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Gaza, tregua a un passo. Netanyahu vola a Washington mentre Doha accelera

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gaza, tregua a un passo. Netanyahu vola a Washington mentre Doha accelera

La tregua nella Striscia di Gaza potrebbe arrivare entro il fine settimana. È questa la previsione dell’inviato speciale americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che ha espresso ottimismo al termine di una giornata di colloqui serrati. “Siamo fiduciosi che un accordo possa essere firmato molto presto”, ha dichiarato da Doha, dove i negoziati si sono intensificati con la partecipazione di delegazioni di Hamas, Qatar, Egitto e Stati Uniti. Le fonti diplomatiche parlano di un’intesa già raggiunta sul 90% dei punti previsti dal piano di cessate il fuoco, lasciando presagire un possibile annuncio nelle prossime ore.

Gaza, tregua a un passo. Netanyahu vola a Washington mentre Doha accelera

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato a Washington per incontrare il presidente Donald Trump e aggiornare personalmente il vertice della Casa Bianca sugli sviluppi in corso. Il viaggio, avvolto da una riservatezza operativa, è stato organizzato all’ultimo momento dopo le conferme informali da Doha circa la disponibilità di Hamas ad accettare alcuni punti considerati finora insormontabili. La delegazione israeliana considera il faccia a faccia con l’amministrazione americana decisivo per definire le condizioni di sicurezza e monitoraggio dell’eventuale cessate il fuoco.

Operazioni militari ancora attive
Nel frattempo, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato l’eliminazione di due figure chiave di Hamas. Uno di loro, un comandante operativo del braccio esterno del movimento, è stato ucciso in un’operazione mirata in Libano, mentre il secondo sarebbe stato colpito in un raid nel centro della Striscia. L’intelligence israeliana ritiene che entrambi fossero coinvolti nella pianificazione degli attacchi contro civili e militari avvenuti nel corso degli ultimi mesi. Gli attacchi aerei proseguono anche su Rafah e Khan Younis, dove si segnalano centri logistici ancora attivi.

Un bilancio umano sempre più drammatico
Secondo fonti mediche locali, sono almeno 87 le vittime civili registrate nelle ultime 24 ore a Gaza, cifra che si aggiunge a un bilancio che ormai ha superato le 38.000 vittime da ottobre. Le organizzazioni umanitarie denunciano il collasso dei sistemi ospedalieri e il blocco parziale degli aiuti, mentre le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco immediato e garantito da un meccanismo internazionale. Nelle stesse ore, proteste sono state registrate anche in Cisgiordania, dove la tensione tra i giovani palestinesi e le forze israeliane continua a crescere.

Pressioni internazionali per chiudere
Il negoziato in corso a Doha resta l’unico canale diplomatico attivo. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro impegno a fare da garante dell’accordo, con il supporto dell’Egitto per la gestione dei confini e del Qatar per la mediazione con Hamas. L’Unione Europea ha espresso sostegno all’iniziativa, sebbene senza un ruolo diretto nei colloqui. La posizione di Israele resta cauta: Netanyahu vuole ottenere garanzie sulla smilitarizzazione dell’area e sull’identificazione dei prigionieri da liberare, ma la pressione interna ed esterna lo spinge verso un compromesso. La Casa Bianca, da parte sua, mira a chiudere prima della pausa estiva del Congresso, trasformando un fragile accordo in un segnale di stabilizzazione nella regione.

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