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Usa: storico accordo tra Google e gli Stati sul controllo tecnologico per la distribuzione delle app

- di: Redazione
 
Usa: storico accordo tra Google e gli Stati sul controllo tecnologico per la distribuzione delle app
È andato in scena, in America, uno storico accordo - sebbene ancora di principio - tra i 50 Stati, il Distretto di Columbia (che racchiude la capitale Washington) e il territorio di Puerto Rico con Google per risolvere una causa intentata nel 2021 sul presunto controllo monopolistico del colosso della tecnologia sulla distribuzione di app per il software che gestisce la maggior parte dei cellulari del mondo.
L'ultima parola sui contenuti dell'accordo tocca ora sostanzialmente ai procuratori generali degli Stati che hanno promosso l'azione legale e del consiglio di amministrazione di Google.

Usa: storico accordo tra Google e gli Stati sul controllo tecnologico per la distribuzione delle app

Il contenuto dell'accordo, in base ai termini del patto temporaneo, deve restare ancora riservato, come reso noto dall'ufficio del procuratore generale dello Utah, principale attore nell'azione bipartisan.
Chiaro il commento sulla vicenda da parte del procuratore generale di New York, Letitia James, che, in una nota, afferma che ''nessuna azienda è troppo grande per rispettare le regole, inclusa Google. Abbiamo intentato questa causa perché è illegale usare il potere di monopolio per far salire i prezzi". Gli Stati, ha aggiunto James, ''hanno combattuto per un mercato equo che incoraggi la concorrenza, l’innovazione e i prezzi più bassi per i consumatori'' e ora non vedono l’ora di ''finalizzare l’accordo e condividere maggiori dettagli nei prossimi 30 giorni''.

Da parte sua Google si è astenuta dal commentare l'accordo, raggiunto prima che il processo cominciasse in aula, il prossimo 6 novembre.
Quella ''disinnescata'' dall'accordo è solo una delle cause legali intestate, sulla base della normativa antitrust, contro Google dal Dipartimento di Giustizia e da altre agenzie governative negli Stati Uniti incentrate su presunti comportamenti monopolistici legati alla ricerca e al mercato pubblicitario. La causa ora provvisoriamente risolta rientra tra le azioni intraprese negli ultimi anni per cercare di ridurre l’enorme potere accumulato da Google, Apple, Facebook e Amazon , che hanno costruito imperi digitali senza precedenti, costringendo i consumatori a servizi isolati con concorrenti minimi.
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