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L’intervento di IBL: manovra prudente, ma il futuro resta incerto

- di: Marta Giannoni
 
L’intervento di IBL: manovra prudente, ma il futuro resta incerto

Il governo italiano ha chiuso il 2024 con l’approvazione di una legge di bilancio che, pur non priva di difetti, merita un riconoscimento: l’equilibrio nei conti pubblici. Come sottolinea l’Istituto Bruno Leoni (IBL) - Idee per il libero mercato, il disegno di legge rispetta i parametri europei e risponde alle esigenze di una finanza pubblica ancora fragile. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha mantenuto saldo il timone sul deficit, ma le critiche non mancano.

La legge di bilancio: un passo avanti timido
La legge di bilancio, pur evitando scelte disastrose, non rappresenta un cambio di passo significativo,” afferma l’Istituto Bruno Leoni. Le decisioni prese appaiono spesso discutibili. Tra i punti controversi vi sono la proroga delle concessioni per la distribuzione elettrica, inizialmente criticata e poi parzialmente rivista, e l’introduzione di vigilantes pubblici nei collegi sindacali delle imprese incentivabili, una misura altrettanto discutibile.
Anche la tassa sui bitcoin, seppur rinviata, ha sollevato perplessità. Tuttavia, non tutto è da bocciare: l’integrazione della decontribuzione nell’architettura dell’Irpef rappresenta una scelta pragmatica. Ciononostante, la mancanza di una vera riforma fiscale pesa come un macigno. “L’Italia si avvicina ormai alla seconda metà della legislatura senza aver compiuto progressi decisivi in questo ambito,” sottolinea l’IBL.

Spending review: un’occasione mancata
Sul fronte della spesa, l’approccio del governo appare insufficiente. Sebbene il Superbonus, con un impatto di 38 miliardi sul bilancio 2025, rappresenti un ostacolo significativo, l’IBL sostiene che questo non dovrebbe essere un alibi per evitare una revisione complessiva della spesa pubblica. “Proprio in tempi di ristrettezze, una commissione con un forte mandato politico avrebbe potuto avviare una vera spending review,” osserva l’Istituto.
L’assenza di una razionalizzazione delle spese fiscali evidenzia una mancanza di visione strategica. Una riforma del sistema tributario, che includa un ridisegno complessivo dell’Irpef, resta un obiettivo sfuggente, nonostante le promesse ricorrenti.

Rigore oggi, rischi domani
Va riconosciuto a Giorgetti il merito di aver contenuto il deficit, previsto poco sopra il 3% nel 2025 e destinato a scendere sotto tale soglia l’anno successivo. L’Istituto Bruno Leoni avverte, però, che il quadro economico potrebbe riservare sorprese. “Le stime di crescita appaiono ottimistiche, e una revisione al ribasso potrebbe complicare il mantenimento dei saldi,” avverte l’IBL.
Un altro rischio è rappresentato dalla pressione politica. Man mano che si avvicinano le elezioni, le richieste di allentare i cordoni della borsa potrebbero intensificarsi. “Non aver adottato misure più rigorose ora potrebbe creare problemi domani,” aggiunge l’Istituto.

Una direzione giusta, ma poco ambiziosa
Nonostante le critiche, l’Istituto Bruno Leoni riconosce che, data l’assenza di un forte impulso politico verso una maggiore responsabilità fiscale, il risultato ottenuto è forse il massimo possibile. “Siamo di fronte al classico caso in cui, piuttosto che niente, è meglio piuttosto,” conclude l’IBL.
Mentre il governo traccia una rotta cauta, la mancanza di ambizione potrebbe rivelarsi il tallone d’Achille della politica economica italiana nei prossimi anni.

(Nella foto il ministro Giorgetti con la premier Meloni in Aula)

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