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Sanremo, futuro al bando: la Rai perde il ricorso, il Festival sarà assegnato con gara pubblica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sanremo, futuro al bando: la Rai perde il ricorso, il Festival sarà assegnato con gara pubblica
Il Festival di Sanremo, per decenni affidato con decisioni interne e margini di autonomia gestionale, dovrà d’ora in poi essere assegnato tramite procedura pubblica. È quanto emerge dalla decisione con cui i giudici hanno respinto il ricorso presentato dalla Rai contro l’obbligo di bandire l’organizzazione della kermesse canora. Una svolta nella gestione della più nota manifestazione musicale italiana, che introduce per la prima volta la logica della trasparenza competitiva anche in un settore – quello dello spettacolo pubblico – storicamente regolato da prassi interne e affidamenti fiduciari. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state rese pubbliche, ma la direzione appare ormai chiara: il Festival non potrà più essere assegnato senza un avviso pubblico.

Sanremo, futuro al bando: la Rai perde il ricorso, il Festival sarà assegnato con gara pubblica

La decisione, oltre ad avere ricadute operative, apre un fronte delicato nel rapporto tra l’autonomia editoriale della Rai e le normative sugli appalti pubblici. Affidare la direzione artistica del Festival tramite bando significa sottoporre anche le scelte di natura creativa a una procedura formalizzata, con requisiti, scadenze, criteri e controlli. Un’ipotesi che da tempo divide il mondo della cultura e quello dell’amministrazione pubblica. Se da un lato la procedura garantisce pari opportunità e trasparenza, dall’altro rischia di imbrigliare il carattere unico e simbolico dell’evento, che richiede visione artistica, coerenza progettuale e capacità di attrarre pubblico e mercato.

Il ricorso della Rai e lo scenario che si apre

La Rai aveva presentato ricorso contro la precedente decisione che imponeva l’obbligo di gara, sostenendo – secondo fonti vicine all’azienda – l’eccezionalità del Festival rispetto agli standard delle forniture pubbliche ordinarie. Con il rigetto dell’impugnazione, la linea della magistratura amministrativa sembra aver prevalso: Sanremo è un evento pubblico finanziato con risorse pubbliche, e in quanto tale va gestito nel rispetto delle regole concorsuali previste per gli affidamenti della pubblica amministrazione. Resta ora da capire quali saranno i parametri, le tempistiche e i criteri con cui la Rai dovrà bandire le prossime edizioni, a partire già dal 2026.

Dopo l’era Amadeus, una rivoluzione anche gestionale

L’addio di Amadeus ha segnato la fine di un ciclo artistico, ma ora si apre anche una nuova fase normativa e organizzativa. Finora le scelte sulla conduzione e sulla direzione artistica erano state fatte con margini ampi di discrezionalità, giustificati dal ruolo strategico del Festival per la rete ammiraglia e per il servizio pubblico. L’introduzione della gara pubblica impone però una diversa impostazione: non più la scelta del “volto giusto” al momento giusto, ma una progettualità che dovrà convincere una commissione sulla base di criteri formali e verificabili.

Sanremo come banco di prova per la governance culturale

Il caso Sanremo assume ora un valore paradigmatico per tutto il comparto culturale italiano. La decisione dei giudici non è solo una questione di diritto amministrativo, ma un segnale su come dovranno essere trattati in futuro gli eventi di rilevanza pubblica. La sfida sarà bilanciare legalità e qualità, trasparenza e identità. Per la Rai si apre una stagione complessa, fatta di regolamenti, bandi e nuova responsabilità nella gestione delle sue icone editoriali. E per Sanremo, il palco più seguito d’Italia, si profila un nuovo copione: meno improvvisazione, più procedure. Ma la musica – almeno quella – dovrà continuare a parlare al cuore.
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