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L’arte del weekend, dagli scatti di Alfred Eisenstaedt alle sculture di Herbert Golser

- di: Samantha De Martin
 
L’arte del weekend, dagli scatti di Alfred Eisenstaedt alle sculture di Herbert Golser

FOTO: La Cupola, Costa Paradiso, Sassari, Italia, Gennaio 2023 | Credit: © Daniele Ratti

A Napoli “due cuori e una capanna”

Un viaggio intimo tra architetture straordinarie e storie d’amore custodite nei luoghi nei quali sono nate e cresciute prende forma attraverso una selezione di 42 fotografie.

A condurci alla scoperta di celebri dimore e angoli nascosti, cornici e testimoni di relazioni profonde che la fotografia rende vive e tangibili, è l’artista Daniele Ratti.

Con la mostra “Due cuori e una capanna”, a cura di Benedetta Donato, in corso fino al 14 settembre alle Gallerie d’Italia – Napoli di Intesa Sanpaolo, il fotografo ci guida alle origini di un modo di dire divenuto, nel tempo, un’espressione informale per indicare l'armonia tra due persone che si amano all'interno di uno spazio condiviso.

Ed eccolo lo spazio architettonico tra abitazioni particolari e straordinarie al tempo stesso per le loro caratteristiche progettuali e per le coppie che le hanno elette a propria dimora, costruendo una memoria che la fotografia di Daniele Ratti ha saputo cogliere e raccontare. Tra gli scatti ecco le fotografie dedicate a Le Cabanon, iconico rifugio progettato da Le Corbusier come regalo di compleanno per sua moglie nel 1951, al largo delle acque della Costa Azzurra.

Tra i protagonisti della mostra anche José Saramago, Mimmo Jodice, e Michelangelo Antonioni con Monica Vitti, per la quale fu realizzata La Cupola in Sardegna, una scultura abitabile che dialoga con il paesaggio gallurese.

Attraverso immagini e testi tratti dagli appunti dell’autore, il pubblico potrà scoprire storie nascoste e dettagli rivelatori, tracce di memoria e di appartenenza.

A Roma l’arte astratta di Raisa Ambros

Dal 13 al 17 giugno la galleria d’arte Contemporary Artshop di Roma accoglie la pittrice italo-moldava Raisa Ambros. L’artista con base a Roma e Londra prosegue il suo percorso con la sua seconda personale in Italia, dal titolo “The Freedom of Movement”, Libertà di movimento, un viaggio intorno al concetto di libertà in tutte le sue forme, dal movimento fisico a quello interiore e spirituale, fino alla metamorfosi creativa e alla libertà dell’intelligenza artificiale.

Stabilitasi a Londra dopo aver vissuto sedici anni a Roma, Raisa Ambros sbarca nella capitale con il suo stile evocativo e con le sue opere vibranti frutto di un gesto pittorico raffinato, che invitano lo spettatore a un viaggio interiore tra stratificazioni cromatiche, forme fluide e texture materiche. La mostra invita a lasciarsi trasportare in un percorso sensoriale e introspettivo, dove arte ed emozione si fondono in un’unica esperienza.

Ogni opera diventa così un organismo autonomo, costruito attraverso strati di colore, movimento e materia.

Con tre mostre personali a Los Angeles, Seul e Almaty, e la partecipazione a oltre 55 mostre collettive internazionali in sedi prestigiose come il Museo di Cultura di Kyoto, il Museo Centrale di Stato di Almaty, il National Art Center Museum di Tokyo, il MEAM di Barcellona e il Museo Navale di Imperia, Ambros è presente in importanti collezioni private, tra cui quelle di Papa Francesco in Vaticano e di S.E. Sheikh Rashid Al Kalifa in Bahrain, oltre che nelle collezioni permanenti del Museo Centrale di Stato del Kazakistan ad Almaty, del Museo Storico e Culturale di Issyk sulla Via della Seta e del Museo a Tema Haegeumgang in Corea del Sud.

Torino gli scatti di Alfred Eisenstaedt

A trent'anni dalla sua morte e a ottanta dalla realizzazione di uno degli scatti più celebri nella storia della fotografia, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino accoglie, fino al 21 settembre, il fotografo Alfred Eisenstaedt. Autore della famosa immagine "V-J Day in Times Square", che ritrae un marinaio mentre bacia un'infermiera in mezzo a una folla festante al termine della Seconda Guerra Mondiale a New York, Eisenstaedt è stato uno dei principali fotografi della rivista "Life". Il suo obiettivo ha immortalato anche personaggi come Sophia Loren, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer.

Il percorso, a cura di Monica Poggi, presenta una selezione di 170 immagini, molte delle quali mai esposte, ripercorrendone l’intera carriera, dalla Germania degli anni Trenta alla vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico.

A Perugia Herbert Golser dialoga con Burri

In un'epoca dominata dalla velocità e dalla sovraesposizione, il lavoro dell’artista austriaco Herbert Golser invoca la potenza della calma e del silenzio attraverso una pratica fatta di gesti minimi e pazienza assoluta, che interroga la materia fino a renderla quasi immateriale. Il legno, inciso con estrema precisione, si fa trasparente, come per riuscire a farsi attraversare dal tempo e dalla luce.

Fino al 30 giugno le sue sculture respirano insieme alla pietra nella Rocca Paolina di Perugia che apre eccezionalmente le sue porte per accogliere Materia, percorso a cura di Riccardo Freddo (Galleria Rosenfeld, Londra), in collaborazione con La Casa degli Artisti.

Grazie a Materia la Rocca, fortezza rinascimentale costruita nel 1540 per volontà di Papa Paolo III, oggi autentica “città sotterranea”, diventa l’accattivante scenografia di una mostra sospesa tra fragilità e forza, spiritualità e materia.

Tra antiche strade e volte papali si sviluppa un percorso inedito, capace di creare un ponte ideale tra passato e presente, patrimonio e contemporaneità. Questo dialogo si attiva anche con Il Grande Nero di Alberto Burri , opera monumentale presente all'interno della Rocca: combustione e monumentalità da un lato, trasparenza e leggerezza dall'altro.

La presenza de Il Grande Nero di Alberto Burri rende questo incontro ancora più intenso. Se da una parte, la combustione assume la funzione di gesto radicale, dall'altra la sottrazione diviene una via verso l'essenziale. Burri e Golser non si contrappongono, ma si sfiorano, si riconoscono nel comune desiderio di far parlare la materia, di ascoltarla, di lasciarla essere.Con Materia il visitatore inizia la sua discesa nella storia della Rocca, ma anche dentro se stesso, accogliendo l’invito ad abitare il tempo in un altro modo, più lento, più profondo, più umano.

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