Il settore ortofrutticolo italiano è sotto pressione. Tra cali produttivi, aumento dei costi e nuove minacce fitopatologiche, il comparto sta affrontando una crisi senza precedenti. A lanciare l’allarme è Confagricoltura, presente a Berlino per Fruit Logistica, la principale fiera internazionale dell’ortofrutta. "Il vero problema oggi non è solo la commercializzazione, ma la capacità stessa di produrre", avverte Massimiliano Giansanti, presidente dell’organizzazione agricola.
Confagricoltura: il cambiamento climatico frena la produzione ortofrutticola
Il cambiamento climatico sta impattando duramente sulle rese. Secondo i dati diffusi da Confagricoltura, la produzione di nocciole è scesa del 50% rispetto al potenziale, mentre nel Nord Italia il pomodoro da industria ha registrato un calo del 15%, nonostante un incremento delle superfici coltivate. Gli agrumi soffrono ancora di più, con una contrazione tra il 20 e il 35%, a cui si aggiunge il problema del piccolo calibro delle arance, che ne riduce la competitività sui mercati.
Costi in crescita, redditività in calo
"La diminuzione della quantità prodotta e l’aumento degli scarti – spiega Giansanti – stanno erodendo la redditività delle imprese, già sotto pressione per il rialzo dei costi di produzione". Un esempio su tutti è l’irrigazione d’emergenza, divenuta sempre più necessaria per far fronte alle ondate di calore, ma che incide pesantemente sui bilanci aziendali.
Non è solo il clima a minacciare il comparto. Il riscaldamento globale sta infatti favorendo il proliferare di nuovi parassiti, che si aggiungono alle fitopatie già esistenti, aumentando i costi per i trattamenti e abbassando ulteriormente la resa. Il risultato? Sempre meno imprenditori investono nel settore. Negli ultimi cinque anni, le superfici coltivate hanno subito una drastica riduzione: -23% per le pere, -11% per le pesche, -8% per le nettarine, -7% per le albicocche, -6% per kiwi e susine.
Confagricoltura: servono misure urgenti
Per invertire la tendenza, Confagricoltura chiede interventi mirati e immediati. "È fondamentale – sottolinea Giansanti – garantire la reciprocità delle regole negli scambi commerciali, rafforzando i controlli alle frontiere per evitare distorsioni competitive. Inoltre, occorre rivedere il Green Deal europeo, affinché tenga conto delle reali esigenze del settore primario".
Tra le soluzioni proposte, c’è anche l’accelerazione sulle NBT (New Breeding Techniques), tecniche di miglioramento genetico che permetterebbero di sviluppare varietà più resistenti alle avversità climatiche. Ma per farlo servono investimenti mirati nella ricerca e nell’innovazione.
Questa sera, a Berlino, la delegazione di Confagricoltura parteciperà a un incontro presso l’Ambasciata italiana per discutere delle criticità del settore con rappresentanti istituzionali e operatori del mercato. L’obiettivo? Costruire una strategia che permetta all’ortofrutta italiana di restare competitiva, nonostante le sfide sempre più complesse.