8 milioni.

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