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No della Metro di Tokyo a campagna fotografica sull'Ucraina perché menziona Putin

- di: Redazione
 
No della Metro di Tokyo a campagna fotografica sull'Ucraina perché menziona Putin
La società che gestisce la metropolitana di Tokyo, utilizzata da milioni di persone, ha rifiutato di consentire a un fotografo di utilizzare degli spazi pubblicitari di una delle sue principali stazioni per esporre foto che, contro la guerra in Ucraina, menzionavano il presidente russo Vladimir Putin, ritenendo questo un messaggio troppo politico.

La Metro di Tokyo rifiuta una campagna fotografica sull'Ucraina

Naotaka Miyamoto, fotografo che vive a Tokyo e che dal 1990 al 1991 ha studiato in Italia con Oliviero Toscani, ha progettato la campagna per aumentare la consapevolezza sulla difficile situazione dell'Ucraina dilaniata dalla guerra. Le foto alla fine sono state esposte alla stazione Omotesando della metropolitana di Tokyo nel quartiere Minato della capitale, ma solo dopo che Miyamoto ha eliminato la parola "Putin" dallo slogan "ferma Putin, ferma la guerra".

Miyamoto aveva contattato i residenti ucraini in Giappone (23 tra uomini e donne) attraverso i social media e li aveva fotografati per la campagna, chiedendo poi il permesso di esporre gli scatti nello spazio pubblicitario nella stazione di Omotesando. Ma la metropolitana di Tokyo ha rifiutato di esporre sette delle 23 foto che menzionavano Putin per nome perché preoccupate che potessero essere viste come "espressione politica". Il fotografo ha anche reso noto che la società della metro ha anche espresso preoccupazione per il fatto che le fotografie che mostrano impronte di mani insanguinate avrebbero potuto suscitare paure o mettere a disagio gli spettatori.

"Non è una mostra fotografica, ma una pubblicità di servizio pubblico vista da molti passeggeri", ha detto un funzionario della metropolitana di Tokyo. "Abbiamo concluso che alcuni dei suoi lavori non erano consoni alle linee guida del gruppo della metropolitana di Tokyo". Miyamoto aveva quasi rinunciato a esporre le foto perché pensava che le impronte di mani insanguinate fossero necessarie per trasmettere chiaramente il suo messaggio. Alla fine ha deciso di cancellare il nome di Putin e fare altre revisioni delle foto, in modo che tutte e 23 le foto potessero essere mostrate.
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