Il ragazzo che ha conquistato la scacchiera mondiale
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il 12 dicembre scorso, in un silenzio quasi sacrale rotto solo dal ticchettio dell’orologio, un diciottenne indiano ha cambiato la storia degli scacchi. Dommaraju Gukesh, con la calma di chi ha già visto mille battaglie dentro la propria mente, ha detronizzato il campione cinese Ding Liren, aggiudicandosi il titolo di campione del mondo.
Il ragazzo che ha conquistato la scacchiera mondiale
Un evento che, per i profani, potrebbe sembrare una curiosità sportiva, ma che per chi conosce il mondo degli scacchi segna una rivoluzione: il più giovane campione del mondo di sempre, un ragazzo che viene da un’India sempre più protagonista, non solo nello sport ma nel racconto globale.
L’arte silenziosa di Gukesh
A sette anni, in una piccola casa di Chennai, Gukesh si avvicinava per la prima volta alla scacchiera. Non un gioco, ma una rivelazione. Perché, negli scacchi, ogni mossa è una scelta irreversibile, una microstoria di coraggio, strategia e rischio. E Gukesh ha imparato presto a leggere quelle storie meglio degli altri.
Non era nato in una famiglia di ricchi, né di accademici illustri. Era un ragazzo normale in una nazione straordinaria, un’India che negli ultimi anni ha trovato negli scacchi un simbolo di riscatto intellettuale. A dodici anni e sette mesi, Gukesh diventa Grande Maestro. Non c’è retorica nel dire che è un predestinato: l’albo d’oro lo conferma, ma sono i suoi occhi calmi e il sorriso schivo a raccontare meglio la sua storia.
La sfida di Singapore
E così arriviamo a Singapore, lo scorso dicembre. Ding Liren, il campione uscente, rappresenta un’intera generazione di grandi maestri cinesi, una scuola potente, metodica, a tratti impenetrabile. Ma Gukesh non si lascia intimorire. Per quattordici partite, in un crescendo di tensione, il ragazzo di Chennai gioca con l’audacia di chi non ha nulla da perdere e la precisione di un chirurgo.
Alla fine, il punteggio è 7,5 a 6,5. Gukesh alza il trofeo con la serenità di chi sa che il lavoro non è finito. Per lui, questa vittoria è solo una tappa.
Una vittoria che parla al mondo
In India, la notizia esplode come un fulmine in una notte serena. Le strade di Chennai si riempiono di canti, balli, bandiere. Il Primo Ministro Narendra Modi lo celebra come "un’ispirazione per milioni di giovani". Ma il significato di questa vittoria va oltre i confini nazionali.
C’è qualcosa di simbolico nella scalata di un ragazzo così giovane, così diverso dai soliti protagonisti del panorama scacchistico. È un segnale che i tempi stanno cambiando, che le nazioni emergenti stanno riscrivendo le regole, non solo nella geopolitica ma anche nelle narrazioni culturali.
Un futuro tutto da scrivere
E Gukesh? Lui non sembra interessato al clamore. "Questa è solo l’inizio," ha detto con il sorriso di chi sa che i veri traguardi sono ancora da raggiungere. E mentre il mondo celebra il suo successo, lui torna alla sua scacchiera, alla sua routine fatta di studio, di analisi, di perfezione ossessiva.
Ciò che colpisce di Gukesh, in fondo, è la sua capacità di unire il vecchio e il nuovo. Da una parte, il rispetto quasi liturgico per le regole e la tradizione degli scacchi; dall’altra, un approccio fresco, moderno, che parla al mondo intero.
In un’epoca in cui siamo abituati al rumore e alla velocità, Gukesh ci ricorda il valore del silenzio, della pazienza, della riflessione. Il suo successo non è solo una vittoria sportiva: è la prova che il genio, il talento, la dedizione, possono ancora scrivere storie capaci di attraversare confini, culture e generazioni.