Il Consiglio europeo straordinario di oggi segna un passaggio cruciale per l’Unione Europea nella gestione della guerra in Ucraina e delle sue implicazioni strategiche. Sul tavolo dei leader dei 27 Stati membri ci sono tre dossier chiave: il progetto von der Leyen per una difesa comune europea, l’eventuale invio di peacekeeper e l’offerta del presidente francese Emmanuel Macron di estendere l’ombrello nucleare francese all’Europa.
Consiglio UE: tensione su difesa comune e ombrello nucleare francese, mentre Mosca attacca Macron
L’annuncio di Macron, giunto ieri con parole che evocano una maggiore assertività strategica dell’UE, ha suscitato forti reazioni internazionali. In particolare, la Russia non ha mancato di attaccare il presidente francese. "Si contraddice ogni giorno e mostra così di essere disconnesso dalla realtà", ha dichiarato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, all’agenzia Tass. Mosca vede l’iniziativa francese come un’ulteriore escalation e un segnale che l’Europa potrebbe rafforzare il proprio impegno militare a fianco di Kiev.
Le dichiarazioni di Macron sono arrivate mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, presente oggi a Bruxelles, ha lanciato un nuovo appello all’UE affinché non allenti la pressione su Mosca. "Non può esserci tregua nella pressione sulla Russia affinché cessi questa guerra e questo terrore contro la vita", ha dichiarato Zelenskyj, riferendosi all’ultimo raid russo contro Kryvyi Rig, sua città natale, che ha causato quattro vittime.
Difesa comune e peacekeeper: divisioni tra i 27
L’incontro di oggi è atteso come un banco di prova per la coesione dell’Unione sul fronte della sicurezza e della difesa. La proposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen di costruire un’architettura comune per la difesa europea è da tempo oggetto di discussioni, ma le posizioni restano eterogenee. Alcuni Stati membri, come la Polonia e i Paesi baltici, chiedono un rafforzamento delle capacità militari europee in parallelo alla NATO, mentre altri, tra cui la Germania, mantengono un atteggiamento più prudente.
Un altro nodo riguarda l’invio di forze di peacekeeping in Ucraina, tema sollevato dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. L’idea di un dispiegamento sotto bandiera UE, sebbene ancora embrionale, divide i leader. Alcuni Paesi temono che una tale iniziativa possa essere interpretata da Mosca come un’azione ostile e preludere a un coinvolgimento diretto nel conflitto.
L’ombrello nucleare francese: un’idea divisiva
La proposta di Macron di mettere a disposizione l’arsenale nucleare francese per la protezione dell’Europa è forse il punto più controverso. La Francia è l’unico Paese UE dotato di armi nucleari dopo la Brexit, e l’idea di estendere la sua deterrenza all’intero continente rappresenta un cambio di paradigma nella sicurezza europea.
Tuttavia, diversi Stati membri restano scettici. Paesi come la Germania e l’Italia sono tradizionalmente riluttanti ad affidarsi a una strategia nucleare europea, mentre nazioni dell’Europa centrale e orientale, più esposte alla minaccia russa, potrebbero vedere positivamente questa garanzia di sicurezza aggiuntiva.
La Turchia avverte: pronti a schierare truppe se necessario
Parallelamente, anche la Turchia si inserisce nel dibattito, con un messaggio forte da parte del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Secondo fonti diplomatiche, Ankara avrebbe lasciato intendere che, "se necessario", potrebbe prendere in considerazione lo schieramento di truppe in Ucraina. Un'ipotesi che aggiunge un ulteriore elemento di tensione nel già complesso scenario geopolitico.
L’incontro di oggi a Bruxelles si preannuncia dunque decisivo per il futuro della difesa europea. Le scelte che verranno prese segneranno non solo la strategia dell’UE nei confronti della Russia, ma anche il suo ruolo sulla scena globale come attore militare autonomo o come pilastro secondario della NATO.