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Università italiane verso il declino: allarme per il calo degli studenti e proteste studentesche

- di: Bruno Coletta
 
Università italiane verso il declino: allarme per il calo degli studenti e proteste studentesche
Il sistema universitario italiano sta affrontando una crisi senza precedenti. Nonostante un finanziamento record di 9,4 miliardi di euro al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) nel 2025 e risorse aggiuntive superiori a 2 miliardi di euro all’anno dal 2022 al 2026 grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), alcuni atenei rischiano l’estinzione. Questo è l’allarme lanciato da Stefano Paleari, consigliere della Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, durante il convegnoPer un’università nuova in un’Italia migliore” tenutosi al Senato.

Declino demografico e sfide strutturali
Uno dei principali fattori di questa crisi è il calo demografico. A partire dal 2027, si prevede una diminuzione dei potenziali studenti universitari fino al 30% entro il 2040. Questa tendenza è particolarmente preoccupante nel Sud Italia, dove i tassi di immatricolazione sono già inferiori rispetto al resto del Paese. Secondo dati dell’ISTAT, la popolazione tra i 18 e i 20 anni potrebbe ridursi all’85% di quella del 2021 nei prossimi vent’anni, portando a una drastica diminuzione degli immatricolati, stimati a 260.000 entro il 2040. 
Oltre al calo demografico, il sistema universitario italiano presenta una struttura del personale squilibrata, con un numero elevato di docenti associati e ordinari e tempi di ingresso nel sistema troppo lunghi per i giovani ricercatori. Inoltre, esiste una disparità tra atenei: mentre tutti registrano una crescita degli organici, la metà di essi vede una diminuzione degli studenti. È anche evidente la necessità di personale tecnico-amministrativo più qualificato, capace di sfruttare le nuove tecnologie.

Critiche al sistema universitario attuale
Ernesto Galli della Loggia ha espresso critiche severe riguardo all’autonomia universitaria, definendola “snaturata”. Ha sottolineato come i rettori siano sempre più potenti e orientati verso carriere post-universitarie, mentre i docenti sono sopraffatti dalla burocrazia. Ha inoltre criticato l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), ritenendo che abbia assunto un ruolo predominante, e ha definito il sistema di reclutamento “fallimentare”. Secondo Galli della Loggia, “l’Università ha smesso di pensarsi come un sistema al servizio della complessiva crescita culturale del Paese per pensarsi come un insieme di singoli atenei impegnati soprattutto nella competizione per assicurarsi ognuno un sempre maggior spazio”.

Preoccupazioni per infiltrazioni straniere
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, ha avvertito della necessità di proteggere il sistema universitario da infiltrazioni indebite da parte di governi stranieri. Questi, sfruttando l’apertura dell’ambiente accademico, potrebbero drenare conoscenze e know-how preziosi.

Dibattito sulle università telematiche
Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha espresso una forte critica nei confronti delle università telematiche, affermando: “Il sapere online mi piace poco, lo studio è lo scambio e questo è insostituibile. Troppi guadagni per troppe università telematiche sono inversamente proporzionali alla quantità dei saperi”.

Proteste studentesche e richieste di riforma
Durante il convegno al Senato, gli studenti dell’organizzazione “Cambiare Rotta” hanno manifestato contro le politiche universitarie attuali, portando in piazza un asino di cartapesta come simbolo di protesta. Hanno criticato la riforma dell’università, definendola “sbagliata”, e hanno denunciato la precarizzazione del lavoro accademico e la mancanza di investimenti adeguati nell’istruzione superiore. Uno degli studenti ha dichiarato: “Ci opponiamo a una riforma che porta avanti tagli alla ricerca, mancanza di fondi e ricerca di competitività sul mercato”. 
La Ministra Bernini, presente al convegno, ha risposto alle critiche sottolineando gli sforzi del governo per rafforzare il sistema universitario. Ha evidenziato l’aumento degli immatricolati e del personale docente, nonché l’incremento dei finanziamenti. Bernini ha affermato: “Gli immatricolati aumentano, come i professori. Dunque abbiamo più soldi, più opportunità, più organico, più studenti con il record delle immatricolazioni. Stiamo costruendo un’università più forte e inclusiva ma vogliamo fare ancora di più”.
Nonostante le rassicurazioni ministeriali, la comunità accademica e gli studenti continuano a esprimere preoccupazione per il futuro dell’istruzione superiore in Italia, richiedendo riforme strutturali e investimenti mirati per affrontare le sfide demografiche e strutturali che minacciano la sostenibilità degli atenei.
 

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