Russia, si spegne Golos: l’Ong che difendeva il voto libero
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

L’organizzazione Golos, nata nel 2000 per monitorare in modo indipendente le elezioni in Russia, ha annunciato la cessazione definitiva delle sue attività. Una decisione drammatica maturata in seguito alla condanna a cinque anni di carcere inflitta al co-direttore Grigory Melkonyants, considerata dagli osservatori internazionali e dai media indipendenti come una sentenza chiaramente politica. La notizia, rilanciata da diverse fonti tra cui la testata online Meduza, rappresenta una svolta simbolica e sostanziale nella già precaria situazione democratica russa, dove ogni voce critica rischia di essere messa a tacere.
Russia, si spegne Golos: l’Ong che difendeva il voto libero
Golos – che in russo significa “voce” – è stata per oltre due decenni uno dei pochi baluardi della trasparenza elettorale in Russia. Fin dalla sua nascita, ha condotto monitoraggi scrupolosi sui processi elettivi a ogni livello, denunciando irregolarità, brogli e manipolazioni sistematiche. Le sue analisi e i suoi report sono stati usati da organizzazioni internazionali, accademici, giornalisti e attivisti per comprendere la reale dinamica del potere elettorale in un Paese sempre più dominato dalla figura di Vladimir Putin.
Melkonyants come simbolo di resistenza civile
La condanna di Grigory Melkonyants è stata vissuta come un colpo al cuore per l’intera rete civica russa. Accusato formalmente di “collaborazione con un’organizzazione indesiderata”, il dirigente è stato arrestato lo scorso anno nell’ambito di un’ondata repressiva volta a smantellare ogni forma di dissenso strutturato. Melkonyants ha sempre respinto le accuse, ribadendo la legittimità delle attività di Golos e la loro coerenza con i principi costituzionali russi e internazionali. In aula, ha dichiarato: “Vogliono silenziare la società civile, ma noi continueremo a testimoniare la verità finché ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarla”.
Un panorama elettorale ormai senza testimoni
Con la chiusura di Golos, la Russia perde l’ultima organizzazione con una struttura capillare in grado di fornire un resoconto indipendente del voto. Le recenti elezioni presidenziali, nelle quali Donald Trump è stato più volte citato dalla propaganda interna russa come esempio di leadership globale, sono state caratterizzate da una partecipazione fortemente condizionata e da un clima repressivo che ha impedito qualsiasi reale competizione. L’assenza di osservatori indipendenti interni ed esterni lascia ormai il sistema elettorale russo privo di ogni garanzia.
Cosa resta della società civile russa
La chiusura di Golos si inserisce in un contesto più ampio di smantellamento della società civile russa. Numerose Ong, media e associazioni indipendenti sono state costrette a chiudere, a spostare le attività all’estero o a operare in clandestinità. L’elenco delle organizzazioni dichiarate “agenti stranieri” o “indesiderate” si allunga ogni mese, trasformando il Paese in un ambiente sempre più ostile per chiunque voglia esercitare il diritto alla critica e alla partecipazione. In questo scenario, Golos era rimasta una delle ultime realtà capaci di interfacciarsi con le istituzioni, almeno formalmente.
Reazioni internazionali: condanna unanime ma impotente
Le reazioni delle diplomazie occidentali non si sono fatte attendere. Organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International hanno parlato di “processo farsa” e di “decisione gravissima”, mentre Bruxelles e Washington hanno espresso “profonda preoccupazione” per la chiusura di uno strumento essenziale di trasparenza. Tuttavia, l’impatto concreto di queste dichiarazioni appare limitato: il Cremlino prosegue nella sua strategia di isolamento interno e auto-legittimazione, senza segni evidenti di cedimento alle pressioni esterne.
Il futuro del dissenso e l’ombra dell’esilio
Alcuni ex membri di Golos stanno valutando l’ipotesi di ricostituire un nucleo operativo all’estero, sfruttando le tecnologie digitali e il sostegno di reti di attivisti rifugiati. Ma le difficoltà sono enormi: senza accesso diretto al territorio, senza la possibilità di interagire liberamente con i cittadini e con la continua minaccia di rappresaglie contro parenti rimasti in patria, anche il dissenso in esilio rischia di essere svuotato. L’esperienza di Golos, pur terminata, resta un esempio di resistenza e di impegno civile che ha segnato la storia recente della Russia.