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Più soldi in busta paga per chi rinvia la pensione anticipata: ecco cosa cambia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Più soldi in busta paga per chi rinvia la pensione anticipata: ecco cosa cambia

Chi ha già maturato i requisiti per andare in pensione anticipata ma decide di restare al lavoro potrà ricevere un netto aumento della propria busta paga. È questo il principio cardine del nuovo incentivo economico previsto dalla legge di Bilancio per il 2024, che ricalca un modello già adottato con Quota 103.

Più soldi in busta paga per chi rinvia la pensione anticipata: ecco cosa cambia

Il vantaggio per il lavoratore consiste nella decontribuzione totale: non verserà più i contributi previdenziali, trattenuti normalmente in busta paga, ma li riceverà direttamente sotto forma di stipendio aggiuntivo netto. Si tratta di una misura che, di fatto, premia la scelta di restare in servizio pur avendo diritto al pensionamento.

Un bonus che può arrivare fino a 260 euro al mese
Secondo le prime stime, il beneficio per chi decide di rinviare la pensione anticipata può tradursi in un incremento mensile netto della retribuzione compreso tra i 150 e i 260 euro. Tutto dipende dal livello retributivo e dalla quota di contributi normalmente versata dal lavoratore. È importante sottolineare che si tratta di una somma aggiuntiva rispetto allo stipendio abituale, erogata direttamente in busta paga e non soggetta a trattenute contributive. Questo incentivo mira a trattenere più a lungo sul mercato lavoratori esperti e qualificati, favorendo così la sostenibilità del sistema previdenziale.

Chi può beneficiarne e come funziona l’opzione
L’incentivo è rivolto esclusivamente a chi ha già raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione anticipata ordinaria (diversa da Quota 103), ma decide volontariamente di proseguire l’attività lavorativa. Non si tratta di una misura automatica: per ottenerla, il lavoratore dovrà fare esplicita richiesta all’INPS, comunicando la rinuncia momentanea al trattamento pensionistico. Dal momento in cui la richiesta sarà accolta, il datore di lavoro smetterà di versare la quota contributiva a carico del dipendente e quest’ultima verrà interamente riconosciuta sotto forma di retribuzione lorda.

I limiti della misura e il nodo delle coperture
Sebbene la misura sia stata salutata positivamente da molti osservatori, restano aperte alcune questioni. In primo luogo, non è ancora chiaro quanti lavoratori effettivamente sceglieranno di rinunciare alla pensione anticipata pur avendone diritto, specialmente in contesti dove le condizioni lavorative sono gravose. In secondo luogo, il provvedimento ha un impatto diretto sulla contribuzione previdenziale: rinunciando a ricevere i contributi, il lavoratore non vedrà un incremento dell’assegno pensionistico futuro. Inoltre, resta da monitorare l’effetto finanziario sul bilancio dello Stato, dal momento che l’incentivo potrebbe comportare un’erosione del gettito contributivo.

Un tassello della strategia anti-esodo anticipato
Il bonus in busta paga si inserisce in una più ampia strategia del governo per contrastare il ricorso massiccio alle pensioni anticipate. L’obiettivo è duplice: da un lato, incentivare la permanenza nel mondo del lavoro dei lavoratori over 60, dall’altro ridurre la pressione sul sistema pensionistico pubblico. Il messaggio è chiaro: chi resta al lavoro viene premiato. Ma il successo della misura dipenderà dalla sua effettiva attrattività per i lavoratori e dalla capacità dello Stato di gestirne le implicazioni economiche e sociali.

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