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Luiss Business School, quali sono le caratteristiche dei CdA italiani

- di: Barbara Bizzarri
 
Luiss Business School, quali sono le caratteristiche dei CdA italiani

Aumentano l'inclusione e la gender diversity ma ancora poco l'internazionalizzazione: questi i tratti salienti dei Consigli d'Amministrazione delle imprese italiane emerse dalla ricerca “Lo stato dell’arte dei CdA italiani” realizzata da Luiss Business School per Fondirigenti nell’ambito del progetto sulla modellizzazione formativa per la managerializzazione dei Consigli di Amministrazione. L'indagine mira a identificare gli skill gaps e i fabbisogni formativi per rafforzare le competenze dei consiglieri di amministrazione Obiettivo: cogliere e vincere le sfide operative e strategiche contemporanee.

Luiss Business School, quali sono le caratteristiche dei CdA italiani

Il CdA è l'organo esecutivo della società ed è responsabile di stabilire la strategia dell'azienda, garantendo una gestione etica e conforme alle leggi vigenti. Molti studi mettono in relazione la sua composizione con le performance in cui opera: partendo da qui, i ricercatori hanno lavorato per comprendere qual è la struttura più efficace, le caratteristiche e le competenze da introdurre per raggiungere i risultati che l'organizzazione si è prefissata.

Il campione analizzato è di 309 imprese di differenti dimensioni, dislocate su tutto il territorio nazionale, con particolare focus sulle aziende quotate in borsa. Il report ha sondato la struttura del Cda attraverso quattro variabili: il grado di board indipendence; le sue dimensioni; la CEO Duality (dualità tra CEO e presidente del Cda, che riflette una supervisione inferiore del consiglio e un maggiore potere del CEO, e viceversa); il board committee (la crescente variabilità del contesto imprenditoriale ne richiede la presenza di nuovi, come quello di sostenibilità), mentre sul fronte delle caratteristiche, sono state analizzate età; grado di diversificazione (genere, provenienza geografica, ecc.); board internationality e board tenue (durata del mandato del CdA).

L’80% delle aziende italiane ha un CdA con un numero di consiglieri superiore a 10 (numerosità media: 8,07 membri). Il 34% dei consiglieri analizzati è indipendente (media italiana: 2,78 consiglieri indipendenti per board). Il 38% delle aziende presenta una sovrapposizione tra CEO e presidente del CdA, con una percentuale di CEO Duality che arriva fino al 63% per le piccole imprese. il 31% delle aziende del campione presenta almeno un comitato endoconsiliare all’interno del CdA, e il dato sale al 55% se si considerano solo le grandi imprese, secondo i dati emersi dall'analisi della struttura dei Consigli d'Amministrazione. Inoltre, il CdA delle società italiane quotate è ancora molto maschile (66% uomini contro 34% donne), ma la situazione sta cambiando. Ne è un esempio la presenza femminile nelle grandi imprese, giunta al 42% solo nelle grandi imprese, dove si sta lavorando già da tempo per assicurare una maggiore inclusività. In Italia, l’età media dei membri dei board è di 56,9 anni: circa il 70% dei consiglieri è nella fascia d’età tra i 45 e i 65 anni. Solo il 22% delle aziende italiane ha almeno un consigliere internazionale (media nazionale pari a 0,41). In media i CdA italiani operano per una media di 1,82 anni, con un minimo di 0,39 e un picco massimo di 12,77 anni.

Comparando i dati italiani con le informazioni internazionali sulle aziende quotate nei principali indici azionari mondiali sono emersi alcuni tratti distintivi dei CdA italiani. In termini di struttura, essi presentano una dimensione media dei board in linea gli altri paesi (Board Size), un minor numero di consiglieri indipendenti (Board independence), un numero di aziende con CEO duality relativamente basso (Ceo Duality) e una buona presenza di comitati endoconsiliari (Board committee).

Infine, le, caratteristiche più rilevanti dei CdA italiani sono, innanzitutto, una significativa rappresentanza femminile all’interno dei CdA (Board diversity), una distribuzione equilibrata in termini di età media dei consiglieri (Board age), un tasso di internazionalizzazione relativamente basso (Board internationality) e una durata media del mandato del CdA inferiore alla media internazionale (Board Tenure): questa comparazione fa emergere l’importanza di avere un board diversificato ed eterogeneo anche e soprattutto in termini di competenze.

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