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Vertice BRICS, sfida all’Occidente: annunciata una nuova moneta

- di: Barbara Bizzarri
 
Vertice BRICS, sfida all’Occidente: annunciata una nuova moneta
La riunione dei Paesi Brics (Cina, Russia, Brasile, India e Sud Africa), è stata definita da Huang Yanzhong, ricercatore senior del Council on Foreign Relations cinese “una sorta di controffensiva diplomatica da parte della Cina sia al rilancio della Nato che all’aumento dei meccanismi indo-pacifici progettati per tenere sotto controllo il suo potere” e sono emerse risoluzioni che configurano una vera e propria sfida all’occidente. Il presidente cinese Xi Jinping ha criticato “l’abuso” delle sanzioni internazionali e Vladimir Putin ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati di aver fomentato una crisi internazionale. “Dobbiamo abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, opporci alle sanzioni unilaterali e all'abuso delle sanzioni - ha sottolineato Xi - il nostro incontro arriva in una fase cruciale per il futuro dell'umanità. I Paesi Brics devono assumersi le loro responsabilità, con l'obiettivo di superare i piccoli circoli egemonici e di approdare alla grande famiglia di una comunità con un futuro condiviso per il genere umano. L'espansione di alleanze militari è uno slancio pericoloso che renderà il mondo più volatile”. Vladimir Putin, intervenuto per la prima volta, anche se virtualmente, a un vertice internazionale dopo l'intervento in Ucraina si è detto certo che “soltanto una cooperazione onesta e reciprocamente vantaggiosa può cercare vie d'uscita alla crisi dell'economia globale dovuta ad azioni sconsiderate di singoli Stati”. Ha accusato l'Occidente di “usare meccanismi finanziari per scaricare gli errori di politica macroeconomica sul mondo intero” e ha assicurato che i legami con Pechino sono ottimi e costituiscono la base di una partnership strategica contro l'influenza Usa. I Brics, ha aggiunto il leader del Cremlino, devono aprire la strada a un mondo multipolare con le relazioni tra Stati regolate solo dal diritto internazionale.

A differenza delle nazioni industrializzate del G7 (Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada), che domenica si troveranno sotto la presidenza tedesca in Baviera, i Paesi dei Brics non hanno criticato né condannato la Russia e tantomeno aderito alle sanzioni dell'Occidente. L'India si è dichiarata neutrale per gli stretti legami con Mosca su energia e forniture militari e la Cina, in nome della “partnership senza limiti”, ha aumentato gli acquisti di petrolio. Tuttavia non mancano i disaccordi anche nell’ambito del nuovo asse spostato a Oriente: l’India, il cui premier Narendra Modi ha lodato i Brics quale “organizzazione internazionale unica il cui obiettivo non si limita solo al dialogo” e la Cina hanno rapporti tesi dopo gli scontri mortali di due anni fa sul confine himalayano e New Delhi è nel Quad, il gruppo informale sulla sicurezza con Usa, Giappone e Australia di contenimento della Cina nell'Indo-Pacifico.

In ogni caso, nel corso del vertice si sarebbe deciso di spingere verso una moneta comune per gli scambi internazionali. Ciò non significa che l’obiettivo sia una unione monetaria come l’euro, ma una unità di conto (come l'Ecu, per chi ne ha memoria) fatta di un paniere di monete pesato per il Pil dei singoli Paesi da utilizzare negli scambi internazionali tra i Paesi Brics e tutti quelli che vorranno ricorrervi. Si tratta di un distacco evidente dall'occidente e dalla costruzione monetaria dominante fino ad ora e fondata sul dollaro. L’eventuale nascita di questa unità di conto con il conseguente abbandono del dollaro comporterebbe lo sgretolamento della valuta statunitense, quindi dell’euro e infine l'impoverimento irreversibile dei Paesi occidentali, anche in considerazione del fatto che i russi non considerano più Europa e USA come prima scelta nel commercio delle materie prime strategiche, ma i Paesi Brics. Questo potrebbe piazzare una pietra tombale definitiva sul dominio occidentale, oltre ad aumentare il rischio di guerra: difficile credere che l'occidente resterà a guardare. 
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