Keir Starmer alza la posta. Il premier britannico, fresco del suo viaggio a Washington e dell’incontro con Donald Trump, convoca per domenica un vertice cruciale sulla difesa europea e sulla sicurezza dell’Ucraina. Londra prende l’iniziativa, e questa volta c’è una novità che cambia gli equilibri: tra gli invitati compare la Turchia.
Vertice di Londra: Starmer ridisegna la mappa della sicurezza europea, entra la Turchia
Non un dettaglio da poco. L’aggiunta di Ankara al tavolo, rispetto al formato ristretto di Parigi, è un segnale chiaro: il Regno Unito, ancora fuori dall’Unione Europea ma non certo dalla geopolitica del Vecchio Continente, si muove con pragmatismo. Coinvolgere Recep Tayyip Erdoğan significa riconoscere il ruolo strategico di un Paese che tiene le chiavi del Mar Nero e che, tra ambiguità e negoziati, continua a giocare su più tavoli tra Mosca, Kiev e l’Occidente.
Un vertice ampliato e una nuova geometria della difesa
A Downing Street sanno che la partita in corso non è solo militare, ma profondamente politica. L’Europa sta ridefinendo il suo assetto di sicurezza e Londra non vuole restare ai margini. Oltre alla Turchia, al vertice parteciperanno i leader di Norvegia, Svezia, Finlandia, Romania e Repubblica Ceca, con la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi incontrerà Trump alla Casa Bianca.
Prima della riunione, Starmer avrà anche una videochiamata con i leader baltici di Estonia, Lettonia e Lituania, i più esposti alla pressione russa. Un passaggio obbligato, dato che la frontiera orientale dell’UE non è mai stata così tesa e l’ombrello della NATO è tornato a essere una necessità più che una garanzia.
La partita tra Starmer e Meloni
Il vertice sarà anche l’occasione per incontri bilaterali. Tra i più attesi, quello tra Starmer e Giorgia Meloni, che arriva a Londra con un’agenda fitta e una posizione da consolidare. L’Italia, dopo il sostegno convinto alla resistenza ucraina e la stretta sui rapporti con Pechino, punta a rafforzare la propria posizione nei nuovi assetti della difesa europea.
Meloni dovrà anche misurarsi con la posizione britannica sulle strategie comuni di difesa e con la necessità di trovare un equilibrio tra le pressioni di Washington e le dinamiche interne all’Unione Europea. Londra non fa più parte di Bruxelles, ma il suo peso diplomatico e militare resta centrale.
Il ruolo di Londra e i futuri equilibri
L’ombra di Washington aleggia su tutto il vertice. Il viaggio di Starmer negli Stati Uniti e il faccia a faccia con Trump sono elementi chiave di questo summit. Il Regno Unito sta cercando di rafforzare la propria posizione nel vecchio continente.
Ma la domanda resta: quanto pesa oggi la leadership britannica in Europa? E soprattutto, quanto spazio ha un’Europa della difesa senza un’unica visione strategica? Il vertice di Londra potrebbe dare qualche risposta, ma il vero banco di prova sarà quello sul campo: dagli aiuti militari a Kiev alla capacità di rispondere a un eventuale cambio di rotta degli Stati Uniti.
Una cosa è certa: con l’ingresso della Turchia nel format, Starmer ha voluto mandare un messaggio chiaro. L’Europa della sicurezza si allarga, i vecchi schemi non reggono più e le alleanze si ridefiniscono. Ora resta da vedere chi ne uscirà rafforzato e chi invece rischia di rimanere schiacciato dal nuovo ordine che si sta delineando.