Alverà (Snam): "Caro bollette: serve una banca europea del gas"

- di: Daniele Minuti
 
Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, ha parlato in un'intervista pubblicata su La Repubblica, dicendo la sua sulle possibili soluzione al caro bollette e il numero uno della società di infrastrutture energetiche ha due idee ben precise in mente.

Marco Alverà, numero uno di Snam, ha parlato in un'intervista a La Repubblica

Nella sua intervista, Alverà ha parlato della "tempesta energetica" che ha colpito l'Europa: "Siamo indubbiamente in una situazione complessa: il prezzo medio del gas di questi mesi invernali si è attestato attorno ai 90 euro al megawattora, contro i circa 20 dello stesso periodo dell’anno scorso. La produzione europea cala e aumenta la domanda dall'Asia dove si sta passando dal carbone al gas. I 70 euro a megawattora di costi aggiuntivi dell'ultimo inverno significano che la bolletta del gas europea avrebbe avuto un aumento per circa 200 miliardi di euro ove tutto il mercato fosse approvvigionato ai prezzi spot, ai quali stimiamo possano aggiungersene altri 200 per il settore elettrico. La soluzione che come sistema Italia abbiamo proposto e di cui si discute in Europa passa attraverso un sistema di stoccaggi comuni del gas. Si possono fare acquisti comuni durante l'estate, quando i pezzi sono più bassi perché il mercato è tutto a nord dell’equatore e il gas si usa soprattutto per il riscaldamento: il gas immagazzinato può essere usato come riserva sia da utilizzare in caso di inverni rigidi, guasti o crisi geopolitiche, sia in caso di prezzi internazionali troppo alti, in particolare del GNL, il gas che viene spedito via nave e che determina il prezzo".

Quindi, come si potrebbe risolvere il problema? "Con un Consorzio che si occupi di acquistare il gas e lo stocchi nei depositi disponibili" - spiega l'Ad di Snam - "Secondo i nostri calcoli, con un costo aggiuntivo di 2 miliardi di euro per utilizzare al meglio e ampliare la capacità di stoccaggio si potrebbe abbattere una parte importante degli extracosti di 400 miliardi di cui abbiamo parlato. Dobbiamo continuare ad adoperarci affinché anche la Cina acceleri una politica degli stoccaggi, in modo da evitare un’eccessiva concorrenza Europa-Asia per poche navi di GNL che, per come funziona il mercato, tirano su il prezzo per tutti con conseguenze a livello globale. I vantaggi non si fermerebbero qui: gli stoccaggi, oltre ad aumentare sicurezza e solidarietà energetica a livello europeo, accelerano la transizione perché potranno anche essere utilizzati per biometano e idrogeno, come sta dimostrando Snam. O per la cattura e il successivo riutilizzo della CO2. Quello che proponiamo è una sorta di Banca centrale del gas, una “riserva aurea” da mettere sotto terra. Non è difficile da realizzare: società come la Snam, che è il primo operatore Ue nello stoccaggio, si mettono insieme, con un regolamento stabilito dalla Ue. Mentre i costi complessivi vengono ripagati dai proventi del gas che si vende d'inverno a prezzi più alti, benché calmierati, rispetto agli acquisti estivi a prezzi più bassi".

Serve ancora tempo perché questo progetto vada in porto, dato che Alverà sottolinea come sia ancora in discussione a livello di Commissione e Consiglio europeo, ma il 2023 potrebbe essere l'anno giusto. L'ipotesi non basterebbe da sola a far svanire i problemi, con l'Ad di Snam che promuove anche la possibilità di raddoppiare la portata del Tap o la quantità di estrazioni nell'Adriatico.

Il tutto, continuando a sostenere l'importanza di biometano e idrogeno per l'uso futuro dell'energia, campi in cui Snam è sempre in prima linea: "Abbiamo un piano da 23 miliardi al 2030 con molti investimenti previsti anche per trasportare e stoccare idrogeno. E assieme a De Nora a breve sceglieremo il sito dove realizzare la prima gigafactory italiana di elettrolizzatori".

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