Il Parlamento dà una mano alla ''povera'' serie A: ecco la norma ''salva calcio''

- di: Redazione
 
Grazie, veramente grazie, di cuore.
E lo diciamo a nome di chi, come noi che - diceva la fondamentale canzone ''siamo belli'' e ''siamo in tanti'' - non avendo problemi economici e non patendo le conseguenze di bollette energetiche esorbitanti, non aspettavamo che di leggere che il nostro Parlamento sta per votare una norma che aiuterà le tanto disgraziate società di calcio.
Contenti, eh? E come potrebbe essere altrimenti vedendo, con nostra intima sofferenza e partecipazione, come, per mangiare, i calciatori di serie A, costretti a vendere i loro macchinoni e gli orologi di gran lusso, fanno la fila davanti alla Caritas diocesana o al banco alimentare per potere prendere la solita busta di plastica con pasta, un secondo, frutta e una bottiglietta d'acqua minerale. Per fortuna abbiamo mandato a rappresentarci, alla Camera ed al Senato, persone che ci capiscono, che sanno cogliere i nostri reconditi pensieri e le nostre non manifestate speranzi e quindi si preparano a tendere una mano a chi non riesce sempre a mettere pranzo e cena nella stessa giornata.

Parlamento: ecco la norma ''salva calcio''

La misura (che qualcuno, abusando della nostra pazienza, osa chiamare 'salva calcio') prevede che la montagna di denaro non versato dalle società di serie A all'erario durante la pandemia sia spalmato, per la restituzione allo Stato, su sessanta mesi (che, alle nostre latitudini, corrispondono a cinque anni). Ovviamente a partire dal 2023 e con una maggiorazione del 3 per cento (una percentuale da ''amico'') sugli attuali 889 milioni di tasse che, tra cielo e terra, son sospesi.
Ma ora smettiamo di parlare sorridendo di questa faccenda che, al di là del nostro tono canzonatorio, è invece molto seria, addirittura grave. Perché significa che oggi in Italia si è avuta conferma di una extraterritorialità morale di alcune categorie. Perché se Mario Bianchi, impiegato, o Giuseppe Rossi, venditore amnbulante, si presentano all'Ufficio delle entrate pregando per una dilazione del pagamento di un debito o una sua ristrutturazione, pensate veramente che la loro richiesta sia accolta con pasticcini o spumante (essendo creditori, meglio evitare)? Oppure che, per strappare un accordo, anche molto penalizzante, occorrerà sputare sangue, frammisto a sudore e lacrime?

Questo vale per i cittadini comuni, per quelli che sono importanti ed eguali solo agli occhi di Dio. In politica le cose vanno in modo diverso perché a valere sono altri ragionamenti, legati magari ai bacini di consenso che il grande calcio si porta dietro.
Ed invece di bacchettare chi non ha pagato per tempo si trova un modo per favorire le società di A, perché, diciamocelo tra di noi, questa norma è un favore pesante, consentendo di articolare il debito su cinque anni, non onorandolo invece immediatamente, come invece era normale. Mettiamo da parte il facile moralismo, ma qualcuno, magari armato di grande pazienza (noi italiani siamo cocciuti, ma anche parecchio permalosi, oltre ad essere in maggioranza disincantati) potrebbe pure spiegarci di quali meriti il grande calcio si possa ammantare, se non deliziando gli appassionati di un spettacolo nemmeno granché e che in ogni caso, per due tornei di fila, ci ha visti giustamente esclusi dalla fase finale della Coppa del Mondo perché, per dirla con un giro di parole, non lo meritavamo affatto.

Intanto, però, un emendamento rifilerà, a noi italiani, un bell'emendamento, che pare abbia un padre di cui tutti conoscono il nome, ma evitando di farlo.
Un emendamento che arriva proprio quando il club più titolato d'Italia è alle prese con una indagine non da poco che riguarda valutazioni dei calciatori (materia opinabile, comunque), bilancio, cartuccelle scritte e che dovevano sparire (per come sono state) tornando però a galla.

La Juventus, squadra proprietà della famiglia Agnelli, sta col fiato sospeso per le varie indagini che la riguardano, sia penali che della giustizia sportiva. La Juventus, appunto, godrà anch'essa della norma, relativa peraltro ad un periodo della storia recente in cui la pandemia e la sospensione del campionato avrebbe reso necessario qualche arzigogolo contabile.
Bella domanda perché come la mettiamo se, una volta rateizzato il debito con l'erario, si scoprisse che le carte della Juventus, su cui sono stati fatti i relativi calcoli, erano fasulle?
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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