Il Canada apre le sue porte a 1,2 milioni di immigrati entro 2023

- di: Brian Green
 
Mentre le drammatiche immagini della donna che, su un gommone nel Mediterraneo, tenta invano di gettarsi in mare per salvare il suo bimbo di sei mesi, c'è un Paese occidentale, il Canada, che apre le sue porte all'immigrazione. Secondo l'annuncio del primo ministro, il liberale Justin Trudeau, da qui al 2023, potranno arrivare in Canada milione e duecento mila immigrati. È questo l'obiettivo del nuovo piano triennale sull'immigrazione che, se dovesse essere confermato dai fatti, segnerebbe un primato storico per il Canada, uno dei Paesi che si distingue per i suoi programmi di ospitalità ed accoglienza.

Numeri eguali ci sono stati solo nel 1913 quando di immigrati ne arrivarono 401.000 immigrati che servirono al Paese per pianificare al meglio la sua economia.
Nel piano si prevede che nel 2023 i nuovi residenti permanenti (cioè persone che vengono dall'estero ed ottengono di potere risiedere in Canada, anche senza averne la nazionalità) siano 421 mila. Ma, ed è questo l'aspetto più significativo, il 60 per cento di loro ricadrà nella classificazione dell'immigrazione economica.

Il Canada, al di là della sua tradizione, ha spesso accolto rifugiati politici, ma tenendo comunque non certo spalancate le porte per quelli economici, che, per entrare e farsi riconoscere come residenti permanenti, devono avere caratteristiche amministrative (titolo di studio, conoscenza dell'inglese o francese - a seconda della Provincia di destinazione -, un tutor economico canadese) che facciano, in un certo senso, da garanzia per i nuovi arrivati.

Questo piano, però, sembra segnare una inversione di tendenza. Come ha fatto capire, nel corso della presentazione del piano, il ministro dell'Immigrazione, dei Rifugiati e della Cittadinanza, Marco Mendicino, secondo il quale lo scopo di questo nuova politica del settore è quello di rilanciare l'economia e colmare la carenza di manodopera nei settori che ne hanno più bisogno, come la salute, la tecnologia dell'informazione e l'agricoltura.

Il quadro demografico del Canada, d'altra parte, è chiarificatore delle scelte del governo federale. L'età media in Canada è molto alta: quasi un abitante su cinque ha più di 65 anni, con un tasso di natalità tra i più bassi dei Paesi occidentali (1,47 figli per donna). Da qui la carenza cronica di lavoratori, acuita dalla pandemia. Tanto che Mendicino ha spiegato che il piano è stato pensato per riequilibrare i numeri dei lavoratori, falcidiati dal Covid-19 .

La pandemia, infatti, con i suoi contraccolpi sull'economia, dovrebbe determinare, nel 2020, un calo del Pil del 5,7 per cento (secondo la previsione della Banca nazionale del Canada) con un impennata della disoccupazione (ad ottobre è stata al 9%, contro il 5,5 % dello stesso mese di un anno fa).
Già a settembre il primo ministro Trudeau, in occasione di un discorso alla nazione, si era detto convinto che l'immigrazione consentirebbe al Canada di "mantenere la sua competitività" sulla scena internazionale. "Mentre altri Paesi chiudono le porte ai talenti globali che possono aiutare le loro economie - aveva sostenuto -, il Canada ha l'opportunità, come parte della sua ripresa, di diventare la principale destinazione mondiale per talenti, capitali e posti di lavoro".

L'annuncio di una forte accelerazione negli ingressi di immigrati è giunto nel mezzo della crisi determinata dalla pandemia che, con la chiusura delle frontiera e la sospensione del voli internazionali, ha stravolto i piani del governo. Il Canada sperava di accogliere 341.000 nuovi immigrati nel 2020. Ma la Royal Bank, in un recente rapporto su "Immigrazione, il sogno canadese rifiutato", ha stimato che solo 128.425 persone erano arrivate entro la fine di agosto.
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