Il voto di oggi segna un punto di svolta nella storia politica tedesca.
Con un’affluenza record – stimata attorno all’84%, il dato più alto dalla riunificazione – circa 59 milioni di elettori hanno espresso il loro voto in un clima di grande mobilitazione e tensione. I primi exit poll, raccolti da emittenti come ARD e ZDF, delineano un quadro sorprendente e ricco di sfide, che va ben oltre la semplice distribuzione dei consensi.
I risultati e le nuove proiezioni
Le proiezioni alle 19:59 del primo canale ARD indicano un Bundestag formato da cinque gruppi parlamentari:
• CDU/CSU al 28,6%
• AfD al 20,4%
• SPD al 16,3%
• Verdi al 12,3%
• Die Linke al 8,5%
I liberali e il gruppo di Sahra Wagenknecht (BSW) restano al di sotto della soglia di sbarramento del 5%, il che comporta l’attesa dei dati definitivi per definire se questi partiti entreranno o meno a far parte del nuovo Parlamento. Al secondo canale, le proiezioni mostrano il BSW esattamente al 5% e l’FDP appena al di sotto, al 4,7%.
Da questo esito dipende la futura formazione della coalizione: se meno partiti riusciranno a superare la soglia, la strada per una coalizione a due forze – per esempio tra CDU/CSU e SPD – potrebbe essere più agevole; altrimenti, la presenza di ulteriori formazioni complicherà i negoziati.
Le dichiarazioni dei leader
Il candidato dell’Unione, Friedrich Merz (foto), ha esultato annunciando: “Abbiamo vinto queste elezioni. Il mondo là fuori non aspetta, e ora dobbiamo mettere insieme un governo stabile il più rapidamente possibile”. Una dichiarazione carica di determinazione, che sottolinea l’urgenza di rimettere la Germania in in rotta per affrontare le sfide economiche e geopolitiche.
Sul fronte opposto, l’ex cancelliere Olaf Scholz ha ammesso la sconfitta con toni amari: “Questo è un risultato elettorale amaro, una sconfitta storica per lo SPD”, dichiarazione che evidenzia la crisi interna del partito e la necessità di ripensare la strategia per il futuro.
Alice Weidel, leader dell’AfD, ha esultato per il forte incremento di consensi, annunciando che il partito ha quasi raddoppiato il proprio voto rispetto al 2021 e si dichiara aperta a trattative per un’eventuale partecipazione al governo. Tuttavia, le altre forze politiche hanno ribadito il loro netto rifiuto di collaborare con l’estrema destra, confermando il “firewall” contro l’AfD
Il contesto e le implicazioni per la coalizione
Le elezioni si svolgono in un clima di forte incertezza. Le preoccupazioni riguardano un’economia in stagnazione, la questione migratoria e le ripercussioni del conflitto Russia-Ucraina. Con il crollo della coalizione guidata da Olaf Scholz - precipitato a causa di divergenze sul bilancio e sulla politica migratoria - la scelta degli elettori rappresenta una vera e propria “scelta di rotta” per il paese.
Le nuove proiezioni indicano un parlamento con cinque forze principali, ma l’esito per i partiti minori (liberali FDP e BSW) è ancora incerto. Più formazioni entreranno in Parlamento, più complicata sarà la formazione di un governo stabile. Una coalizione a due forze potrebbe essere possibile solo se i partiti minori non superano la soglia del 5%, altrimenti si dovrà ricorrere a un’alleanza a tre, con inevitabili negoziazioni complesse.
Reazioni internazionali e le prospettive future
Sul piano internazionale, il risultato ha suscitato diverse reazioni. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis si è congratulato Merz, sottolineando l’importanza di una leadership stabile per l’Europa. Allo stesso tempo, il crescente sostegno all’AfD ha allarmato esponenti della comunità ebraica tedesca, con il presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei che ha espresso preoccupazione per l’aumento dei voti a favore di una formazione ritenuta estremista.
Il nuovo governo dovrà affrontare sfide di portata storica: rilanciare l’economia, riformare il sistema migratorio e garantire la sicurezza in un contesto geopolitico sempre più incerto. La capacità di Friedrich Merz di formare una coalizione efficace – che escluda categoricamente il radicalismo – sarà cruciale per definire il futuro della Germania e, per estensione, quello dell’Europa.
Una data spartiacque
Le elezioni federali di oggi non sono soltanto un cambio di maggioranza, ma un vero e proprio spartiacque nella politica tedesca. Con la CDU/CSU in netto vantaggio e l’AfD in forte ascesa, il Parlamento si prospetta diviso in cinque gruppi principali, mentre i partiti minori come FDP e BSW restano in bilico. In questo scenario, la formazione del governo – e la scelta tra una coalizione a due o a tre forze – diventerà il banco di prova per la capacità di governare in tempi rapidi e con coesione. La Germania, nel contesto di crisi economica e tensioni internazionali, dovrà ora trovare una nuova via per garantire stabilità e rinnovamento, rispondendo alle aspettative di un elettorato mobilitato e determinato a cambiare rotta.