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Fiamme a Viterbo, paura all’Università della Tuscia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fiamme a Viterbo, paura all’Università della Tuscia
Un incendio di vaste proporzioni ha colpito nella mattinata del 4 giugno la Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, nel polo universitario di Riello, a Viterbo. Le fiamme sono divampate dal tetto della palazzina C, dove erano in corso lavori di ristrutturazione, e si sono propagate con rapidità verso i piani sottostanti, raggiungendo laboratori altamente sensibili, tra cui quelli di chimica e di genetica. L’ipotesi iniziale è che l’incendio sia stato causato da una scintilla innescata da operazioni di saldatura o da un malfunzionamento durante l’intervento tecnico, ma sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Viterbo a chiarire la dinamica dei fatti.

Fiamme a Viterbo, paura all’Università della Tuscia

L’allarme è scattato intorno alle 10:00. In pochi minuti, dense colonne di fumo nero hanno avvolto l’area, visibili anche da diversi chilometri di distanza. Le sirene dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle ambulanze hanno rotto la quiete accademica. Studenti, docenti e personale sono stati evacuati in fretta. Secondo testimonianze raccolte sul posto, alcuni studenti sono rimasti intrappolati temporaneamente nei corridoi a causa del fumo. La macchina dei soccorsi ha reagito con prontezza, mettendo in sicurezza centinaia di persone. Alcuni residenti nei pressi del polo di Riello hanno raccontato di aver udito piccoli scoppi, probabilmente dovuti alla combustione di materiali chimici conservati nei laboratori.

La sostanza infiammabile nei laboratori sotto accusa

Una delle preoccupazioni principali degli operatori antincendio è stata la presenza nei locali sottostanti di sostanze infiammabili: circa 500 litri di etanolo, bombole di gas, protossido di azoto e altri reagenti chimici. L’incendio ha costretto le squadre dei vigili del fuoco a un’azione rapida e coordinata per evitare un'esplosione o una contaminazione. La situazione è stata definita “ad altissimo rischio”. I tecnici dell’ARPA Lazio, giunti con campionatori mobili, hanno monitorato la qualità dell’aria per verificare la presenza di sostanze tossiche. È stato diramato un avviso alla popolazione nel raggio di un chilometro, chiedendo di tenere porte e finestre chiuse e di non sostare all’aperto.

Il caso del disperso e l’allarme rientrato

Nelle prime ore dell’intervento, un operaio impiegato nei lavori sul tetto era stato dato per disperso. L’ansia ha serpeggiato tra i presenti, fino a quando l’uomo è stato rintracciato in una zona sicura, illeso ma in stato di forte shock. L’episodio ha fatto emergere le difficoltà logistiche in una struttura complessa come quella universitaria, dove la mappatura degli ingressi e delle uscite non è sempre immediata. Sul posto, oltre ai soccorritori, è giunto anche il rettore dell’università, che ha seguito le operazioni di persona e ha poi emesso un provvedimento di sospensione delle attività didattiche per il 4 e il 5 giugno nelle sedi di Viterbo. Le sedi di Civitavecchia e Rieti, invece, proseguono regolarmente le attività.

Le reazioni delle istituzioni e le indagini della Procura

La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, ha seguito da vicino gli sviluppi della situazione e ha assicurato il massimo supporto della città all’ateneo. Anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso solidarietà all’intera comunità universitaria, garantendo l’impegno dell’ente per la messa in sicurezza dell’area e per i futuri lavori di ripristino. La Procura di Viterbo ha aperto un fascicolo per disastro colposo, affidando le indagini ai carabinieri del nucleo operativo e ai vigili del fuoco. Saranno analizzati i materiali utilizzati nei lavori e i protocolli di sicurezza adottati dall’impresa appaltatrice.

Un colpo durissimo per l’ateneo e per la città

Il rogo colpisce uno dei cuori pulsanti della formazione scientifica italiana: la Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia è infatti considerata un centro d’eccellenza, non solo a livello regionale ma anche nazionale. Ricerca, sperimentazione e collaborazioni internazionali fanno della sede di Riello un riferimento per centinaia di studenti. L’incendio di ieri ha provocato danni gravissimi alle strutture, compromettendo parte del patrimonio scientifico, con la distruzione di macchinari, reagenti e archivi. La perdita è ancora in fase di quantificazione, ma già si parla di milioni di euro. Sarà necessaria una mobilitazione generale per ridare respiro a un luogo così strategico per il futuro della ricerca agricola.

Il bilancio provvisorio e le prossime ore


Nel tardo pomeriggio, il bilancio provvisorio tracciato dalle autorità parla di sei persone leggermente intossicate dal fumo – tra studenti e tecnici – tutte trasportate all’ospedale Santa Rosa per accertamenti. I vigili del fuoco hanno dichiarato l’incendio sotto controllo, ma non ancora definitivamente spento. L’intervento è proseguito per tutta la notte con squadre turnanti per scongiurare la ripresa delle fiamme e verificare la stabilità strutturale della palazzina C. Le prossime ore saranno decisive per comprendere l’entità dei danni, l’origine esatta del rogo e la possibilità di un rientro, seppur parziale, alle attività. Ma già da ora una certezza si impone: la ricostruzione sarà lunga e dolorosa, e non solo dal punto di vista materiale. La città di Viterbo, oggi, si scopre vulnerabile anche nel suo sapere.
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