Usa: Fed aumenta di nuovo tassi e taglia le stime del PIL fino al 2024

- di: Redazione
 
Confermando le attese che erano maturate nelle ultime settimane, la Federal Reserve ha deciso quello che gli analisti statunitensi hanno definito un ''drammatico aumento dei tassi di interesse'', allo 0,75%, delineando un quadro incerto per l'economia americana sia di quest'anno che dei prossimi. Tanto da anticipare che quest'anno il Pil guadagnerà appena lo 0,2%, al più 1,2% il prossimo e al 1,7% nel 2024, nella migliore delle ipotesi. Nelle previsioni del giugno scorso la Fed aveva una attesa media di 1,7% di crescita sia su 2022 che sul 2023 e dell'1,9% sul 2024.
L'aumento dei tassi di interesse è solo l'ultimo da quando la Federal reserve l'ha scelto come arma principale per contrastare un'inflazione che marcia a livelli elevatissimi, che le hanno fatto toccare i massimi degli ultimi quarant'anni. L'entità dell'aumento allo 0,75 per cento è la stessa delle ultime due ''mosse'' della Fed, che aveva deciso una ampiezza simile di questa misura solo nel 1994.

La Federal Reserve alza i tassi e taglia le stime del Prodotto Interno Lordo Usa fino al 2024

Le decisioni delle Federal reserve erano ampiamente previste dopo che, una settimana fa, un rapporto sull'inflazione, superiore al previsto, aveva rivelato che i prezzi sono leggermente aumentati ad agosto, peggiorando i problemi di costi per le famiglie statunitensi e facendo toccare all'indice S&P 500 la sua peggiore quotazione dell'anno.
Ieri il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha riaffermato l'impegno della banca centrale a portare l'inflazione a un tasso obiettivo del 2%, sostenendo peraltro che la Fed prevede di proporre "aumenti continui" al suo tasso di interesse di riferimento.

"Abbiamo - ha detto Powell - sia gli strumenti di cui abbiamo bisogno, che la determinazione necessaria per ripristinare la stabilità dei prezzi per conto delle famiglie e delle imprese americane".
In una nota che ha accompagnato analisi e decisioni, la Federal reserve ha sottolineato come "l'inflazione rimane elevata, riflettendo gli squilibri di domanda e offerta legati alla pandemia, l'aumento dei prezzi di cibo ed energia e le pressioni sui prezzi più ampie". "I recenti indicatori - si legge ancora nella nota - sottolineano una crescita modesta della spesa e della produzione. I guadagni di posti di lavoro sono stati robusti negli ultimi mesi e il tasso di disoccupazione è rimasto basso".

Ma, al di là degli obiettivi che la Fed si pone con la sua politica, i rialzi dei tassi hanno prodotto risultati contrastanti. Su base annua, i prezzi al consumo sono lievemente moderati, ma restano molto elevati. Lo conferma l'indice dei prezzi al consumo (elaborato dal Bureau of Labor Statistics) che è aumentato dell'8,3% nell'ultimo anno ad agosto, un leggero rallentamento dall'8,5% di luglio. Comunque, alcuni prezzi sono già diminuiti in modo significativo, come quelli del gas sono scesi del 10,6% ad agosto.
I contraccolpi dell'aumento dei tassi si sono avvertiti in alcuni settori chiave dell'economia che hanno registrato rallentamenti. Tra i settori che stanno maggiormente risentendo della politica della Fed c'è quello immobiliare, con l'aumento dei tassi dei mutui e il rallentamento della costruzione di nuove case.

Di contro, altri indicatori affermano che l'economia statunitense continua a marciare.
Le assunzioni negli Stati Uniti, pur diminuendo a ritmo vertiginoso, sono rimaste solide ad agosto , con l'economia che ha aggiunto 315.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è salito al 3,7% man mano che più persone cercavano lavoro.
Nella dichiarazione ufficiale fatta a conclusione della loro riunione, gli economisti della Fed hanno tra l'alto anticipato che il Comitato della Fed ''continuerà a ridurre le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito di agenzie e titoli garantiti da ipoteche di agenzie, come descritto nei Piani per la riduzione delle dimensioni del bilancio della Federal Reserve emessi a maggio ''impegnandosi fermamente a riportare l'inflazione al suo obiettivo del 2%''.

''Nel valutare l'atteggiamento appropriato della politica monetaria'' il Comitato ''continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in entrata per le prospettive economiche'', dicendosi comunque disposto ''ad adeguare opportunamente l'orientamento della politica monetaria qualora emergessero rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi''.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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